Dieci birre artigianali da Sogno


Dieci birre da sogno

Dieci birre da sogno

di Andrea Docimo *

Scrivere di birra non è mai semplice, figurarsi quando occorre tracciare una sorta di vademecum che possa guidare un generico avventore X nella scelta della bevanda luppolata più famosa al mondo. Tuttavia, citando il buon vecchio Virgilio, Audentes fortuna iuvat”, non perdiamoci d’animo. Tra le tante birre prodotte in tutto il mondo (e che ovviamente non ho avuto ancora modo di assaggiare in toto), mi sono sentito di selezionare quelle un po’ più “trendy”, un po’ più “alla moda”, oggi che la filosofia “hipster” sta tornando prepotentemente in auge. Ecco, dunque, che molte delle birre delle quali parleremo dovranno essere cercate, agognate e dunque scovate, girando un po’ tra i bei pub che il territorio campano (e non solo) ci mette a disposizione. Via ai mini-trip per provare quella imperial stout, piuttosto che quella bitter, via ai nasi investiti da mille sentori e agli occhi che si chiudono nel momento di massima estasi: la birra è sensibilità, confronto-scontro, aggregazione tout court. Ho cercato di creare una top 10 che abbracciasse stili variegati, così da non far emergere la mia naturale propensione per stout, barley wine e acide (me la sono cavata?). Forse quella di “top 10 “ è una definizione che sta davvero stretta, quindi d’ora in poi la chiameremo davvero “vademecum delle birre più trendy in circolazione”.

Ora veniamo al bello, che poi sono le birre, elencate in ordine rigorosamente casuale eccetto la prima, che è un po’ la mia birra del cuore:

 

Cuvée Delphine (De Struise Brouwers)

Cuvée Delphine di De Struise Brouwers

Cuvée Delphine di De Struise Brouwers

– IMPERIAL STOUT, prodotta sulla base della Black Albert (grandissima imperial stout anch’essa) ed invecchiata per un anno in botti di Bourbon Four Roses, possiede un corpo importante di colore nero impenetrabile, schiuma fine mediamente persistente di color caffellatte. Al naso malti tostati, frutti di bosco e cacao, in bocca una vera e propria esplosione di cioccolato, liquirizia, vaniglia, caffè e buon caramello, sapori tutti perfettamente bilanciati ed esaltati dall’aroma di Bourbon. Personalmente la abbinerei a dell’ottimo cioccolato fondente. Una sinfonia di Liszt, per animo e palato. (Ri)Trovata in patria allo Sturgis Beerhouse a Brusciano.

 

Fou Foune (Brasserie Cantillon)

Fou Foune della Brasserie Cantillon

Fou Foune della Brasserie Cantillon

– LAMBIC ALLA FRUTTA, birra a fermentazione spontanea che se reperita fa la fortuna di chi la prova. Oro liquido prodotto con albicocche Bergerons, di aspetto torbido, ricca al naso ed al palato, in cui l’acido (elemento predominante in tali birre) è perfettamente equilibrato ai profumi ed ai sapori delle albicocche, nonché ai sentori di pesca. Nel complesso morbida e rotonda nonostante lo stile sia ostico ai più.

 

Rochefort 10 (Brasserie de Rochefort)

Rochefort 10 della Brasserie de Rochefort

Rochefort 10 della Brasserie de Rochefort

– TRAPPISTA, la mia preferita in questo mare che diventa sempre più magnum (il numero birrifici-monasteri che attualmente possono fregiarsi del marchio Authentic Trappist Product è balzato a 20). Molto simile per complessità ad un Barley Wine, è caratterizzata da un corpo color tonaca di frate con riflessi rossastri e da una schiuma beige generosa ed abbastanza persistente. Sentori di cioccolato, frutti rossi, toffee, quindi in bocca via a liquirizia, dolcezza ben armonizzata con il tenore alcolico (parliamo pur sempre di una vol. 11.3% alc.), cioccolato, frutta candita, con un meraviglioso finale secco. Una birra fantastica (persino migliore se con qualche annetto sulle spalle) e facile da reperire ad un prezzo davvero esiguo per la qualità messa in gioco.

 

Thomas Hardy’s Ale

Thomas Hardy's Ale

Thomas Hardy’s Ale

– BARLEY WINE, un “vino d’orzo” di origine anglosassone la cui personificazione perfetta sarebbe un lord inglese con smoking, cilindro e bastone da passeggio in ebano. Semplicemente perfetta: poca carbonazione, corpo medio di color rubino brunito, sentori di frutti di bosco, aroma vinoso che riporta alla mente i grandi Porto, Sherry, caramello e tabacco; al palato dolcezza perfettamente equilibrata con una acidità appena percepibile, e dunque miracolo di caramello, liquirizia, frutti rossi e frutta secca, nuovamente Sherry. Un capolavoro, devo un grazie sentito a chi l’ha fatta tornare dopo l’interruzione della produzione. Difficilissima da trovare, reperita (fino ad ora) soltanto al pub-birreria Ottavonano di Atripalda (AV). La consiglierei abbinata ad un bel formaggio erborinato a pasta dura, come il Blue Stilton.

 

Pannepot (De Struise Brouwers)

Pannepot di De Struise Brouwers

Pannepot di De Struise Brouwers

– BELGIAN STRONG ALE, grande carattere per una birra con la quale non si sbaglia mai: Struise è una garanzia. Color mogano, schiuma corposa mediamente persistente, sprigiona al naso aromi di caffè, banane, cacao, cannella e prugne, mentre in bocca è tutto un mix sapientemente bilanciato di vaniglia, cioccolato, caramello, liquirizia, caffè e frutta matura. Una birra pericolosa, perché nonostante la gradazione (vol. 10% alc.) scorre piacevolmente. Una vera e propria “femme fatale”.

 

Ligneum (Birrificio Il Chiostro)

Ligneum del Birrificio Il Chiostro

Ligneum del Birrificio Il Chiostro

– BARLEY WINE prodotto unicamente per L’Ottavonano ad Atripalda, costituisce l’ evoluzione di pregio della già ottima Memento Mori: dopo una prima fermentazione in botti di acciaio, fa passaggio per 13 mesi in botti di Taurasi dei “Feudi di San Gregorio”. L’effetto ottenuto è meravigliosamente disarmante: corpo color mogano, schiuma praticamente inesistente, al naso sentori di mosto, Sherry, frutti rossi, mentre in bocca è tutto un gioco di acidità (che contribuisce ad una certa pastosità), tannicità, vinosità, carbonazione mai invadente, frutta secca. Questa la vedrei molto bene con un bel tagliere di formaggi, oppure a fine pasto con un bel cubano.

 

Aardmonnik – Earthmonk (De Struise Brouwers)

Aardmonnik-Earthmonk di De Struise Brouwers

Aardmonnik-Earthmonk di De Struise Brouwers

– FLEMISH SOUR ALE/VLAMS OUD BRUIN dell’ inossidabile birrificio sito in Oostvleteren (Belgio), che peraltro se piazza la terza birra un motivo sicuramente ci sarà. Una birra complessa, atipica, che sfugge a qualsiasi definizione: di color rubino scuro, sotto il profilo olfattivo c’è una gradevolissima frutta candita, un vinoso che fa da background e sensazioni agrumate in lontananza. Impressioni peraltro confermate all’assaggio, che dona al palato un nettare in cui si percepisce sì la nota acidula, ma è nonostante ciò perfettamente armonizzato dal toffee, dalla ciliegia, dalla prugna e da una vinosità che con l’andare della bevuta diviene predominante. Non sarebbe bello l’abbinamento con un bel panettone?

 

Le Coq Imperial Extra Double Stout (Harvey’s)

Le Coq Imperial Extra Double Stout di Harvey's

Le Coq Imperial Extra Double Stout di Harvey’s

– RUSSIAN IMPERIAL STOUT di caratura importante, quanto mai complessa e ricca. Color marrone scuro con sfumature bronzee, stupefacente densità ed un cappello di schiuma che fa da Velo di Maya fino al primo sorso. Se a monte dell’assaggio vi sono un piacevole affumicato, noci, caffè e cacao nonché frutti rossi, a valle di esso si percepiscono caffè, liquirizia in lontananza, vinosità ed un cacao molto persistente. Un capolavoro.

 

De Ranke XX Bitter (Brouwerij De Ranke)

De Ranke XX Bitter di Brouwerij De Ranke

De Ranke XX Bitter di Brouwerij De Ranke

– BELGIAN ALE, birra color oro con corpo torbido ed una schiuma compatta e persistente, fresca e beverina. Bei sentori floreali, di erba tagliata, con stupende note agrumate. Al palato emerge la luppolatura importante, coadiuvata e parzialmente ovattata dal caramello e da una bella speziatura. La più beverina tra quelle citate in questo articolo, per non rinunciare alla qualità nelle belle braciate estive.

 

The Kernel India Pale Ale Mosaic (The Kernel)

IPA Mosaic di The Kernel

IPA Mosaic di The Kernel

– IPA, uno dei tanti masterpiece prodotti da questo birrificio inglese, protagonista dal 2009 della new age brassicola del proprio Paese. Colore ambrato torbido, schiuma minima, rimanda sotto il piano olfattivo alla pesca, alle erbe aromatiche, all’ananas, al mango. In bocca è un perfetto mix di frutta tropicale, arance, caramello e di nuovo pesche. Equilibrata e godibile, ma d’altronde con Kernel non si sbaglia davvero mai. Un’ IPA del genere la accosterei ad un buon dessert alla frutta.

 

Concludo evidenziando un concetto a mio parere importante: sono miei gusti personali, nel variegatissimo mondo delle birre ci sarà sempre una birra che potrà piacere più di un’altra “star” della stessa categoria, ed ecco perché questa non è (né sarà mai) una vera e propria top 10!
Viaggiate, scoprite nuovi posti, brindate e divertitevi.
Cheers!

* food and beer blogger di The Taste Engineer