Verticale storica di Magno Megonio Librandi al MAVV Wine Art Museum con la Banca del Vino


Paolo-Librandi

Paolo-Librandi

di Antonella Amodio 

Librandi sta al magliocco, come la notte sta al giorno: questo è cio’ che è emerso durante la degustazione delle 7 annate di Megonio, il vino di uve magliocco in purezza della cantina Librandi. Il seminario condotto da Adele Elisabetta Granieri e Alessandro Marra – coordinatori Slow Wine – è stato arricchito dalla presenza di Paolo Librandi.

Adele-Elisabetta-Granieri-Paolo-Librandi-Alessandro-Marra

Adele-Elisabetta-Granieri-Paolo-Librandi-Alessandro-Marra

MAAV-Wine-Art-Museum-degustazione-di-Megonio-della-cantina-Librandi

MAAV-Wine-Art-Museum-degustazione-di-Megonio-della-cantina-Librandi

Al MAVV Wine Art Museum, sede della Banca del Vino, l’eccezionale verticale ha regalato uno spaccato interessante del vitigno magliocco, l’autoctono calabrese, coltivato sulle colline della Tenuta Rosaneti, situata tra i comuni di Rocca di Neto e Casabona, a ridosso della costa jonica, dove il mare si tocca con un dito, rappresentando il fiore all’occhiello della produzione di Librandi. Circa 155 ettari ( la tenuta è la più grande della famiglia, che conta in totale 232 ettari ) dove dimorano diverse varietà di uve che rappresentano il patrimonio viticolo calabrese. All’interno di Rosaneti sono presenti i campi sperimentali che rappresentano i primi vigneti semenzali di selezione clonale e massale, ed il famoso giardino varietale con la caratteristica forma a spirale.

La scoperta del Magliocco in Calabria

Giardino-Varietale-della-Tenuta-Rosaneti-

Giardino-Varietale-della-Tenuta-Rosaneti – Librandi

Ed è proprio in questa tenuta che il magliocco (da non confondere con il gaglioppo, il vitigno della Doc Cirò Rosso ) riesce a dare il meglio di sé sui suoli collinari quasi esclusivamente composti da argilla e allevato a controspalliera. Riscoperto solo da qualche decennio dai produttori vinicoli, deve la rinascita soprattutto all’instancabile lavoro di recupero delle varietà autoctone della storica cantina di Cirò Marina, che da tre generazioni si dedica con passione alla viticoltura, iniziando a vinificare uve autoctone, come appunto il magliocco, in questo caso proposto in purezza, esaltando così le caratteristiche peculiari del vitigno. Un lavoro incredibile di ricerca culminato nel 2019 con l’iscrizione nel registro Nazionale della Varietà di Vite. L’eleganza e la finezza sono le note distintive del magliocco dolce ( biotipo antico e varietale che si differisce dal canino ) che matura tardi e che si adatta a forme di allevamento poco espanse e a climi caldi e siccitosi.

Megonio-2002

Megonio-2002

L’etichetta Megonio consacra questo vitigno, e le annate degustate rivelano il grandissimo potenziale di invecchiamento dato dall’elevato tenore dei polifenoli, che fa da cornice al vino che trasuda tipicità e aderenza al territorio. La fermentazione avviene in acciaio e la maturazione in barrique di Allier per circa 12 mesi. Le bottiglie prodotte annualmente sfiorano le 35.000.

Di seguito il report della verticale, dove sono state degustate le annate 2017 – 2015 – 2014 – 2012 – 2009 – 2002 – 2001

Megonio-Librandi

Megonio-Librandi

Megonio 2017

Il colore rubino intenso lascia intravedere solo qualche accenno di granato, mentre l’olfatto è caratterizzato da frutta rossa e accenni speziati, con le note di macchia mediterranea particolarmente presenti. Bocca ricca, calda e con tannini delineati ed integrati.

Megonio 2015

Granato luminoso. L’olfatto vira su toni marini e vegetali: gelso, mirto e felce. In seconda battuta emerge un tocco balsamico elegante. Al palato c’è freschezza e ricchezza e il tannino raffinato lo rende particolarmente interessante. La lunga chiusura regala una nota di eucalipto.

Megonio 2014

Granato intenso. Timbro olfattivo di tabacco, sottobosco ed humus. Palato ricco, di buon corpo, che offre un tannino bilanciato e un finale dal carattere mediterraneo.

Megonio 2012

Il colore granato del vino è compatto. Intense note di frutta rossa, poi accenni speziati e ricordi di affumicato. Palato morbido e profondo, con richiamo al ginepro e una lunga chiusura che ricorda i fiori secchi.

Megonio 2009

Granato intenso. Naso complesso di chiodi di garofano, tabacco e cuoio, poi radici di liquirizia. Sorso ampio e di gran corpo, con tannini completamente integrati e grande persistenza.

Megonio 2002

Dal colore granato cupo. Balsamico e speziato all’olfatto, in seconda battuta emergono la terra bagnata e il tartufo. Sapore caldo, composto e teso, con il corpo importante e una lunga persistenza finale.

Megonio 2001

Granato con nuance aranciata. Olfatto complesso: pepe nero e cioccolato, poi note di torrefazione e di marasca sotto spirito. Al palato è sapido, speziato e consistente. Compatto e con una incredibile progressione grazie al tannino di gran classe.