Le sette pizzerie scelte dalla Michelin 2020


Le pizzerie della Michelin

Le pizzerie della Michelin

Sono sette le pizzerie selezionate dalla Michelin: a Napoli 50 Kalò di Ciro Salvo, Concettina ai Tre Santi tra quelle di ultima generazione, Sorbillo ai Tribunali  e la Notizia di Enzo Coccia tra quelle della generazione di mezzo, quella che ha iniziato la volata nel 2009-2010 e due tradizionali, Da Michele e Trianon che da sempre stanno l’una di fronte all’altra,vestali di una tradizione intramontabile e affascinante.

Le pizzerie della MichelinLe pizzerie della Michelin

Poi, a sorpresa, fuori Napoli confermato Simone Padoan de I Tigli a San Bonifacio individuata come di tendenza.

Le pizzerie della Michelin

Le pizzerie della Michelin

La Rossa procede ad libitum e non si smentisce preferendo restare fuori dal vespaio del mondo pizza. Almeno per il momento. Come dice qualcuno, fa di necessità virtù perchè mantenere il controllo del territorio italiano in questo momento è davvero difficile, soprattutto a Roma e a Milano dove le novità spuntano come i funghi.
Quel che è certo è un filo rosso che lega tutte le scelte: una totale affidabilità.
L’attenzione al mondo pizza sta diventando spasmodica, anche la tv ha acceso i suoi riflettori con programi dedicati e l’interrogativo è sino a quando la Rossa deciderà di restare fuori.
Ma tutti napoletani? Hai voglia a strillare e frignare che la pizza ormai non è più napoletana e che le cose più interssanti si trovano in provincia, nel mondo globale valgono i messaggi semplici e semplificati ed è difficile scardinare i luoghi comuni su cui tutti, prima o poi, finiscono di adagiarsi.
Così Napoli continua a vivere (talvolta di rendita), di questo grande patrimonio manturato in questi secoli e consacrato, non dimentichiamo questo importante particolare, dalla decisione dell’Unesco come Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Arte del Pizzaiolo Napoletano.
Al momento, i turisti che la consultano faranno felici questi sei locali napoletani più Simone Padoan

Le pizzerie Michelin

2 Commenti

  1. Complimenti a tutti e 7 tanto per cominciare.Mi piacerebbe, però, conoscere i criteri che hanno condotto a questa scelta. Perché, per dirne una i fratelloni Salvo non sono tra i 7 e la vicinanza con il bravo Ciro non giustifica vista quella tra Michele e Trianon.
    E antica pizzeria Port’Alba che è il locale più antico al mondo in fatto di pizzerie?
    E Pepe e Martucci?
    Insomma, per quanto mi sforzi mi sembra più un riempimento di 3 paginette forse per risistemare i multipli di pagine spaiati da qualche stellato retrocesso a ristorante “semplice” che una selezione ponderata.
    Forse è il caso che la rossa cominci ad evitare di spingersi in campo nei quali non ha né uomini ne adeguate e consolidate competenze.
    Parere personale ovviamente.

    1. Caro Giustino, appare chiare che si tratta di scelte ad libitum basate sul sounding dei luoghi comuni. Nel mondo globale si va per semplificazioni rapide e dunque si mette quel che si conosce facendo, come è stato scritto a commento da un ex autorevolissimo rappresentante di questa guida, di necessità virtù.
      Di fronte a questo fare si possono assumere due atteggiamenti: uno che fa le pulci avendo come riferimento l’ambizione ottocentesca di spiegare tutto il reale e razionalizzarlo e l’altro che considera la cosa politicamente: in fondo si riconosce a Napoli il ruolo centrale in questo mondo pizza e poco importa chi c’è e chi non c’è perché alla fine, quando esce, il sole viene per tutti. Ovviamente compresa da qualche tempo l’impossibilità di asusmere i lprimo visto il Medioevo dilagante sui social, propendo per la seconda.
      Chiaro che la Michelin non ha i mezzi per affrontare questo segmento del cibo, almeno in Italia. Nemmeno noi potremmo se cominciassimo oggi. Perché a New York per esempio ce ne sono diverse tra i Bib Gourmand. In Italia ci siamo intrippati con la storia della stella a una pizzeria, ma nessuno sino ad ora ha considerato che almeno un bib gourmand si potrebbe dare. E invece nulla anche da questo fronte.
      Del resto di fronte agli strafalcioni gastronomici che abbiamo visto in giro e le marchette spudorate come quelli che hanno la pipì in autostrada senza fermarsi in aree di servizio, continuo a preferire la Rossa. Anche sulle pizzerie, dopo 50 Top Pizza ovviamente :-)

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