Primo giorno dei ristoranti in Campania: non c’è stato l’assalto come avvenne la prima sera di delivery con le pizzerie. Ecco il report dal vivo a Napoli


Antonio Viola Mammina

Antonio Viola Mammina

di Renato Rocco
Diciamolo subito: il primo giorno di apertura ,al pubblico in sala, dei ristoranti e delle pizzerie in Campania non ha eguagliato l’assalto che ci fu il 27 aprile, allorquando fu possibile ordinare le pizze, dopo oltre un mese e mezzo di astinenza forzata.
Le decine di migliaia di pizze sfornate quel lunedì sono di gran lunga lontani dai numeri di presenze ai tavoli registrati ieri.
Eppure le premesse c’erano tutte: una piacevole giornata di sole continuata in serata con una temperatura gradevole che ha permesso la sosta all’esterno degli avventori.Anche il giorno della settimana più vicino al weekend avrebbe fatto presagire numeri maggiori.Sicuramente aumenteranno già oggi e saliranno ulteriormente nel weekend complici anche il bel tempo e le temperature che arriveranno ai 26 gradi di sabato.
E dire che la giornata era incominciata mediaticamente nel migliore dei modi, con la parata a favore di telecamere e macchine fotografiche dei ristoratori di Via Parthenope che hanno tributato un minuto di silenzio per le vittime della pandemia, al termine del quale c’è stato il plauso corale agli operatori sanitari che tanto si sono adoperati in questa battaglia al Covid19.
Soddisfazione espressa dal Presidente Nazionale dell’AICAST e Vice Presidente della Camera di Commercio di Napoli Antonino Della Notte,Patron di alcuni locali sul Lungomare di Napoli ,tra cui il famoso Antonio&Antonio:”la ristorazione parte oggi in Campania per non fermarsi più.Abbiamo lottato per ottenere regole e disposizioni che non penalizzassero troppo la fruizione dei locali anche più piccoli con l’introduzione di un separè laddove non fosse possibile garantire la distanza di un metro tra la spalla di un commensale e quella di un altro seduto ad tavoli diverso.”
Soddisfazione ma anche auspicio affinché i clienti possano nuovamente affollare le tavole è stata espressa anche da Antonio Starita, il decano dei pizzaioli napoletani e titolare di una delle pizzerie centenarie a Napoli nella zona di Materdei, accorso anch’egli sul lungomare per partecipare alla cerimonia insieme al nipote Sasá Starita della Scialuppa a Borgo Marinai.

Sasa' Starita a sinistra della Scialuppa e Antonio Starita di Starita a Materdei a destra

Sasa’ Starita a sinistra della Scialuppa e Antonio Starita di Starita a Materdei a destra

E sul lungomare si sono riversati anche gli operatori del turismo che erano stati protagonisti di una protesta a Piazza Plebiscito per denunciare il disinteresse da parte di Governo e Regione verso un comparto trainante dell’economia nazionale e campana.
Saranno decine, centinaia le strutture della ristorazione soprattutto in Costiera sorrentina ed amalfitana che non apriranno proprio provocando un fenomeno, quello della disoccupazione ,che in queste zone della Campania era sconosciuto.
Se sul lungomare Parthenope  i numeri sono stati rassicuranti tra pranzo e cena, ci siamo ritornati anche in tarda serata e abbiamo constatato che, tranne qualche noto brand, c’è stata una discreta affluenza, così come lo sono stati in Via Caracciolo dove Giuseppe Vesi, titolare di PizzaGourmet si è ritenuto soddisfatto dell’andamento della giornata, il discorso cambia per i locali storici del centro storico.
Uno dei più importanti e prestigiosi “Mimì alla Ferrovia” sconta la presenza esigua di occupazione degli uffici e l’assenza dei turisti in arrivo alla stazione ferroviaria di Napoli in particolare.
“Per fortuna-ci conferma Ida Giugliano – possiamo contare sulla nostra clientela affezionata che ci ha seguito anche quando abbiamo proposto i nostri piatti anche in versione delivery nei due precedenti weekend”
Per Salvatore Giugliano, che guida la brigata di cucina, la sfida è proporre il pescato del giorno affiancandolo a quelli che sono i piatti della tradizione autentici cavalli di battaglia della Famiglia Giugliano, il sartù di riso, il peperone ‘mbuttunato e la parmigiana di melanzane.
Dove invece la situazione è proprio nera è al Centro Direzionale.
Molti locali sono chiusi e quelli aperti fanno fatica a sopravvivere a causa dell’esigua presenza di lavoratori costretti a casa dallo smartworking.
Per Germano Di Salvia socio della trattoria e Pizzeria Nonna Tittina se non migliorerà la situazione nelle prossime settimane difficilmente si potrà continuare l’attività tenuto conto che si lavora solo cinque giorni e solo a pranzo.

Germano Di Salvia Nonna Tittina Centro Direzionale

Germano Di Salvia Nonna Tittina Centro Direzionale

Analogo discorso per il Centro Storico dove ,tranne le pizzerie famose di Via Tribunali, tra cui Sorbillo, il Presidente  e pochi altri che lavoreranno comunque con una clientela affezionata, sarà molto dura la sopravvivenza della miriade attività di ristorazione nate sotto la spinta della crescita esponenziale del turismo a Napoli.
I poli universitari chiusi e l’allontanamento delle famiglie dal centro storico a favore dei tanti b&db e case vacanze aperti in questi anni stanno provocando un effetto coprifuoco tra i Decumani dopo una certa ora.
Analoga anche la situazione dei locali nella zona dei Quartieri Spagnoli che avevano avuto un boom con la presenza dei turisti e grazie all’offerta a prezzi contenuti di piatti della tradizione napoletana.”Speriamo di poter contare sui nostri concittadini, e poi dal 3 giugno in poi – spera il titolare-cuoco de “A cucina ‘ra casa mia”- sui flussi di turisti che potranno venire a visitare la nostra città.Avevamo anche aperto una pizzeria attigua ma non l’abbiamo riattivata ,perché avrebbe significato ulteriori costi con l’impegno di un pizzaiolo”.
Un effetto simile di desertificazione ,in questo caso del fenomeno movida ,si risconta anche a Pozzuoli dove molti locali sul porto sono chiusi e quelli del lungomare Pertini sono pressoché vuoti.Sulla panoramica dove sorge il complesso voluto da Adriano Olivetti troviamo il CapoHorn specializzato nella proposta di carne con il proprietario Francesco di Falco soddisfatto della risposta del pubblico che ha prenotato i tavoli sia per oggi che per sabato. Sulla stessa strada insiste il bellissimo locale di Diego Vitagliano con le terrazze affacciate sul porto ,ieri sera aveva pochi tavoli occupati all’esterno ma nutrita comunque la presenza di personale di sala e di pizzaioli compreso il forno dedicato ai celiaci. Da rimarcare la presenza ai bagni di un’addetta fissa alle pulizie. Più animata con tavolate anche di una decina di persone il locale che ,il famoso 10 della pizza, ha a Bagnoli, con tutti e tre i forni in funzione, di cui uno dedicato ai celiaci, uno all’asporto e l’altro per la sala.
Asporto e delivery che sono andati bene, nonostante abbia incominciato solo da pochi giorni, anche per Raffaele Bonetta l’enfant prodige degli impasti, che non ha cambiato il suo quando la sala era chiusa ma ha giocato su una temperatura di forno più bassa.
La risposta dei clienti in sala arriverà nei prossimi giorni quando verrà allestito anche un dehor esterno.
Chi invece è partito forte subito prima con asporto e delivery e poi con la sala ieri,dove ha registrato il solo out fuori e dentro con ricambi anche alle 22,30 è 50 kalò di Ciro Salvo.

Il sistema di prenotazione di 50 Kalo'

Il sistema di prenotazione di 50 Kalo’

Il locale si é potuto avvalere di un app già sperimentata nel locale a Londra che permette scannerizzando un QR code di poter effettuare una prenotazione e ricevere un msg quando il tavolo si rende disponibile.
Sempre in zona, a Viale Gramsci che i napoletani amano invece chiamare Viale Elena, un nome storico della pizzeria e trattoria Totò Sapore apre la sua sala completamente rinnovato e resa più luminosa ed accogliente.

Toto' sapore

Toto’ sapore

Angelo Ranieri affiancato dal figlio Lino che ha aperto in contemporanea anche il locale di Agropoli potrá contare sulla sua clientela affezionata, ma difficilmente sui gruppi di turisti e poco sugli studi professionali della zona che hanno ancora molto personale ancora a casa che usufruisce della cassa integrazione o impegnato, come si dice adesso, nel “lavoro agile”.
Anche in provincia riaprono le sale e protagonisti sono i giovani ,nel primo caso a Portici ,in un locale attivo oramai da molti anni “La Tradizione”, ristorante e pizzeria, che Raffaele Brancaccio sta facendo crescere anche grazie ad un’accurata selezione della cantina.

Secondo esempio di giovani alla guida è da “Bianco specialità baccalá ,pesce e…” alla Rotonda di Arzano ,ma in territorio napoletano, dove Alfonso De Filippo, chef ventenne, erede di una famosa famiglia di baccalajuoli dal 1790, aveva aperto da meno di due mesi ,prima del lockdown,un locale di una sobria eleganza che può contare su uno spazio esterno veranda e un altro con ombrelloni.

Alfonso de Filippo chef - Bianco Specialita' baccala'

Alfonso de Filippo chef – Bianco Specialita’ baccala’

La ristorazione campana, reduce da diktat ed ordinanze senza senso penalizzanti per la categoria, risorgerà con difficoltà dalle ceneri del lockdown.
I clienti si abitueranno con gradualità, prima i giovani e poi gli anziani, ad uscire e a godere dei piaceri della convivialitá.
Sarà un compito arduo in cui si dovranno impegnare tutti:Istituzioni a tutti i livelli, nazionale, regionale e comunale, i ristoratori, gli operatori dell’informazione ed i clienti a cui verrà chiesto di sottoporsi a piccoli sacrifici per poter godere di uno dei piaceri della vita.