Oliver Glowig & Salvatore De Gennaro – Mercato Centrale Roma: basta fuffa di lusso, qui conta il piatto!


Oliver Glowig al Mercato Centrale di Roma

Oliver Glowig al Mercato Centrale di Roma

Fa decisamente colpo poter mangiare le «eliche cacio, pepe e ricci di mare», uno dei piatti simbolo di Oliver Glowig, su un tavolo con la tovaglietta e le posate d’ordinanza. Seduto alla Stazione Termini lato via Giolitti, uno dei luoghi più degradati del centro della Capitale dove a cento metri un rivenditore di pizza spara musica violando tutti i decibel consentiti dalla legge. E non, invece, coccolato da un cameriere che ti accomoda la sedia, ti cambia il tovagliolo se vai in bagno e ti versa l’acqua.

Cucina e dispensa, Oliver Glowig e Salvatore De Gennaro

Cucina e dispensa, Oliver Glowig e Salvatore De Gennaro

«Da due settimane mi sento rinato – confessa il cuoco tedesco – non ero più abituato a questi numeri, è bellissimo far da mangiare in questo modo, vedere la zona frequentata da bella gente e tanti colleghi che mi vengono a trovare».
Il primo a capire con largo anticipo il nuovo vento gastronomico è stato Davide Oldani e la sua formula pop con il D’O a Cornaredo: l’allievo di Marchesi ha lanciato una serie di piatti storici, tra cui la mitica cipolla caramellata, a prezzi popolari con un servizio attento ma essenziale.

Glowig in cucina

Glowig in cucina

Niko Romito, pur mantenendo il suo locale Casadonna di Castel di Sangro al massimo livello che gli ha consentito di conquistare le Tre Stelle, l’unico a Sud, ha lanciato la formula Spazio inviando gli allievi della sua scuola in locali ben caratterizzati dove i prezzi dei piatti d’autore sono più che accessibili, persino in Galleria a Milano dove la squadra è diretta dalla bravissima Gaia Giordano.
Ma alla stazione Termini è in atto una rivoluzione ancora più profonda, il bistellato con una piccola brigata, compreso lui sono in cinque, impegnato nel Mercato Centrale, la formula fortunata che ha cambiato il piano superiore del Mercato di San Lorenzo a Firenze e che sta riempendo questo lato di via Giolitti.

Glowig in cucina

Glowig in cucina

Oliver Glowig è uno dei pesi massimi della ristorazione italiana dopo aver lasciato la Germania nel 2001, un anno dopo aver ottenuto la sua prima stella Michelin al ristorante «Acquarello» di Monaco di Baviera, per andare a Capri dove trova l’amore e la prima consacrazione al Capri Palace: l’incontro con Tonino Cacace è di quelli fortunati, il patròn mostra di credere davvero nella ristorazione e centra l’obiettivo con la prima stella nel 2004, seguita dalla seconda nel 2006. Una vera fucina di talenti in cui lavora, tanto per fare un citazione, anche Sergio Lovrinovich, attuale direttore della Michelin succeduto a Fausto Arrighi tre anni fa. Due stelle che non lo abbandoneranno più, confermate anche nel 2012 quanto sbarca a Roma, dopo la parentesi di Montalcino, all’interno dell’Aldrovandi Villa Borghese.

 

Glowig e De Gennaro, Mercato Centrale, scorcio della sala

Glowig e De Gennaro, Mercato Centrale, scorcio della sala

Da questi ambienti di lusso Glowig esce bruscamente per immergersi in questa nuova avventura insieme a Salvatore De Gennaro de La Tradizione di Vico Equense: un autentico scout di prodotti, gestore del backstage di quasi tutti gli stellati della Penisola Sorrentina. La formula al secondo piano del Mercato Centrale di Termini è semplice: piatti a costi accessibili, una buona cantina di bottiglie ben calibrate, la possibilità di acquistare prodotti di alta qualità, dalla pasta di Gerardo Di Nola alle alici di Cetara, ai babà nel limoncello della Penisola Sorrentina. Al piano di sotto ci sono le pizze e i pani di Gabriele Bonci, le carni della Bottega Liberati, il Trapizzino di Stefano Callegari e tante altre botteghe di artigiani del gusto secondo la formula ben collaudata a Firenze.

Glowig, il pane

Glowig, il pane

Possiamo parlare di tendenza? Beh, a Parigi è famoso il caso del bistellato la Bigarrade proprio a ridosso della Périphérique con il cuoco giapponese Kanayama Yusuhiro dove ti lasciano le posate sul tavolo. Oppure ha fatto scalpore la scelta Akihiro Horikoshi di aprire un piccolo spazio nel 7° Arrondissement con quattro tavoli dopo aver trascorso trent’anni nell’ingessato tristellato Ambroisie a piazza dei Vosgi. E chi ha tolto tutti gli orpelli, per tornare in Italia, compresa una pesante carta dei vini, è Salvatore Tassa, che a sessant’anni suonati ha deciso trapassare da chef a «cuciniere».

Antipasto con la selezione di Salvatore De Gennaro

Antipasto con la selezione di Salvatore De Gennaro

Una tendenza, dunque, che non ha le sue radici solo nella crisi economica perché anche in questi periodi il lusso non ha battute di arresto, semmai si preferisce esibire meno. Glowig, Oldani, Tassa, i giapponesi di Parigi, i ragazzi protagonisti della bistronomie, ma anche i fratelli Pellegrino a Lecce, sono l’espressione di uno stile di vita che cambia, del desiderio di concentrarsi sulle cose essenziali lasciando da parte il manierismo.

 

Glowig, ricotta, alici di Cetara e puntarelle

Glowig, ricotta, alici di Cetara e puntarelle

A guadagnarci sono gli appassionati che possono mangiare piatti pensati e realizzati da un bistellato del calibro di Oliver anche con 30 euro nel cuore di Roma.

Glowig, risotto all'amatriciana

Glowig, risotto all’amatriciana

Alla Stazione aspettando il treno.

Glowig, eliche cacio e pepe con ricci di mare

Glowig, eliche cacio e pepe con ricci di mare

 

Glowig, polpo, patate, fagiolini e pesto dello chef

Glowig, polpo, patate, fagiolini e pesto dello chef

 

Glowig, l'abbacchio

Glowig, l’abbacchio

 

Glowig, crema di caprino e fichi d'india

Glowig, crema di caprino e fichi d’india

 

Glowig, zeppoline finali

Glowig, zeppoline finali

 

Glowig e De Gennaro, Mercato Centrale, primitivo di Manduria

Glowig e De Gennaro, Mercato Centrale, primitivo di Manduria

La Tavola, il vino e la dispensa
Oliver Glowig e Salvatore De Gennaro
Mercato Centrale Roma Termini
Via Giolitti, 36
Sempre tutti i giorni aperto a pranzo e cena sino alle 24

La tavola, il vino e la dispensa

La tavola, il vino e la dispensa

Un commento

  1. Big Savvatore.Inarrestabile e sempre all’avanguardia.Da sempre dietro agli stellati dei due golfi se la cava alla grande anche nei migliori palcoscenici gastronomici.Da raccomandare di sicuro anche agli automobilisti che mai si sognerebbero di usare la strada ferrata sopratutto se nella sua “dispensa”possiamo trovare il suo grande salame napoletano o il “cento scalini”.PS .Mi chiedo,visto che non c’è una sua foto,se è ancora a dieta oppure è ritornato ,come da “tradizione “,alla sua forma migliore.Ad maiora FM.

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