Roma, Hostaria da Corrado a Trastevere
Hostaria da Corrado
Cucina romana dal 1971
Via della Pelliccia, 39 (Trastevere)
Tel. 06.5806004 e 339.7538155.
Aperto a pranzo e a cena
Chiuso: lunedì
di Virginia Di Falco
Do you remember Pizzaiola? Quadrucci in brodo? Penne all’arrabbiata?
E ricordi in quale giorno della settimana il calendario di casa prevede la trippa? O il petto di vitella alla Fornara?
Bagaglio della tradizione preziosissimo, questo custodito da una osteria vecchio stampo, l’Hostaria da Corrado, che ha abbondantemente superato i 50 anni di vita. Nel bel mezzo di Trastevere, resta davvero un mistero come abbia fatto a rimanere proprio come una volta.
Il fondatore, Corrado, non c’è più, ma vanno avanti dritti per la sua strada i figli, che si danno il cambio in cucina e i giovani nipoti che governano la sala con una simpatia e gentilezza degne di nota.
Romanità genuina, dunque, nel menu come nel servizio. Apprezzata dai turisti, che ne sono ghiotti, ma anche dagli habitué (il trio di amici seduti accanto a noi sta qui praticamente una sera sì e l’altra pure, ci raccontano).
La sala, dall’arredamento spartano – per usare un eufemismo – non è tanto diversa da quella del 1971. Il menu scritto è quasi solo per i turisti, i ragazzi recitano a voce i piatti fissi e quelli del giorno.
Scontato ricordare che non mancano mai amatriciana e cacio e pepe, mentre è meno ovvio trovare la fettina alla pizzaiola (ma chi altri la fa, a Roma?), col sughetto per la scarpetta obbligatoria (a proposito: pane molto convincente). Il pesce, invece, lo trovate il martedì, ma come per tanti altri piatti vale la regola di chi … arriva prima, quindi se finisce a pranzo, niente da fare a cena. Un po’ come a casa, insomma.
La cucina è a vista ma senza effetto “vetrina”: l’apertura serve a facilitare il servizio, non il voyeurismo dei foodies.
C’è un solo antipasto, giusto per ingannare l’attesa, di salumi e cacio, proposto col vino della casa. E oltre alla amatriciana, buona anche se non memorabile, trovate delle ottime fettuccine, oppure ravioli di ricotta niente male; poi la pizzaiola, lo ribadiamo, da non perdere, e una serie di contorni ben eseguiti.
Insomma, un posto che ci è piaciuto per il rapporto qualità prezzo (si spendono in media circa 30 euro a persona) e per l’equilibrio che questa famiglia ha saputo mantenere tra la schiettezza della vera osteria e una comunicazione moderna, al passo con i tempi – come deve essere, dal logo che ricorda il fondatore alla pagina Instagram, sempre aggiornata.
Sorbini
Merita davvero. È come andare a casa della zia. Io l’ho fatto per decenni e non mi sono mai pentito
Ottimo come mangiare a casa👍👍
Ho cominciato ad andarci nel ’73/’74, dovevamo metterci d’accordo per mangiare quello che c’era (tipo le bistecche so 2 le braciole pure e l’altri mangiano salsicce e fagioli..) a una certa arrivava lui che ci diceva “a rega’ noi volevo annassene a dormi'” il cane gigante ci guardava il conto sulla tovaglia di carta e arrivederci alla prossima