Paestum Wine Fest – Masterclass Vini del Vulture


Paestum Wine Fest Bottiglie vini del Vulture

Paestum Wine Fest Bottiglie vini del Vulture

di Enrico Malgi

Ancora un’interessante Masterclass al Paestum Wine Fest Salone del Vino. In questa occasione si tratta della degustazione di sei bottiglie (tre+tre) provenienti dal vocato territorio del Vulture di due aziende leaders: Terre dei Re e Cantina di Venosa, qui rappresentate rispettivamente da Paride Leone e Feliciano Roselli, i quali hanno vivacizzato la seduta insieme con Paolo Lauciani della Fis.

Da sx Feliciano Roselli, Paolo Luaiciani e Paride Leone

Da sx Feliciano Roselli, Paolo Luaiciani e Paride Leone

Si incomincia con l’etichetta Divinus Aglianico del Vulture Superiore Docg 2015 Vigna Piano di Carro. Terre dei Re. Soltanto Aglianico.

Nel bicchiere risalta un inchiostrato colore rosso cupo vivo e sfavillante. Il sontuoso e variegato bouquet è detentore di un vasto ventaglio olfattivo, che si apre al naso generosamente per offrire in dono i suoi molteplici e gradevoli profumi. In primis si celebrano godibili afflati di frutta rossa piccola e media anche in versione secca. In appresso si rilevano poi espansive fragranze floreali e vegetali, insieme con connotazioni cenerine e tostate e/o con eccellenti captazioni speziate e terziarie. L’ospitale bocca accoglie un sorso avvolgente, essenziale, fresco, morbido, balsamico, aggraziato, sapido e sulfureo. Tessitura tannica bene affusolata dopo i quattro anni che il vino ha trascorso a riposare in botte. Progressione palatale imperiosa, profonda, tonica, corroborante, sensuale, armonica, equilibrata e rotonda. Ne avrà ancora per molti anni. Affondo finale elegante, fine e persistente. Davvero un grande vino territoriale.

Calata delle Brecce Pinot Nero Basilicata Igp 2019. Terre dei Re. Pinot Nero al 100%

Ormai bisogna farsene una ragione: anche nel Vulture sono stati piantati vitigni cosiddetti “internazionali”, che poi al 99% sono di origine francese. Nulla da eccepire per carità, basta che i vini siano buoni e tutto si aggiusta.

E questo è proprio il caso in esame, laddove si inizia con una tonalità di rosso, segnata da un coreografico colore rubino trasparente e sfaccettato di lampi purpurei come da copione, anche perché come di sa la buccia degli acini del Pinot Nero è molto sottile ed è carente di antociani. Inconfondibili poi gli aromi fruttati marcatamente varietali di ciliegia, ribes, mirtilli, lamponi, more e fragolina, che operano di concerto con nuances di arancia rossa, rosa silvestre, sambuco, spezie orientali, tostatura, grafite e liquirizia. In bocca esordisce un sorso accattivante, morbido, carezzevole, flessibile, pulito, balsamico, sapido, equilibrato, appassionato e tagliente. Appeal elegante, fine, vellutato, seducente, raffinato, aristocratico e sensuale. Trama tannica gentile ed ottimamente ordita. Vino che esibisce poi uno stile ben curato e moderno. Allure classicheggiante. Buona la serbevolezza. Chiusura su toni molto persistenti ed epicurei.

Vulcano 800 Spumante Rosé Brut Metodo Classico 2019. Terre dei Re. Soltanto Pinot Nero.

Alla vista si appalesa un radioso colore rosa languido, sfumato e delicato. Spuma vaporosa e sinuosa. Perlage fitto di ascensionali bollicine fini e persistenti. Bouquet estremamente interessante, dal cui crogiolo un naso curioso riesce ad annusare goliardici e promiscui profumi di piccole drupe del sottobosco, insieme a punteggiature di melagrana e chinotto, svolazzi floreali di glicine, lavanda e mughetto, tenerezze vegetali di menta, salvia, malvarosa e timo, sussulti speziati e credenziali di pane fresco appena sfornato. In bocca penetra un sorso che sa di buono, così effervescente, secco, delizioso, leggiadro, rinfrescante, morbido, sapido, cremoso, sgrassante e voluttuoso. Silhouette elegante, affascinante e slanciata. Retroaroma impagabile e sospiroso.

Paestum Wine Fest Padiglione

Paestum Wine Fest Padiglione

Carato Venusio Aglianico del Vulture Superiore Docg 2017. Cantina di Venosa. Aglianico in purezza.

Bicchiere tinto da un fulgido colore rosso rubino intenso. Al naso salgono calibrati e variopinti profumi di amarena, fichi secchi, gelso nero, mirtilli, more, carrube, rosa appassita ed erbe aromatiche. Gradevoli poi le reminiscenze speziate di pepe nero, chiodi di garofano, noce moscata e zenzero, che se la intendono con giuste proposizioni terziarie di balsamo, mentolo, incenso, china, tabacco essiccato, liquirizia e caffè torrefatto. Tracce empireumatiche, balsamiche e fumé. Impatto del sorso sulla lingua caldo, avvolgente, austero, esuberante, ematico, corposo e mentolato. Ampiezza gustativa ricca di percezioni tattili, che si connotano di tagliente freschezza, di rigore aristocratico, di trascinante succosità e di perfetto equilibrio tra il frutto che non risente affatto della leggera surmaturazione ed il legno ben dosato, puntellando così un carattere solido ed ottimamente articolato. Tannini disinvolti. Longevità tutta ancora da esplorare. Chiosa finale persistente ed edonistica.

Logo Paestum Wine Fest

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Matematico Vino Rosso 2020. Cantina di Venosa. Blend di Merlot all’80% e saldo di Aglianico.

Di là il Pinot Nero (Terre dei Re) e di qua il Merlot (Cantina di Venosa). Vuoi vedere che anche l’integerrimo ed autarchico areale vulturino si è davvero convertito all’esterofilia? Mah!

Livrea costellata da uno sfavillante colore rosso rubino. Crogiolo depositario di un corollario di raggianti fragranze che evidenziano un incipit fruttato di tanta buona frutta fresca della pianta e del sottobosco. In seguito si manifestano al naso anche sensitivi coriandoli di viola mammola, geranio, erbe officinali, spezie a go go e giocosità terziarie di tabacco, cacao e goudron. In bocca penetra un sorso voluminoso, profondo, arrotondato, complesso., strutturato, scalpitante, duttile, pepato, schietto, sapido e glicerico. Spalla acida di notevole rilevanza. Maglia tannica ottimamente cesellata. Palato elegante, fine e dinamico. Serbevolezza a lunga gittata. Straordinario l’affondo finale leggermente amaricante.

Tansillo Spumante Rosè Brut Metodo Classico 2019. Cantina di Venosa. Solo Aglianico.

Si tratta di uno spumante alquanto misterioso e senza etichetta, perché l’azienda vulturina lo farà debuttare ufficialmente al prossimo Vinitaly.

Il colore è segnato da un cromatismo rosa pallido buccia ci cipolla. Bollicine minuscole, vivaci e durature, che sormontano una candida e vaporosa mousse. Sontuoso, piacevole e delicato il bouquet che si apre al naso per affermare così le sue molteplici e deliziose fragranze di cassis, mirtilli, fragoline di bosco, pompelmo rosa, uva spina, glicine, lavanda, muschio, menta, burro fuso e pasticceria secca. Sorso secco, freschissimo, petillant, aromatico, elegante, leggiadro, setoso, affascinante, sapido, equilibrato, cremoso e leggermente affumicato. Appeal di alta classe. Souplesse voluttuosa, slanciata, vellutata e raffinata. Palato infiltrante, accarezzato da una carbonica finissima. Retroaroma irresistibile.