Le vie del vino in Campania: il Sannio per gli enoturisti


di Alberto Nigro

Troppo spesso i discorsi sull’enoturismo nelle aree interne della Campania sono intrisi di banalità. Il ragionamento di base è pressappoco il seguente: se si produce un buon vino si possono attrarre turisti che vogliono visitare cantine e degustare qualche calice, magari con l’accompagnamento di prodotti tipici locali. Le cose, però, non stanno proprio così. Non solo, almeno. La visita in cantina e la degustazione di vini, infatti, devono rappresentare il punto di partenza di un’esperienza ben più ampia. Un’ esperienza fatta di suoni, colori e odori unici, in cui ci si immerge completamente in un territorio venendo a contatto con la sua geografia, la sua storia e la sua cultura.

Ferme restando le enormi potenzialità delle province interne della nostra regione, la domanda che dovremmo porci a questo punto è: siamo pronti ad offrire un servizio enoturistico di qualità?

Di strada da fare ce n’è tanta, soprattutto in termini culturali ed infrastrutturali, ma il press tour promosso dall’ente di Palazzo Santa Lucia in occasione dell’approvazione della legge regionale sull’enoturismo è servito a far emergere realtà  davvero interessanti che, tra mille difficoltà, già da anni investono sull’accoglienza.

Cantina di Solopaca

Cantina di Solopaca

Per la prima giornata i riflettori sono stati direzionati verso il Sannio. Siamo partiti da Solopaca, comune di poco più di 3mila anime all’ombra del monte Taburno, ed abbiamo fatto la conoscenza di una delle cooperative agricole più antiche della regione: Cantina di Solopaca. Parliamo di una realtà sorta nel 1966 grazie alla lungimiranza di 25 agricoltori e che oggi conta circa 600 soci e 1.200 ettari di terreni vitati sparsi su 17 comuni. Il duro lavoro portato avanti negli anni ha fatto sì che vini nati per la massa (proveniente soprattutto dal casertano e dal napoletano) si trasformassero in prodotti di grande qualità che oggi possono essere assaggiati all’interno dell’azienda in una delle tre confortevoli sale degustazione allestite. Su richiesta degli avventori, inoltre, è possibile organizzare light lunch e prenotare camere per il pernotto presso strutture convenzionate.

Ad accompagnarci nel giro aziendale, tra botti, imbottigliatrici e macchinari per le analisi delle uve di ultimissima generazione, l’enologa Domenica Luciano e il socio della cooperativa Lucio D’Amico. Con il presidente Carmine Coletta (al timone da ben 13 anni), invece, abbiamo degustato alcuni dei prodotti di punta della cantina: dalla Falanghina spumantizzata (metodo Charmat) alla Coda di Volpe alla Barbera del Sannio consentendo alle papille gustative di fare un vero e proprio viaggio nelle peculiarità del territorio.

Da Solopaca in auto abbiamo raggiunto in circa 20 minuti la storica Fattoria La Rivolta, nel Comune di Torrecuso, tra i più noti nel beneventano per la produzione di vino di qualità.

Paolo Cotroneo

Paolo Cotroneo

Ad attenderci, Paolo Cotroneo, vulcanico farmacista prestato all’enologia che guida l’azienda di famiglia dal 1997. L’impatto è stato sorprendente: tenuta rustica ed elegante al tempo stesso, figlia di un sapiente recupero di un casolare in pietra dell’800.

Fattoria La Rivolta - vigneti e B&B

Fattoria La Rivolta – vigneti e B&B

Tutto intorno, un verde intenso di boschi e vigneti che raggiunge il suo apice emozionale grazie ad un ampio belvedere che accompagna la vista fino alla città di Benevento. Alla possibilità di degustare i vini, in un contesto estremamente curato, si aggiunge quella di alloggiare visto che la struttura ospita un suggestivo B&B dotato di sei stanze dove regnano la pace e il silenzio. I prodotti aziendali, poi, sono firmati dall’enologo Vincenzo Mercurio e già rappresentano un elemento sufficiente a programmare una visita.

Vini Fattoria La Rivolta

Vini Fattoria La Rivolta

Notevoli la Coda di Volpe (vero e proprio alfiere aziendale) e la Falanghina, ma ad incantare per eleganza ed equilibrio è sicuramente l’Aglianico che abbiamo avuto modo di degustare sia nella versione rosè che nelle versioni base e riserva.

Quindi destinazione Calvi, a circa 35 minuti di auto da Torrecuso, al confine con la provincia di Avellino, per cenare presso l’Agriturismo Villa Luisa. La struttura, inaugurata nel 2016, si offre in tutta la sua eleganza promettendo un’atmosfera rilassante ed esclusiva.

Villa Luisa

Villa Luisa

Il ristorante, guidato dallo chef Antonio Giangregorio, lavora alla spicciolata, ma è ben in grado di ospitare eventi e cerimonie. Le camere, poi, sono ampie e regalano un vista panoramica sulla valle del Calore. A guidarci nella visita, il titolare Antonio Casazza, brillante tecnologo alimentare che ha messo da parte la propria professione per dedicarsi a tempo pieno alla all’agriturismo e all’azienda agricola di famiglia che su oltre 20 ettari di terreni ospita uliveti, vigne e diverse tipologie di cereali. In sede si producono passate di pomodoro, salumi e olio extravergine di oliva di altissima qualità, ma è stato anche allestito un laboratorio per la produzione di dolci destinati esclusivamente agli ospiti della struttura.

Antonio Casazza

Antonio Casazza

Insomma, una giornata intensa alla scoperta del Sannio ricca d spunti e suggestioni che si è conclusa in provincia di Avellino, nel comune di Pietradefusi, per un sonno rigenerante presso l’hotel Torre in Pietra. D’altro canto, ad attenderci il giorno seguente c’era l’Irpinia. Ma questa è un’altra storia…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.