La Gazzetta Gastronomica di Stefano Bonilli


Il numero uno della Gazzetta Gastronomica

Dopo un lungo lavoro di preparazione, la nuova avventura di Stefano Bonilli è annunciata dal cartaceo.
Un piccolo paradosso cercato, si bruciano le navi per evitare la nostalgia del ritorno: “La gazzetta non sarà un giornale di carta – scrive Stefano nella prefazione alle 32 pagine ben costruite e illustrate – ma un giornale digitale, lo leggerete, cioé solo in Rete”.
Il motivo di questa scelta è presto detto: “Tanti anni fa io ho iniziato un percorso giornalistico ed editoriale perché quello che leggevo non mi soddisfaceva del tutto e così ho pensato di farmi un giornale e poi una casa editrice e poi… Oggi il sentimento è un po’ simile ma non voglio certo ripercorre strade già fatte”.
Abbiamo visto tante avventure partite dalla Rete e per la Rete, spesso nel settore enogastronomico si sono buttati in tanti che non ne avevano la minima esperienza fino a due, tre anni fa. Del resto non ci sono molte altre idee in circolazione in Italia in questo momento.
Il grave limite di questo strumento è quello di non indicizzare i valori, spesso chi ha aperto un blog enogastronomico si sente alla pari di un critico che è impegnato professionalmente da vent’anni. O superiore:-)
Questo limite è anche una risorsa perché costringe chi è professionista a non vivere di rendite di posizione, che nel cartaceo e in tv sono garantite dalla struttura, ma a misurarsi ogni giorno sui contenuti ribadendo con questi il metro della misura delle cose.
Come tutti gli strumenti innovativi, ci si butta per primo chi non ha spazio in quelli vecchi: successe per la tv negli anni ’60, la storia si ripete un po’ anche adesso.
La presenza di Bonilli in rete, soprattutto dopo la traumatica rottura con il Gambero Rosso, ha reso possibile avere sin da subito il metro di paragone, costringe chiunque vive e scrive con questo strumento ad avere un punto di riferimento, condivisibile o meno, creato da anni e anni di esperienza.
La Gazzetta Gastronomica sarà presto in rete. A me piace molto che il primo numero cartaceo, ne seguiranno altri una tantum, sia quasi interamente dedicato alla Campania: la filiera enogastronomica è una delle cose che funzionano alla grande in questa regione grazie al passato solido della grande città, alla tradizione della campagna e alla ventata di ricerca e competizione portata dai giovani chef, produttori di vino e artigiani del gusto.

Stefano Bonilli

La Campania è una superpotenza della gastronomia perché ha conservato il tratto artigianale nelle sue eccellenze e questo elemento la distingue in positivo, favorita dal territorio vesuviano e dalla bellezza della Penisola Sorrentina.
Quando Bonilli iniziò il suo percorso, tutto ciò che c’era di buono e interessante era sopra il Po. Ora, almeno in questo settore, l’Italia è davvero unita da un solo fermento capace di attraversare a testa alta la crisi in cui l’ha precipitata la destra, che da sempre ha interpretato nel nostro paese il ruolo dell’Antistato in nome dell’interesse dei ceti predatori portandolo ai disastri peggiori.
Ora in questo nuovo percorso c’è la pizza in prima pagina. Evviva.
In questa impresa sarà accompagnato da Elisia Menduni, Cristina e Maurizio Cortese, Andrea Petrini (presente con il solito interessante pezzo su Parigi)  e i fotografi Paolo della Corte e Laurent Vanparys.

Di Bonilli ci è sempre piaciuta questa capacità di curiosare e rimettersi in gioco. E’ una lezione per la mia generazione, ma soprattutto per quelle seguenti che vedo abbastanza in difficoltà nel sistemare il proprio ego ipertrofico nella realtà dei rapporti sociali e umani.
Auguri dunque.

4 Commenti

  1. Finalmente aspettavamo da tempo . Speriamo che ci faccia emozionare senza far cadere le aspettative .

  2. e come riportato da De Magistris nelle sue uscite elettorali, bisogna “SCASSARE” per intravedere novità, aprirsi ad un nuovo modo di riproporre quello che è il mondo enogastronomico, oltre alla tradizione che non guasta mai, ci vuole anche un pizzico di novità, perchè la vita è un divenire anche nel gusto, la terra lentamente sta cambiando, speriamo di restare qualcosa alle nuove generazioni…..

  3. bella lezione professionale e di vita: rimettersi in gioco dopo anni di esperienza e di scoperte nel settore. evviva. le parole “mestiere” e “bottega” nonostante tutto, hanno ancora un senso. Anche on line.

I commenti sono chiusi.