L’Alberata Aversana è ufficialmente Patrimonio Nazionale, l’ultimo tassello per la candidatura UNESCO


Alberta Aversana

Alberata Aversana

di Antonella Amodio

E’ ufficiale: dopo tre anni e dopo tre legislature, l’Alberata d’Asprinio è stata iscritta nel registro nazionale dei Paesaggi Rurali e della Buone Pratiche del Ministero dell’agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste. Un decreto che aggiunge l’Alberata al paesaggio del prosecco di Conegliano Valdobbiadene, ai limoneti della Costiera Amalfitana ed alla pratica tradizionale della Transumanza.

Nel dossier di presentazione alla candidatura è racchiuso tutto l’iter di lavoro portato avanti con perseveranza dalla Pro Loco di Cesa e dall’intera comunità coinvolta ed è stata inserita tutta la storia e la tradizione di un intero territorio oltre alla visione di permanenza e sopravvivenza dei vigneti che devono contrastare il fenomeno di urbanizzazione e preservare le antiche pratiche di allevamento del vitigno aspirino.

Un riconoscimento per un intero territorio che da sempre riconosce l’Alberata d’Asprinio come suo elemento identificatore. Dall’alto sei suoi 15 metri di altezza, essa rappresenta il baluardo del territorio. Una vedetta fiera che, forte delle sue radici ben impiantate nel terreno e sicura del sostentamento dei pioppi su cui si sorregge.

“Il progetto di iscrizione dell’Alberata d’Asprinio alla rete rurale del Masaf è giunto a conclusione dopo circa tre anni di incessante lavoro”. – commenta il gruppo Pro Loco Cesa che ha presentato il dossier di candidatura redatto dall’architetto Michele Autiero e il presidente dell’associazione Angela Oliva secondo le stringenti linee guida dell’Osservatorio con la collaborazione di professionisti del settore e con la concessione di pubblicazione di archivi fotografici privati. “Il dossier presentato– aggiungono – è costituito da un ampio studio storico, economico, sociale ed urbanistico, che mette in luce il legame tra paesaggio, cultura, società e produzione concentrandosi in particolare sull’integrità della pratica tradizionale, ovvero sul mantenimento delle sue caratteristiche fondamentali. Esso rimarrà inoltre uno strumento di conoscenza del territorio, utile sia per analisi tecniche che per finalità divulgative. Siamo pienamente soddisfatti di questo risultato – concludono – che inorgoglisce tutti coloro che vi hanno contribuito: a partire dal mondo delle Pro Loco in collaborazione con l’amministrazione comunale, la Regione Campania, le associazioni di categoria come Vitica, le cantine produttrici ed i viticultori ed, infine, il ministro Lollobrigida che ha firmato il decreto ed i componenti della Commissione Agricoltura”.