Tresinus 2009 Fiano Paestum igt


Ida e Mario Corrado

SAN GIOVANNI

Uva: fiano
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio

In questo gratificante itinerario enologico, alla ricerca delle migliori bottiglie cilentane da proporre, facciamo tappa oggi a Santa Maria di Castellabate e precisamente a Punta Tresino, proprio di fronte al primo parco marino nazionale. Qui, in uno scenario mozzafiato di incomparabile e suggestiva bellezza e immersi in una natura incontaminata e protetta del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano e dichiarata inoltre “zona a protezione speciale”, con ulteriore vincolo ambientale e legislativo per la folta presenza di una fauna e una flora ricca e tutta particolare, Ida e Mario Corrado conducono la maison SAN GIOVANNI, coadiuvati dall’enologo Michele D’Argenio.

Lui è un giovane architetto salernitano, specializzato nel restauro di ruderi cilentani (come egli stesso ama definirsi). E proprio qui ha realizzato il suo capolavoro, recuperando e restaurando un antico casale di famiglia, utilizzando tecniche costruttive tradizionali e biologiche, per vivere in sinergia con questa terra e ottenere da essa la massima qualità. Ida si interessa dell’aspetto commerciale, con grande passione e sagacia.

Azienda San Giovanni, le vigne sul mare di Punta Tresino

I Corrado producono e commercializzano appena quattro tipologie di vini per un gran bel bere. Maroccia da uve Aglianico e Isca della Castagna, con Piedirosso in purezza, che vengono proposte in poche bottiglie. Mentre è il Fiano che la fa da padrone, comunque, come vitigno principale: il Fiano Paestum Igt, con saldo di greco e trebbiano e il Tresinus Paestum Igt, in purezza, derivato da viti ultratrentennali che guardano dall’alto il mare storico di questo incontaminato territorio. L’allevamento è a spalliera, guyot bilaterale, con esposizione a sud-ovest, posizionato sui 150 metri.

Bottiglie in produzione appena tremila. Una chicca per pochi eletti. L’attenzione, nella fattispecie, ricade proprio su questo cru.
Il colore è ancora giovane, tendente più al verdolino, con riflessi paglierini appena accennati. L’areale cilentano esprime sempre una notevole gradazione alcolica nei vini bianchi, per la vicinanza del mare e, soprattutto, per un costante soleggiamento nell’arco dell’anno. Ebbene, anche il Tresinus non sfugge a questa regola, tanto da raggiungere i 13,5 di volume alcolometrico, e così può estrinsecare un ottimo sviluppo glicerico.

Nel ventaglio olfattivo le note floreali emergono nette con biancospino e ginestra in primo piano e buona spalla fruttata e salmastra. In bocca quello che colpisce è soprattutto una verve fresca e sapida, con un gustoso appagamento papillare. Si delinea poi una tensione serrata ed ampia, giocata su un ritmo timbrico caldo, avvolgente e lievemente aromatico, che soddisfa interamente la beva, tanto da richiedere subito una seconda sorsata. Il finale, nonostante il vagito neonatale, è abbastanza lungo ed equilibrato. Insomma è davvero un ottimo vino territorialmente classicheggiante.

Questa scheda è di Enrico Malgi

Sede a Castellabate – Contrada Tresino – Telefono 0974/965136 – 089/224896 – Fax 089/2754259 –www.agricolasangiovanni.it[email protected] – Enologo Michele D’Argenio – Ettari di proprietà 10, di cui 4 vitati. Bottiglie prodotte in un anno circa 15.000. Vitigni: Fiano, Trebbiano, Greco, Aglianico e Piedirosso.

6 Commenti

  1. Un bel prodotto! Ho avuto modo di degustarlo perchè conosco l’enologo Michele D’Argenio che ho visto nascere / crescere , abita a cento metri da casa mia. Persona molto seria e preparata, nonostante la giovane età, viene da una famiglia di grandi lavoratori, hanno la terra nel sangue, ripagati dal destino solo con notevoli vicissitudini, sicuramente farà molta strada. Una domanda Enrico, il Tresinus , secondo te è più fresco o più sapido?

    1. lello grazie non tanto per l’auspicio di un ottimo futuro ma per4 la sottilinetura della forza di volontà e testardaggine che solo la natura insegna….
      come il sole dopo la tempesta

  2. Ho visitato anch’io quest’azienda, piccolo angolo di paradiso, è trascorso più di un anno durante il quale mi sono continuamente riproposta di tornarci e dormire tra quei vigneti. Splendido il Tresinus, franco e generoso.

  3. Ormai tutte le volte che viene pubblicato un mio post sui vini del Cilento attendo sempre con ansia l’intervento preciso, misurato e competente del mio amico Lello, il quale non risparmia critiche ed osservazioni specifiche. E fa bene, ci mancherebbe altro… Dunque Lello, sulla domanda che mi poni a proposito della percezione papillare della freschezza e sapidità del Tresinus direi che siamo fifty-fifty. Questo perché il vino risente in egual misura di una buona acidità di base e, quindi, questo fa salivare la bocca e dona quella percezione di freschezza, nonostante l’alto grado di alcolicità del vino in questione. Per quanto riguarda la sensazione di sapidità, secondo me questo è proprio l’elemento che distingue maggiormente i bianchi cilentani da quelli irpini, come tu mi puoi insegnare. Mentre questi ultimi risentono del terreno più mineralizzato, i vitigni del Cilento in massima parte vengono allevati su terreni prossimi al mare, come nel caso specifico, e quindi è naturale che i vini prodotti vengano influenzati da queste condizioni territoriali ti pare? Si attendono ulteriori interventi in proposito da persone interessate. Abbracci fraterni.

  4. Nel paesaggio più incantevole che abbia mai visitato,allietato dallo spuntare improvviso di “tre piccoli elfi dorati”,ho imparato ad apprezzare i doni afrodisiaci del divino dio Bacco.W il Tresin-us.(ex astemia).

  5. uagliù,permettetemi una considerazione. di regola a mme piace ,non poco, più il bianco base di questa azienda (un bel blend cilentano) che il fiano in purezza. però non ho ancora assaggiato questo 2009.. chissà

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