Nusco, Caseificio Antica Bontà d’Irpinia


Via SS. Giovanni e Paolo
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Il Parco regionale dei Picentini ha una grande tradizione di latte e formaggi. Il motivo è semplice: nella Piana del Dragone e in quella di Laceno nel corso dei secoli è stato possibile mantenere l’allevamento vaccino grazie soprattutto all’abbondanza delle acque. Pochi sanno infatti che Napoli, la Puglia, l’Irpinia, la piana del Sele, la Costiera Amalfitana e Salerno si dissetano con le acque che nascono in questa fortezza naturale per secoli rifugio di sanniti e irpini che tenevano in scacco i romani, un po’ come succede con il taleban e gli americani in Afghanistan. Lasciata Avellino, la strada che porta a Montella, una delle capitali dell’arte del formaggio in Campania, sono davvero numerosi i caseifici.

Oggi segnaliamo questo di Nusco che ha un punto vendita nel cuore del bellissimo centro completamente ricostruito dopo il terribile terremoto del 1980. Formaggi, fiorfilatte, soprattutto la mitica ricotta nuscana ottenuti con il latte di animali allevati allo stato semibrado. E ancora il caciocavallo silano, i burrini in cortecia, le scamorze, i nodini ripieni di olive, qualche pecorino. Il caseificio è gestito dai figli di Giuseppe Meluzio e Concetta dell’Angelo, due famiglie che hanno una lunga e vera tardizione alle spalle visto che i nonni, Aniello Dell’Angelo e Liberato Meluzio, hanno vissuto di pastorizia sino agli anni ’60: una vita dura, giocata sulle rotte della transumanza che d’inverno li portava in Puglia vivendo per mesi lontano da casa. Oggi questa tradizione viene portata avanti da Carmine, Lello e Liberato. Così vi consiglio: dopo una sosta dal grande Antonio Pisaniello alla Locanda di Bu, un salto qui è d’obbligo. Non siamo in capo al mondo, ma a 20 minuti di auto da Avellino.