Marco Contursi. E baaasta con sti piatti.. sono solo per turisti


Made in Sud, Aicurzio, pasta patate e provola

 pasta patate e provola

di Marco Contursi

Ci sono piatti di cui veramente mi ha stancato leggere in tutti i menù, non parliamo poi dei video di foodblogger e comunicatori vari che, alla fine, sono quasi tutti uguali.

Quali? Vediamolo insieme:

  • Pasta e patate. Devo essere sincero non l’ho mai particolarmente amata, a me la patata piace in altri modi. Ma, di pasta, patate e provola, davvero non se ne può più. Ormai chiunque mette video di questo piatto, ma pasta e fagioli, lagane e ceci, pasta e lenticchie sono meno instagrammabili???
  • Genovese (con tutte le sue varianti). Altro piatto che non mangio perché odio la cipolla ma non c’è menù ormai, dal ristorante alla trattoria, passando per gli agriturismi che non la metta, anche in zone in cui fino a pochi anni fa, neanche sapevano cosa fosse. E poi quante varianti: di tonno, di polpo, di agnello, di cinghiale, di mammuth.. e baaaaasta
  • Le polpette della nonna. Ma perché se erano della zia o della cugina? No, della nonna. Mia nonna non le ha mai fatte, anzi, mi diceva di non prendere mai al ristorante roba tritata (polpette, polpettone, cannelloni ecc)…..bah….
  • Pizze gorumet. Ormai sulla pizza ci finisce di tutto, recentemente leggevo di un filetto di canguro su una pizza, ma troviamo anche tartare di manzo di Kobe, aragosta, germogli vari, e non se ne può più. Oltretutto l’impasto napoletano, molto sottile, mal regge il peso di tutta sta roba che finisce poi per sfondare la pizza al centro. Margherita, marinara, capricciosa ad esagerare, e va bene così.
  • Cornetti con dentro il mondo. Ormai se vai in una cornetteria e chiedi un cornetto al cioccolato o alla crema ti guardano come uno sfigato. Perché ormai nei cornetti ci va l’impensabile: snack vari (kinder bueno, lion, kitkat) e finanche, gelati confezionati, e chi più ne ha più ne metta. Ovviamente l’impasto è mediocre ma l’importante è farsi la foto con questo mostro di 3 kg in mano…
  • Maialino nero. Prima odiato per il grasso, tanto che stava per scomparire, ora la razza casertana è tornata in auge e la trovi dovunque, sotto il nome (sbagliato) di “maialino nero”. Premesso che non è un maialino e neanche nero (ma grigio ardesia) ma poi siamo sicuri che tutto quello che viene spacciato per tale lo sia? Sicuramente no, non lo è.
  • Panini bun con mille cose che colano o con smash burger. Sta moda del food porn ha stancato e chi ci va appresso è uno sciocco patentato. Si creano bombe di grassi e calorie inenarrabili, dove i gusti non si distinguono e soprattutto diventa impossibile capire se i singoli ingredienti sono di qualità o meno. Perché se metti 10 cose e ricopri tutto con cheddar fuso, pure sa hai utilizzato carne andata a male, il consumatore non lo riconosce. Al momento, ma poi si fa 3 giorni sul water. Smash burger poi nuova moda, ma sentire definire succoso un pezzo di carne spesso pochi millimetri e stracotto mi sembra un tantinello fuori luogo…
  • Al you can eat di sushi. Il sushi è un grande piatto di una grande cucina come quella giapponese. Vederlo mortificato in formule 13.99 alla you can eat fa davvero tristezza. E a parte questo, resta un fondamentale dubbio circa la qualità di quello che viene dato. Il pesce buono costa, a 13.99 ogni neanche una pizza ci compri…
  • Tarallo sbriciolato e burrata. Ormai sto tarallo lo trovi dappertutto, sulla pizza, sulla pasta, dentro il panino, e quasi sempre con una burrata che, tagliata, allaga tutto, rendendolo un mappazzone. Uno schifo senza se e senza ma. Lasciateli stare questi due grandi prodotti che si abbinano bene, il tarallo a una grande salsiccia secca e la burrata ad un buon capocollo e due pomodorini.
  • Carne con frollature estreme. Allora oltre i 40-60 giorni max di frollatura è solo per riempirsi la bocca, idem frollarla con cose strane tipo burro, cera, sotto terra ecc. L’EFSA ha detto che la carne frollata a secco può essere considerata sicura  tanto quanto la carne fresca se la frollatura viene effettuata per un massimo di 35 giorni a una temperatura di 3°C o inferiore. Il resto è un modo per spillare soldi.

Me n’è sfuggito qualcuno?

5 Commenti

  1. Caro Marco,
    aggiungerei altri due prodotti sempre molto gettonati nei menù:
    – gambero di Mazara del Vallo
    – pistacchio di Bronte

    Tanti auguri di serene feste di Natale e felice anno nuovo.
    Carlo

  2. E basta co sti occhiacci.Tanto lo sappiamo che sei buono come il pane con una fetta di buon salame! E le alici di menaica e tutti i veri o presunti presidi slow food ce li dimentichiamo?Confort food ormai non è il piatto che più amiamo ma ciò di cui più si parla e noi ripetiamo.La cucina come la società vive ormai solo di ovvietà. FRANCESCO

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