
La margherita di Cracco
Da Fanpage e da Scatti di Gusto abbiamo visto la margherita di Cracco che è ben lontana da quella, codificata, della Stg Napoletana. L’impressione? Che spesso la deriva gourmet porta ad una regressione culturale. Come se noi ci vestissimo di nuovo con le pellicce di animali. Dove sta la scioglievolezza delle pizze di Ciro Salvo, la gioia espressa da Sorbillo, il ragionamento di Pepe sull’equilibrio tra gli ingredienti della margherita sbagliata, la ricerca dei prodotti di Enzo Coccia?
La deriva del termine gourmet ormai è abusata: a quando i tortellini gourmet, la bagna cauda gourmet, la carbonara gourmet, il babà gourmet?
La verità è una sola: che la perfezione raggiunta dai piatti della tradizione italiana sedimentata nel corso degli ultimi due secoli, molto rararmente viene superata dalla cucina d’autore. Si contano davvero pochi casi, e la gente si è stancata di queste esagerazioni che riportano, in questo caso, la pizza ad un semplice pane e pomodoro.
E l’abuso del termine gourmet tradisce il passato togliendoci la gioia del gusto senza portarci nel futuro perché quello che cammina nel mondo globalizzato è il modello identitario.
La margherita di Cracco
18 commenti
Simona
10 marzo 2018 - 12:21Non me ne si voglia, ma tanto mi ricorda la tristezza che derivò, un paio di anni fa, alle Strade della mozzarella, quando Crippa presentò la “sua” parmigiana… Tristezza perché chi ha in bocca, negli occhi, nel naso, il ricordo di una bella Parmigiana fatta al sud, sa bene quanto alcuni piatti, semplici eppur perfetti, possano davvero portati in Paradiso!
Francesco
10 marzo 2018 - 13:59Chiamiamola “pizza” di o alla Cracco, non margherita. La MARGHERITA é un altro pianeta, che probabilmente l’astronauta Cracco difficilmente potrà raggiungere. Evviva le tradizioni evviva la PIZZA.
Elisa
13 marzo 2018 - 20:48Una margherita riuscita male
Ginger
10 marzo 2018 - 14:41La presunzione gioca brutti scherzi. Viva la tradizione in cucina!
gioacchino cuorvo
10 marzo 2018 - 15:18I pizzaioli giocano a fare gli chef, mentre gli chef fanno i pizzaioli . Gli è venuta propio male
Alessandro Dirienzo
10 marzo 2018 - 15:23Purtroppo è il prezzo che stiamo pagando, per dar spazio a chef stellati che pensano di poter cambiare le nostre millenarie ricette,ma posso dirti una cosa caro Cracco, no ci riuscirai,la voce del popolo sarà sempre la più ascoltata e deliberata. VIVA LA CUCINA ANCESTRALE ..
Gerardo
10 marzo 2018 - 16:43Io credo che ha fatto questa ciofeca perché la vera Margherita non la sa fare.
Alessandro Del Pozzo
10 marzo 2018 - 17:18La margherita di Cacca? Ops! Di Cracco, scusate!
Manolo
10 marzo 2018 - 17:20La “pizza” di Salvo non dovrebbe essere elencata fra le eccellenze. Tre volte ci sono andato e 3 volte mi ha deluso. La Pizza con la P maiuscola la fa Pellone, Michele e qualcun altro, ma non nominatemi più Salvo tra le eccellenze, per carità!
Sandro Romano
10 marzo 2018 - 19:33Carissimo Luciano, sono felicissimo di leggere che hai cambiato idea e ancor più felice se l’hai fatto dopo la nostra simpaticissima ed educatissima discussione sulla Tiella di riso patate e cozze innovativa che avevi mangiato a Manduria. Personalmente penso che mi piacerebbe e anche molto la pizza di Cracco, ma – come ti dicevo in quell’occasione – non la considererei pizza e non scomoderei la tradizione. La pizza – hai ragione – è tutt’altro e ha delle regole ben precise. E quando vieni in Puglia non dimenticare di chiamarmi, che ti porto a mangiare un’ottima Tiella (come puoi vedere amo scriverla in maiuscolo)
Ti abbraccio
Sandro Romano
Orval87
10 marzo 2018 - 21:36Inguardabile , non è una pizza. Saranno ottimi ingredienti (spero), ma non è una pizza.
friariello
10 marzo 2018 - 22:40A questo punto anche le pizze di DOMINOS E HUT,SONO PREFERIBILI……E ho detto tutto!
massimoP
11 marzo 2018 - 16:54Ma ci avete veramente creduto? Ma dài, state scherzando. Vi fumate le scie chimiche? Ma
che avete il chip sottopelle? Ce stanno a cojonà, è solo pe’ ride! 😊
Francesco Mondelli
12 marzo 2018 - 04:07L’industria e la grande distribuzione da tempo si sono appropriati di termini popolari per scimmiottare prodotti che nulla hanno a che fare con la tradizione e purtroppo lo stesso sta facendo la “grande”ristorazione con continui rimandi alle rivisitazioni.Premesso che nulla ho contro l grandi numeri della produzione del cibo che provvedono a sfamare milioni di persone ne tantomeno contro la cucina gourmet,ma propio non capisco il perché di questi continui rimandi a qualcosa che non è invece di usare la creatività anche per trovare un nome al nuovo piatto o prodotto.Mi sembra un’inutile e banale scorciatoia che dà sicuramente risultati immediati ma che non entrerà mai a far parte dell’immaginario collettivo :carpe diem.FM.
Francesco Mondelli
14 marzo 2018 - 11:10Appena mi è possibile mi abbevero a questa fonte che ,parafrasando il buon Carlin,sa di buono pulito e giusto ma per favore togliete al più presto questa foto che trovo quantomeno angosciante e che,nonostante i giudizi negativi,otterrà il risultato contrario all’ auspicato perché gli farà comunque pubblicità .FM.
luca
14 marzo 2018 - 13:02Complimenti a Cracco…se io faccio una pizza cosi’ me la tiran dietro,se la fa’ Cracco e’ alla Cracco
Giovanni
14 marzo 2018 - 13:05Sono d’ accordo con il sig Manolo. La pizza di Salvo e’ sopravvalutata e di molto (non so perche’ …) Nulla a che fare con Michele e/o Pellone e/o Astarita etc
Buona Giornata
Giovanni
14 marzo 2018 - 13:08Dimenticavo ! Ma se Cracco ha fatto la pubblicita’ alle patatine San Carlo. Altro che Chef (tra l’ altro persona molto presuntuosa e quindi da non considerare affatto) . Va bene per le patatine e la cucina Scavolini
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