Vesuvia, birra a doppio malto del birrificio Maneba


Nello Marciano

di Marina Alaimo

Tra i giovani la passione per la birra è sempre più affermata, forse per l’idea di leggerezza e libertà che ancora mantiene nell’immaginario collettivo. Rappresenta tutt’oggi un importante competitor del vino nella fascia di età che va dai 16 ai 35 anni, ritenendola compagna ideale di un pasto veloce o poco impegnativo e protagonista indiscussa di pub e pizzerie. Con questo non vogliamo assolutamente sminuire la bevanda tanto cara a Gambrinus, anzi notiamo ormai con piacere la presenza sempre più frequente della carta delle birre nei ristoranti e nelle pizzerie. Le bollicine di una buona birra  sono graditissime compagne dei piatti scelti e vista l’ampia offerta di birrifici artigianali in continua crescita, gli abbinamenti possibili sono numerosi e stuzzicanti.

Con Vesuvia, ultima nata nel birrificio Maneba, Nello Marciano si conferma un mastro birraio di alto spessore ed ha il merito tra l’altro di essere l’unico nella provincia di Napoli. Nello ha 34 anni ed ha cominciato giovanissimo calandosi nel ruolo divertente di home brewer, sperimentando ed assecondando la forte passione tra le mura domestiche. Ma si sa che quando la passione è forte, ci spinge a fare sempre di più, così ha deciso di imparare l’arte del mastro birraio dal massimo esponente al momento in Italia, ovvero Teo Musso del celeberrimo birrificio Le Baladin. Da lì poi la necessità di produrre in proprio è diventata una esigenza incontenibile. Così nel 2009 nasce Maneba nel piccolo paese di origine, Striano, punta estrema dell’areale vesuviano. Vesuvia conferma il forte legame del giovane birraio con il territorio di origine e la sfida iniziale è stata  piuttosto dura. Si è fatto notare inizialmente con la blonde ale “L’Oro di Napoli”, molto gradevole e di facile approccio, poi con l’arrivo della belgian dubl Veseva ha raddoppiato le vendite nel giro di un anno. Inizialmente era disponibile unicamente in fusto, dal 2010 anche in bottiglia con la sua bellissima etichetta.

Maneba, la birra rossa Vesuvia

E’ una birra ambrata, a fermentazione alta, non viene pastorizzata ne’ filtrata, è prodotta utilizzando il metodo del multi step, tecnica che prevede un gioco di tempi e temperature diverse mirato ad ottenere un corredo olfattivo intenso ed ampio. E’ caratterizzata da una prevalenza delle note maltate che conferiscono sia il colore ambrato che i sentori caramellati, ma dà anche un certo corpo alla birra. Nel bicchiere ha un bel colore ambra leggermente ramato, con schiuma color nocciola, fine, compatta e persistente.

Al naso prevalgono  i profumi caramellati in buon equilibrio con le note agrumate di chinotto, quelle pungenti di coriandolo e una sottile speziatura di caffè. In bocca è una esplosione di freschezza accompagnata da sapori amari ben calibrati e costanti. Si fa sorseggiare ripetutamente riportando al gusto le note tostate ed agrumate in ottima sintonia con la spinta freschezza. Maneba ne produce circa 20.000 bottiglie all’anno al costo di 7 € comprensivo di iva.

Sede in via Palma 181 Striano (NA). Tel. 081 8276637

www.birramaneba.it

9 Commenti

  1. quel “doppio malto” nel titolo dell’articolo non gioca molto a favore di chi lo ha scritto…

  2. Condivido quanto scritto da Andrea! Birra a doppio malto? E cosa vorrà mai dire? Ad ogni modo un abbraccio a Nello!!!

  3. Secondo la legge italiana (legge n. 1354 del 16 agosto 1962) le birre sono suddivise in gradi saccarometrici. In etichetta, viene, però, suddivisa in cinque categorie per contenuto alcolico in volume:

    • La denominazione “birra analcolica” è riservata al prodotto con grado saccarometrico in volume non inferiore a 3 e non superiore a 8;
    • La denominazione “birra leggera o light” è riservata al prodotto con grado saccarometrico in volume non inferiore a 5 e non superiore a 11;
    • La denominazione “birra” o “birra normale” è riservata al prodotto con grado saccarometrico in volume non inferiore a 11;
    • La denominazione “birra speciale” è riservata al prodotto con grado saccarometrico in volume non inferiore a 13;
    • La denominazione “birra doppio malto” è riservata al prodotto con grado saccarometrico in volume non inferiore a 15.

    La birra VESUVIA del birrificio MANEBA avendo 17 per grado saccarometrico (7.5% alc.), rientra nella categoria delle doppio malto.
    L’unica cosa è, che se si va all’estero dove la birra è cultura, e si chiede una doppio malto, chi sta dall’ altro lato potrebbe anche sorridere e non capire la richiesta, perché è troppo generico.

  4. Soprattutto in Italia non ha senso parlare di doppio malto, non solo all’estero.
    In quella categoria (suddivisione puramente legislativa!) rientrano birre dolci, amare, dolcissime, amarissime, speziate, corpose, meno corpose, chiare, ambrate, scure, appartenenti a stili lontani anni luce gli uni dagli altri. Praticamente definendo o chiedendo una birra doppio malto, abbiamo detto tutto e non abbiamo detto niente. Un pò come se chiedessi “vorrei bere un vino IGT”.
    Comunque titolo a parte, la Vesuvia è una birra che rispecchia la caparbietà e la dedizione di Nello, ne ho seguito l’evoluzione fino alla versione attuale che è assolutamente una gran birra!
    La Masaniello/Wedding Ale comunque resta il pezzo da 90 se ti decidi a imbottigliare :-)
    Un abbraccio!
    Francesco

  5. Una domanda da profano: che caratteristiche organolettiche deve avere l’acqua che si utilizza?
    Quella della rete idrica è molto ricca di cloro, che alternative vengono utilizzate?
    grazie

  6. Alessandro ho indicato il numero di telefono dell’azienda e l’indirizzo del sito. Contata Nello direttamente.

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