TripAdvisor: i migliori ristoranti di Milano. Dedica speciale a Valerio Visintin Masaniello de’ Rustichella


di Leo Ciomei

Tutto potevamo immaginare ma addirittura leggere sulle pagine del CorrieroneBlog che il nostro Pigna è diventato un reinventore della democrazia, uno statista pari a De Gasperi, a Einaudi o a Pericle!  Un creativo! E questo perchè ha osato scrivere che il re è nudo, cioè che il web 2.0 senza una linea guida è in balìa di chiunque abbia i mezzi per infuenzare i giudizi.

Leggevo questo nel pezzo di ieri dell’interessante Visintin, il famoso critico senza volto (e senza palato, dice l’infernale Maffin, ma lui, si sa, è geloso dei numerosi inviti ai party che il Visy riceve e sdegnosamente rifiuta).  Certo è che se esiste un parlamento dei gourmet (tutto minuscolo, per carità, chè oggi essere membri di parlamento non è proprio un vanto) il Pigna e Visintin sono senatori e noi miserrimi appassionati degli uscieri che ne vedono di tutti i colori.

Cibo popolare secondo Visintin

Ma volevo tornare su TripAdvisor perchè, a parte la solita claque di aficionados di Mangiare a Milano che osannano sempre il giornalista qualunque cosa scriva, un paio di commenti intelligenti hanno attirato la mia attenzione.  Specie quello che cita la classifica ristoranti milanese guidata da… Cracco?  Sadler ? Aimo e Nadia? No. Da un ristorante africano.
Ok, a me piace la cucina etnica, figuratevi che ho fatto il pranzo di nozze in un ristorante giapponese (no, non è vero ma potrebbe essere un’idea), leggere però che il Warsa, ristorante eritreo nella zona di Porta Venezia, è il più consigliato della città capovolge tutti i luoghi comuni sulla Milano leghista e xenofoba che nel corso degli anni Borghezio e soci avevano contribuito a creare.  Pensate che nemmeno il nostro Visintin lo ha mai citato, forse perchè al di fuori della cinta muraria dalla quale lui può uscire..
E non mi venite a dire che l’avventore su Trip riesce a trovare quale sia il proprio “meglio” nelle centinaia di citazioni/commenti.  Io ho provato a cercare il mio personale punto di riferimento secondo i parametri e, dalle indicazioni del sito, dovrei andare a mangiare al Noblesse Oblige (mah, certo che il nome…) dallo chef Paul Kler o alla Dogana del Buongusto (Fred ? champagne, per brindare a un incontroooo)

Ma leggiamola la classifica TripAdvisor di Milano.

1°  Warsa

2° Sapori solari

3° Iyo (jap)

4° Da Maruzzella

Devo continuare ?   Dico solo che Aimo e Nadia è 120°, Cracco 424°, Sadler 226° e i più a buon mercato (ma ben quotati da tutti gli amanti della buona cucina) Al pont de ferr e Alice sono rispettivamente al 169° e 453° (sic).

Prossima puntata: Roma capitale.

23 Commenti

  1. Ne vedremo delle belle, dai Leo devo fare un wk nella capitale. Fammi sognare.

    1. Ma come ha fatto il Corriere a ridursi così quando ha firme come Marisa Fumagalli e Mauro Remondino?

  2. La stampa generalista obbedisce a logiche onnivore. I lettori colti gastronomicamente vengono soddisfatti dai pezzi di Marisa e Roberto Perrone, il popolaccio gnu gnu e i bauscia majà tat e spent poc sono serviti egregiamente dal Visintin.
    Certo sentirmi dire che rappresento un’oligarchia da uno che ha il blog pagato dalla Rizzoli è il massimo.
    Ma ormai in Italia ci sta tutto dopo che la gente ha votato Berlusconi che prometteva di abbassare le tasse

  3. Un leo stranamente poco cattocomunista :-). Evidentemente il senza palato visintin fa tirar fuori il meglio delle persone con le sue cazzate. Io mi astengo, il che e’ tutto dire su dove potrei arrivare…..

  4. Visintin appartiene alla categoria dei giornalisti che non capendo nulla di qualcosa ne devono parlare male. Per noi a Milano è drmmatico che il Corriere lo abbia scelto

  5. Salve. Premesso che non seguo gli affari milanesi e delle cose che scrive il sign. Visintin mi interessa il giusto (cioè poco) vorrei però invitare a una riflessione. Occorrerebbe a mio avviso ragionare di più sulle dinamiche e le regole che sono alla base delle community online. Sostenere che il Warsa sia il miglior ristorante di Milano o che vi siano 423 posti migliori di Cracco è, per dirla alla Fantozzi, una cag… pazzesca! Ma non è questa la logica con cui vanno consultate le classifiche di siti come Trip Advisor. Non si tratta di giudizi di valore assoluto, ne di movimenti democratici che vogliono sovvertire un presunto regime degli oligarchi del gusto (cit.)! ma stanno solo ad indicare che la tipologia di utenti che animano quella community, e che ad essa fanno riferimento per pianificare viaggi e vacanze, hanno vissuto un’esperienza positiva in un determinato luogo e la vogliono condividere. Se un ristorante, o un hotel, hanno decine e decine di commenti positivi (al netto di quelli tarocchi che comunque, con un po’ di occhio ed esperienza, generalmente si riconoscono), beh, bisogna prenderne atto e capire che quel posto, per l’utente medio della community in questione, è fortemente “raccomandato”. Metteteci qualche considerazione statistica: chi sono gli utenti che inseriscono commenti su questi media? numericamente è più probabile che si tratti di un turista a suo agio con la tecnologia che cerca il posticino carino, in centro, con un buon rapporto qualità/prezzo o l’enogastrogourmet che quando si muove, prima di tutto, decide dove andare a mangiare? (…il sottoscritto, a seconda delle occasioni, rientra in entrambe le categorie…); metteteci il passaparola virtuale (più un posto diventa popolare, nel senso di chiacchierato, più commenti riceve, e se il ristoratore o albergatore di turno è intelligente e attento a queste nuove dinamiche, e cerca di assecondarle con onestà e professionalità, è assai probabile che tali nuovi commenti siano sempre di più positivi (in media) e quindi che il “ranking”, di pari passo, cresca); metteteci che molti dei commenti sono spesso postati da stranieri, che magari fanno più attenzione a dettagli relativi al servizio o alla location, piuttosto che all’estro,alla tecnica di cucina, all’attenzione alla materia prima di territorio….beh, allora, lette con quest’ottica, credo che le classifiche di Trip Advisor et similaria acquistino tutto un altro senso. E’ semplicemente una vista alternativa (non migliore, ne peggiore, ma diversa) a quella delle guide di settore, che nasce con finalità differenti ed esprime valori differenti.

    1. Franco quoto tutto, ma proprio tutto.
      Scusa il ritardo con cui ho sbloccato il commento (solo la prima volta si va in moderazione su wp), ma stavo facendo un pranzo tra oligarchi alla Taverna del Capitano dove non c’è linea che si p protratto sino a sera

  6. Ma di che stiamo parlando?
    La critica mi sembrava assolutamente strumentale e anti-giornalistica…ovvero Luciano nell’articolo iniziale parlava di mediazione giornalistica e della sua importanza, seppur attraverso la metafora del parlamento (che non mi ha entusiasmato). Se un giornalista contesta la mediazione giornalistica, contesta il suo stesso lavoro e quindi dovrebbe ritirarsi…è una contraddizione in termini che forse l’autore non ha colto.
    Detto questo…date un occhio alla classifica dei ristoranti di Roma su TA? E’ la forma, l’apparenza che vince sulla sostanza…un bel sondaggio certo ma sull’intrattenimento e l’accoglienza gastronomica…non sulla gastronomia…del resto ma se “Le colline ciociare” o “Glass” hanno un totale di 30? 40? coperti messe insieme come potranno mai avere un tale flusso di clienti e quindi di potenziali recensori (solo una minima parte dei clienti fa poi recensioni) da scalare la classifica di TA? Appunto riformulo la domanda: di che stiamo parlando?
    Un mezzo ha delle regole che incidono sul messaggio….sarebbe il caso di ricordarselo ogni tanto…

  7. Nico, interessante il tuo commento e le tue analisi. Per la seconda parte però, dove rilevi che i pochi avventori dei ristoranti gurmè non possono incidere sulla mole dei giudizi sul web (e l’esempio di Tassa e Glass è calzante per i loro pochi coperti), non sono totalmente d’accordo. Proprio gli esempi che fai contraddicono la tua tesi. Glass Hostaria grazie alla bravura in cucina di Cristina e alla grande attenzione per il cliente di Fabio è riuscito (a Trastevere, non lo dimentichiamo ! regno di CarloMenta) ad uscire dal ghetto dei ristoranti gurmè e, mediaticamente ma non solo, ha avuto mille riscontri. Posso citarti il fu glorioso forum Gambero Rosso, ScattidiGusto, AppuntidiGola, Dissapore, PaperoGiallo, PassioneGourmet, ThinkOink e altri. Last but not least due anni fa l’affidabile Stefano Bonilli l’ha inserito nei suoi camei sulla Guida Espresso con toni più che lusinghieri. Stesso discorso in scala minore per il grande Salvatore Tassa che sconta soprattutto la location “ciociara”. Questo per dire che volendo gli appassionati potrebbero ribaltare i giudizi poco idonei su Cracco o Alice; in fondo il ristorante africano citato nell’articolo ha 54 (cinquantaquattro) recensioni e non 5.000 come lascia trasparire il tuo commento.

  8. Leo purtroppo non hai colto quello che dicevo…
    Tu parli di stampa specializzata ed affini…io restavo nel campo di Trip Advisor dove è la mole di recensioni a fare la differenza una mole che i ristoranti gourmand….geneticamente…visti i loro pochi coperti…non possono produrre…
    Insomma ragionavo sul medium e sul messaggio…

  9. Quelli che hanno la puzza al naso, facendo finta di non sapere di averla, se la prendono, credendosi profumati come giaggioli, ma con la puzza al naso, con quelli che avrebbero la puzza al naso nel coltivare le parole che, se non fossero esse stesse oggi sintomo di puzza al naso ovviamente solo per quelli che non sanno di avere la puzza al naso, potrebbero contribuire a spazzare la puzza che esce dal naso di quelli che pensano che la puzza ce l’abbiano gli altri, ma che , mostrandosi più puzzolenti di tutti, con puzza al naso populista accusano quelli che usano le parole di esser tipi con la puzza al naso, in un abbraccio puzzolente che riduce la parola e le idee a nauseabonda monnezza, utilissima per quelli che hanno o fanno finta di avere la puzza al naso senza sapere di averla, a confondersi nella comune maleodoranza di tutti quelli che hanno la puzza al naso… ma che ce l’hanno sempre gli altri. E così via equivocando volutamente, con la puzza la naso.
    Confusione, tu vorresti imbalsamare anche l’ultima e più piccola emozione.

  10. @Scarpato: mi sembra complicato. Io la faccio piu’ semplice: io ho la puzza sotto il naso, e preferisco non dire quale puzza mi piace tanto quelli che mi conoscono lo sanno benissimo. Quelli che scrivono su trip lato ristoranti sono o venduto o talmente incolpanti da non distinguere in uovo di Pasqua da quello di Parisi( non arrivo alle mie perche’sarebbe impossibile. E, a detta di un blogger affilatissimo in tutto e per tutto . Visintin ha un palato d’amianto. Ergo : il mondo e’bello perché e’ …. Mario

    1. Vedi, a me della competenza non interessa nulla, di per sé, non faccio classifiche né esami. Io stesso non ci capisco una mazza, cerco solo di comunicare, altri di informare, altri ancora di valutare, altri, i più, di mangiare. Ma non si può confondere tra casino indifferenziato e impegno appassionato, laddove si sottolinei che il primo è virtù e il secondo monnezza. E’ evidente che nell’evidenziare i limiti di TA, Pignataro non ha fatto censure, forse nemmeno ha mostrato il patentino: ha solo rivendicato il diritto e il dovere all’informazione, alla curiosità, alla cultura. Riportare tutto a casta arraffona è una forzatura semplicistica e ruffiana, persino reazionaria, puntare il dito all’untore è pericoloso soprattutto se fatto in nome di una presunta libertà di espressione, sapendo bene che non è così. Per questo diffido da quelli che accusano gli altri di fighettismo, casta e puzza sotto il naso: perché sono i primi ad essere tutto questo.

      1. Visintin fa un gioco antico e che riesce sempre se si corrono solo cento metri: quando non si può competere, smarcarsi e fare il bastian contrario.
        Tutto legittimo, a volte divertente persino. Sino a quando però non si offende la logica.
        Perché si può parlare di oligarchia (?), casta e cose simili se si sta fuori, ma non dal blog del Corriere. Visintin fa parte, se esiste, della casta, giocando il ruolo dell’anticasta.
        Si è divertito Palato D’Amianto, estrapolando una frase e gettandola in pasto ai suoi corifei della Rustichella attribuendomi cose che non penso e non pratico.
        Nessuno più di me può ringraziare internet per l’arricchimento che mi procura giorno dopo giorno. Ho solo detto che anche qui, come nella vita, contano le competenze. Con questo non sostenendo che solo pochi hanno diritto di parola, al contrario.
        Si legge, si verifica, non si vive in una rendita di posizione e questa è la differenza dai media tradizionali.
        Ora però la domanda è: cosa consiglia Visintin? Lo andremo a verificare e verificheremo, e ve ne daremo conto.
        Aggiungo: più che un reazionario, mi pare che Visintin sia solo la classica macchietta destrorsa dell’italietta televisiva uscita da uno dei reality berlusconiani.

  11. nella vita ho avuto 2 intossicazioni alimentari. La prima dopo una cena nel locale in questione, la seconda in un bistellato, sempre milanese.

  12. Esimio ben tornato. Spero abbia trascorso tale calura plebea nelle frescure alpine.
    La invidio per questa sua doppia circostanza: a me in quasi 50 anni di onorarto vivere sulle tavole pubbliche e private nessuna traccia, nonostante la carriera consumata dallo Yemen all’Uzbekistan, da Mosca a Lisbona, da Pechino a Chicago, da Modica a Milano: mai una pausa per forza maggiore. Mai!
    Se colgo l’essenza piuttosto nascosta e comunque non esplicitata del Suo messaggio, meglio lasciar perdere questa invenzione yankee e impugnare la Michelin per intossicarsi…
    Mi stia bene

  13. Uno stomaco resistente dona variegati vantaggi, purtroppo non ne sono dotato. Il vil danaro per noi nobili converrà essere problema pleonastico, ma nel primo caso i 30 euro spesi mi hanno fatto guadagnare analisi presso un celebre nosocomio per un prezzo financo inferiore a quello del ticket, mentre con i 500 e rotti della seconda visita al pronto soccorso avrei potuto procurarmi ben più che qualche analisi ed un paio di flebo. Gravosi impegni familiari mi han trattenuto nella mia tenuta salentina, quest’estate.
    Salutari saluti.

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