San Gimignano, tradizione e passione in tre storie di Vernaccia


San Gimignano

San Gimignano

di Emanuela Sorrentino

Radici autentiche di famiglia, quelle che oggi i viticoltori della Vernaccia di San Gimignano preservano, curano e amano con tanta passione e orgoglio.

Sono storie – semplici e straordinarie – di nonni prima, di padri e ora di figli e nipoti che con sacrificio, studio e perseveranza, e l’utilizzo anche di innovazioni tecnologiche, coltivano le vigne regno della “regina bianca, ribelle e unica”, appunto la Vernaccia di San Gimignano, prima doc italiana.

Terreni minerali, autentica espressione del territorio, hanno consentito alle singole aziende di produrre bottiglie interessanti di Vernaccia San Gimgnano 2024 e Riserva 2023.

Da tre anni Regina Ribelle, Vernaccia di San Gimignano Wine Fest celebra l’annata dei produttori del Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano, presieduto da Irina Strozzi. E prima della due giorni di banchi degustazioni aperte al pubblico (non solo Vernaccia ma anche Doc San Gimignano con i suoi vini rossi, rosati e Vin Santo), masterclass e appuntamenti anche per i bambini, gli assaggi tecnici e gli incontri con i produttori di 35 aziende offrono l’occasione agli addetti ai lavori e ai giornalisti di conoscere le complesse realtà e l’anima di chi con impegno porta avanti il lavoro di generazioni, nell’attesa del prestigioso traguardo del 2026: 750 anni della Vernaccia di San Gimignano e 60 dell’ottenimento della prima doc italiana.

Abbiamo visitato Collina dei Venti (via Santa Maria), Cappella Santandrea in località Casale e Vagnoni in località Pancole.

“Vigna vecchia fa buon vino” è il claim di Collina dei Venti dove papà Mauro e suo figlio Lorenzo lavorano nel solco di ciò che ha seminato nonno Luigi, che aveva iniziato con trebbiano e sangiovese. «Mio padre gli è subentrato nel 2011 – racconta Lorenzo – e ha continuato il percorso di valorizzazione del territorio nel prendersi cura dei vigneti di suo padre mantenendo l’olografia, preservando i vecchi impianti per produrre uve di grande qualità. Dalla vecchia vigna si ricava sostanza».

Collina dei Venti

Collina dei Venti

Poi è arrivata la Vernaccia: «Il compito più arduo era quello di trovare la giusta metodologia di vinificazione per quella varietà. Oggi produciamo un vino dalla giusta sapidità e dalla lunghezza gustativa». Parla con orgoglio il giovane Lorenzo che aggiunge: «per noi fare vino è un’espressione artistica, abbiamo ora 13 ettari, mio nonno è partito con 3 e mezzo». Producono Giadra (Vernaccia di San Gimignano Docg), Leibrama (Igt Toscana Bianco), Leitrama (Igt Toscana Bianco macerato), Osare (Igt Toscana rosato), Noteviole (Chianti Colli senesi Docg), Iddeo (Igt Toscana Rosso) e olio extravergine d’oliva.

Visitare Cappella Santandrea vuol dire fare un salto ai libri di scuola, quando si studiavano i fossili conservati tra le rocce, a testimonianza di organismi di epoche passate. Flavia e Francesco quella storia la hanno attorno a loro ogni giorno: «La nostra – spiegano – è una vigna del 1966 che nasce su un suolo di fossili, un terreno minerale ma molto fragile perché qui vi erano depositi marini e argille».

Cappella Santandrea

Cappella Santandrea

E questo terreno è diventato per ovviamente oggetto di studio e lavoro, ma anche un’occasione per far avvicinare i bambini al mondo del vino proprio mostrando loro resti di conchiglie e organismi viventi durante laboratori e visite guidate per grandi e piccini in cui vengono mostrati anche i contenitori in cemento usati un tempo e le diverse aree dell’azienda, tra cui la cantina.

Cappella Santandrea

Cappella Santandrea

Un’accoglienza fatta di sorrisi e di cose buone: dalla pappa al pomodoro alla zuppa di fagioli, dal tagliere di salumi e formaggi, fino al gelato fatto in casa al gusto fiordilatte. Hanno due figli (non a caso il loro logo è composto da due mani grandi e due piccine), la loro azienda è una accogliente casa d’altri tempi con un enorme camino, arredi del passato, foto d’epoca degli antenati e altri oggetti affascinanti testimoni del passato sempre vivo nella loro quotidianità. Tre le varietà di Vernaccia Clara Stella, Prima Luce e Rialto. Poi Serreto e Le Maritate (Igt rosso Toscana) e Arciduca (Chianti Colli Senesi).

Cappella Santandrea

Cappella Santandrea

Spostandosi sul versante opposto, in quello che era il borgo di Pancole, un tempo terra degli Etruschi a 5 chilometri da San Gimignano c’è l’azienda agricola Vagnoni, dotata anche di appartamenti e camere. Ha 42 ettari (20 di vigneti, i restanti tra ulivi, frutteti, bosco e seminativo). Anche qui terreni ricchi di fossili e sabbia con Samuele che con passione racconta l’azienda che ha 70 anni. «Siamo alla terza generazione, la nostra è una raccolta tutta manuale, per la Vernaccia usiamo uva intera in pressatura soffice e poi la fermentazione avviene in vasche di cemento».

Vagnoni

Vagnoni

Non solo Vernaccia di San Gimignano ma anche Chianti Colli Senesi, Rosato toscano, Vernaccia in barrique “I Mocali”, prodotto di punta dell’azienda, il rosso toscano in barrique “Sodi Lunghi”, il San Gimignano Rosso Doc “San Biagio”, il Vinsanto “Occhio di Pernice” e poi olio extra vergine d’oliva, spremuto a freddo, tuttii prodotti biologici.

Vagnoni

Vagnoni

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