Mongioia e il Moscato che resiste storia, memoria e futuro nel cuore di Santo Stefano Belbo


Riccardo Bianco - Cantine Mongioia

Riccardo Bianco – Cantine Mongioia

di Tonia Credendino

Ci sono incontri che non si dimenticano, anche in mezzo al frastuono di una fiera come il Vinitaly. Riccardo Bianco è uno di quegli uomini che ti restano impressi non solo per ciò che dicono, ma per come lo dicono. Preciso, meticoloso, sensibile. Uno di quei “vecchio stampo” nel senso più alto e nobile del termine: un uomo che si prende cura della sua terra e del suo vino come si farebbe con un’eredità preziosa. Con amore, con rispetto, con dedizione quotidiana.

Durante il nostro incontro, ho avuto l’opportunità di degustare l’intera gamma dei suoi Moscati, rimanendo colpita dalla varietà e dalla profondità delle interpretazioni offerte. Dai Moscati dolci — classici ma mai scontati — fino alle versioni secche, brut, affinate in anfora o metodo classico, ogni etichetta sembrava svelare un volto diverso del Moscato Bianco.

Moscato - Cantine Mongioia

Moscato – Cantine Mongioia

Dal sorso teso e asciutto del Leonhard, al perlage elegante del Meramentae, fino all’originalità vibrante della Moscata, ogni bottiglia era una piccola sorpresa. E poi ancora, altre espressioni che raccontano l’identità profonda di Mongioia: vini luminosi, essenziali, capaci di durare nel tempo, fino ad arrivare a una bottiglia del 1999, capace di raccontare quanto il Moscato possa reggere il tempo con grazia. Poi, l’incontro con L’Astralis: intenso, emozionante, quasi spirituale. Un Moscato fuori dal tempo, che riassume in sé tutta la filosofia di Mongioia.

Meramentae - Cantine Mongioia

Meramentae – Cantine Mongioia

Moscata - Cantine Mongioia

Moscata – Cantine Mongioia

La sua azienda affonda le radici nella frazione Valdivilla di Santo Stefano Belbo, tra le colline delle Langhe e del Monferrato, in un angolo di Piemonte che sembra scolpito per custodire bellezza e silenzio. È il paese natale di Cesare Pavese, e forse non è un caso: “Qui tutto è letteratura, tutto ha il ritmo lento delle stagioni e delle mani che raccolgono.”

Riccardo me ne ha parlato con occhi lucidi: “Ogni collina ha un nome, ogni curva una memoria. Qui la vite si arrampica su pendii così ripidi che si parla di viticoltura eroica. Ma è proprio in quei ‘sorì’, quegli appezzamenti con pendenze sopra il 40%, che nasce la vera magia. Sono vigne che respirano l’altitudine, il sole e la fatica. Le nostre uve crescono così, in equilibrio tra cielo e terra.”

Ecco il cuore di Mongioia: una viticoltura fatta a mano, su terrazze di pietra, dove il Moscato Bianco trova la sua massima espressione. Qui non si produce per moda, ma per memoria. Abbiamo parlato insieme, tra calici pieni e parole sincere. Ecco cosa mi ha raccontato.

Intervista a Riccardo Bianco – L’anima di Mongioia

Cosa rappresenta per te l’azienda Mongioia?

Mongioia rappresenta la mia radice e il mio presente. È una storia di famiglia, nata dall’unione dell’esperienza di mio padre con il mio desiderio di evoluzione. Abbiamo fatto tante prove, tanta sperimentazione, per dare una possibilità nuova a un grande vitigno italiano come il Moscato Bianco. Mongioia è la mia anima: c’è dentro ogni mia sensazione, ogni frammento di me che arriva a chi beve il nostro vino.

Mongioia - Cantine Mongioia

Mongioia – Cantine Mongioia

L’Astralis è uno dei vini simbolo dell’azienda. Ce lo racconti?

L’Astralis è stato il primo vino nato in azienda, nel 1998. È un Moscato “old style” che riprende le caratteristiche delle versioni di fine Ottocento, ma reinterpretato con materiali e tecniche moderne. Lo filtriamo ancora oggi goccia a goccia, usando sacchi di cotone. Il risultato è un Moscato che ricorda i passiti, con una gradazione alcolica molto bassa ma una capacità di evoluzione incredibile. È stato lui a far scattare in me la voglia di osare, di cercare nuove strade per questo vitigno meraviglioso.

L'Astralis - Cantine Mongioia

L’Astralis – Cantine Mongioia

Il Moscato oggi: dolce, versatile, resistente. Come lo vedi nel presente e nel futuro?

Il Moscato è un vino poco esplorato nelle sue vere potenzialità. È versatile: non solo dolce da dessert, ma anche perfetto con piatti salati, formaggi, insaccati e persino pesce crudo o cibi piccanti. In Svizzera lo usano come aperitivo, in Asia lo bevono con grande naturalezza. Massimo Bottura l’ha abbinato per due anni al cotechino con le lenticchie. È un vino con grande diffusione nel mondo: se ne alziamo la qualità e ne rafforziamo l’identità, può ancora crescere moltissimo. E oggi, con il trend dei vini a basso tenore alcolico, ha tutte le carte in regola per parlare a un pubblico nuovo, curioso, consapevole.

Il Moscato, spesso sottovalutato, è in realtà un vino dalla forza gentile. Un vino che non alza la voce, ma resta. Resiste. E nel lavoro di Riccardo Bianco c’è tutta la forza della memoria, tutta la bellezza di un sapere antico che si rinnova, e tutta la dolcezza di una terra che, se ascoltata, ha ancora tantissimo da raccontare.

Cantine Mongioia
Frazione Valdivilla, 40 – 12058 Santo Stefano Belbo (CN)
Tel. +39 0141 847301
WhatsApp: +39 338 9300843
E-mail: [email protected]
Sito web: www.mongioia.com

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