Roma, i Dolci di Nonna Vincenza: da Catania a Campo de’ Fiori


I Dolci di Nonna Vincenza: i cannoli

di Virginia Di Falco

Chili e chili di zucchero sono passati sotto i ponti tra i due punti vendita appena aperti a Roma e la mia “scoperta” dei Dolci di Nonna Vincenza, cinque anni fa nella piazza della splendida chiesa barocca di san Placido a Catania.
Lo scorso 11 febbraio, alla fine di una delle strade più gustose della capitale (a pochi passi Roscioli con il suo fantastico forno e le sue insuparabili carbonare e Open Baladin, da febbraio anche tè – oltre alle mitiche birre di Teo Musso) la signora Teodora, moglie del proprietario è sbarcata in via Arco del Monte. Mentre è di qualche settimana fa l’apertura in piazza Montecitorio. Ad oggi i punti vendita sono diventati una decina (comprensivi di quelli agli arrivi e alle partenze degli aeroporti di Catania e Bari).

I Dolci di Nonna Vincenza: il banco

I Dolci di Nonna Vincenza: la credenza con le creme e i rosoli

Lo stile è sempre quello elegante e raffinato con i mobili di fine Ottocento che avevamo trovato nella sede catanese. Madie e credenze in legno antico, con un tavolo al centro della stanza con sopra tutti i colori della frutta martorana e dei pasticcini di pasta reale. Anche qui rosoli, pasticceria secca alle mandorle, ai pistacchi, al mandarino, all’arancia; infasciatelli, buccellati, cornetti, cassatelle, olive di sant’Agata, il pesto di pistacchi, i panetti e le creme in barattolo. Dall’altro lato il banco con i dolci freschi, i cannoli, le cassate, le “minne” di Sant’Agata, le brioche da riempire di granita, i lieviti per la prima colazione; con il caffè di cortesia offerto agli ospiti.

I Dolci di Nonna Vincenza: un angolo del tavolo

I Dolci di Nonna Vincenza: i rosoli

Arriva tutto dalla Sicilia: la ricotta, innanzitutto, insieme al resto della materia prima, ogni giorno, per la produzione fresca (nel retro, il laboratorio) così come, ovviamente, tutti gli altri prodotti confezionati.
Cestini, scatole e sacchetti decorati sono sempre pronti per le spedizioni in tutto il mondo.

I Dolci di Nonna Vincenza: le "minne" di Sant'Agata

I Dolci di Nonna Vincenza: brioches in attesa di granite

Colori e forme sono quelli dell’isola e dunque funzionano da calamita soprattutto per i turisti che passeggiano tra le stradine di Campo de’ Fiori. Cannoli e cassate sono straordinari, il fornitore di pistacchi di Bronte è sempre lo stesso, mi assicurano. Due eleganti signore francesi al terzo bis di cassatine mignon sono uno spettacolo nello spettacolo. Mi manca solo la prova assaggio delle granite. Ma conto di ritornare al più presto e colmare la grave lacuna.

I Dolci di Nonna Vincenza: dalla vetrina

Punti vendita a Roma:
– Via Arco del Monte, 98/a (Campo de’ Fiori)
– Piazza Montecitorio, 116
Tel. 06/92594322
Aperti tutti i giorni: dalle 7:30 alle 21:00

(il venerdi e sabato fino alle 22.30)
www.dolcinonnavincenza.it

6 Commenti

  1. Molto interessante, ancora non ci sono stata, mi sembra un luogo da provare!

  2. Detto con tutta la simpatia possibile, ma nulla di più che un posto per turisti. Sta meglio a Roma che in Sicilia.

  3. I cannoli sembrano invitanti purché non siano rivestiti di quella odiosa sfoglia al cioccolato che frequentemente si usa e che copre il sapore delicato della ricotta.
    In vetrina, oltre ai vassoi di dolci, sono apprezzabili i centrini ricamati, spero artigianalmente, da nonna Vincenza! :-)

  4. Mi spiace contraddire Piermario, ma questo posto ha ben poco di turistico.
    Conosco e frequento il locale da mesi (lavoro nei paraggi) e devo dire che la qualità è sempre al top.
    D’accordo, non è economico, ma il rapporto qualità-prezzo è ottimo.
    Stasera ho assaggiato la granita. Mandorla e pistacchio… deliziosa…assaporata al fresco, seduta, in un locale ben ristrutturato e molto suggestivo. Insomma 4 euri ben spesi!

    1. Sono andato appositamente per fare colazione con la granita (mandorla e caffè) e brioche. Che dire?…Si il posto è ben ristrutturato, ha dei mobili in “stile” ottocento, aria condizionata…ma la granita non assomigliava minimamente alla media delle granite catanesi, la mandorla non l’ho sentita e il caffè era una specie di frappè e anche la brioche era modesta.Mi chiedo dove sta in questo caso il rapporto qualità- prezzo.Ci sono altri bar catanesi a Roma dove la stessa granita, anzi migliore, costa 3 euro anziché 5 euro e 20.

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