Napoli, Pizzeria Fresco


Via Partenope, 8
081.6582823

Un posto che ci piace sul lungomare cittadino con Alfredo Forgione, il Re della Pizza, ai comandi



Il temperamento è quello che è, irruente e irriverente. Al suo fan Emanuele Filiberto, che lodava la pizza, rispose: «Voi siete principe, io sono re». Appunto, il re della pizza, al secolo Alfredo Forgione, che abbiamo già seguito nelle sue peregrinazioni napoletane, da quando «’o rre» se n’è andato dal suo regno di Ciro a Mergellina, dopo quarant’anni di servizio onorato e una esperienza ancora precedente da «Salvatore alla Riviera», al tempo dei mitici posteggiatori gemelli, i fratelli Vezza. Prima al Voga di Coroglio, poi alla Sacrestia, poi ancora a Stromboli e a Londra, dove ha raddoppiato il Fish&Chips del fratello con una pizzeria, Alfredo è instancabile e sorridente. Come tutte le primedonne non dice l’età, ma confessa che lui è come il vino buono, migliora con gli anni. A dargli ragione, per la verità, ci sono i suoi clienti affezionati, che lo seguono ovunque vada. Ora Forgione s’è fermato al «Fresco», locale di via Partenope che ha trasformato in trattoria-pizzeria gli ex uffici di una banca. Cucina discreta, pizza superlativa, e questo fa la differenza. Con gli anni Alfredo s’è ammorbidito, ora ammette persino che il suo assistente, il giovanissimo Roberto Esposito, «è uno che si farà». E nell’insieme il ristorante è piacevole, ben governato da Gennaro Varriale, anche se acquisterebbe molto più appeal con un arredo meno pesante, meno salotto buono di famiglia. Dalla cucina dello chef Peppe Palumbo, puteolano, arrivano i consueti antipasti, dalle bruschette alle insalatone. Tra le cose migliori un’ottima frittura all’italiana e la carne di qualità (bistecche, filetti, tagliate, polpette fritte e al ragù). Il pesce è meno presente, ma è buono il filetto di tonno con verdure e il pescato del giorno, quando c’è. Primi piatti classici, come gli ziti a candela al ragù, i tubetti cozze e pecorino, e qualche esperimento (schiaffoni con zucca, mascarpone, noci e pecorino). Naturalmente, il piatto forte sono le pizze (e le pizzette) di Alfredo. Insuperabile la margherita, ma anche le varianti con salsiccia e friarielli, con la parmigiana di melanzane, la pizza di scarole e il calzone ripieno al forno o fritto sono eccellenti. Tutta la gamma è da provare grazie all’ottima pasta di base. Tanto buona da aver convertito persino Umberto Bossi, che dopo l’assaggio arrivò a dire: «Vale la pena di essere napoletani solo per poter assaggiare questa pizza». Spenderete 25/30 euro, piccola carta dei vini.
Santa Di Salvo
Dal Mattino del 12 febbreio

2 Commenti

  1. Ci sono stato a Pasqua 2010, il locale è un po’ misto tra hitech e antico, forse è meglio stare fuori. l’hottelire non è male, anche i cameriieri, ma le pietanze non sono al massimo, lasagna di mare con un gusto poco mare ma pieno di salsa di pomodoro forse troppo piccante, pesce discreto, conto salato ( 50 euro a pax) rispetto a tutto, voto 5.

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