Viaggio in Lituania, tra birra, gin tonic e acqua minerale salata


arrivo a Palanga con buffet di benvenuto

arrivo a Palanga con buffet di benvenuto

di Nicola Bartolucci

In ogni squadra che si rispetti c’e bisogno di un c.t.; ed io, ammetto, ho scelto, per questa esperienza, un c.t. inutile, troppo pieno di se, maleducato, arrogante, irrispettoso………, in poche parole “un merda d’ uomo”!!!!!! ammesso che di uomo si possa parlare.

Proprio per questo io dico a mai più al mio, C….. T……, che il destino ti porti molto lontano, ovunque, nel migliore dei mondi……. ma lontano da me.

Ma torniamo a noi e alle cose importanti.

Salterei, per motivi evidenti, il viaggio in aereo e la lunga trasferta fino a Palanga, effettuata in un furgoncino piuttosto scarno e scomodo, nel quale mi sono straziato, anche grazie alla compagnia, per più di tre ore.

L’accoglienza in casa di una famiglia locale è buona, e subito , sul tavolo, saltano fuori “prelibatezze”, a dire il vero improbabili, che ci vengono offerte in segno di affetto, rispetto, ospitalità.

Il tutto viene annaffiato con diversi litri di birra, per fortuna non artigianale, che io sinceramente ho apprezzato anche visto le fatiche del mio lungo viaggio cominciato la mattina presto e terminato nel tardo pomeriggio.

Scopro subito che il pane sulla tavola è ammesso ma solo se precedentemente tagliato a strisce, agliato e fritto fino alla morte, probabilmente in olio di marca Castrol.

Nonostante tutto il risultato finale era commestibile e mi è servito per accompagnare una interessantissima carta e dei tranci di sgombro rigorosamente affumicati, ed una sorta di bottarga “fresca” anche questa di acqua dolce.

Il tutto era affiancato una serie di discutibili  formaggi dei quali ricordo uno in particolare per la singolare consistenza ed aspetto,  del tutto simili a quelli del Vinavil, che tutti noi abbiamo usato almeno in gioventù.

arrivo a Palanga con buffet di benvenuto

arrivo a Palanga con buffet di benvenuto

 

arrivo a Palanga con buffet di benvenuto

arrivo a Palanga con buffet di benvenuto

Tutto sommato pero l’esperienza è stata interessante sotto ogni aspetto, se non fosse per una sorta di salume in gelatina ottenuto con quello che noi toscani avremmo usato per un ben più dignitoso biroldo (pregiato salume detestato dal signor Maffi).

A quella ho detto no, mi dispiace, ma non ce l’ho fatta.

Le birre nazionali lituane sono di impronta tedesca; la più riuscita é la BALTAS, una buona weissbier leggermente meno acida delle cugine crucche, e tendente al morbido come una blanche belga poco speziata.

la Balta

la Balta

 

birra lituana

birra lituana

 

birra lituana

birra lituana

Nell’arco della serata ho provato altre birre riconducibile a delle “speciali”, marzen e doppelbock , anche se in realtà le gradazione non saliva mai di troppo.

Ultima curiosità legata al primo giorno in Palanga: i padroni di casa ci informano, dopo un bel po di “bevi te che bev’anch’io”, che una tradizione lituana prevede, per gli ospiti importanti e le grandi occasioni, un brindisi con gin tonic; chi sono io per interrompere questa tradizione? Vi confesso senza vergogna che al primo ne sono seguiti molti altri mentre lentamente ci avvicinavamo all’orario di cena, che sarà imbastita, a mò di grigliata, un paio di ore dopo da altri ospiti della casa e della quale non racconterò niente un po’ perché non ricordo, un po’ perché sono una persona educata.
P.S. A meta del viaggio in autostrada, affrontato con un austero furgoncino, mi sono lanciato nel temerario acquisto di una bottiglia di acqua gassata.

Voi direte, “quando mai comprare un bottiglia di acqua può essere considerata un’ impresa temeraria?” E fino a qui potreste avere ragione, se non fosse che l’acquisto é finalizzato al consumo, ed é propio qui che casca l’asino: l’acqua da me selezionata per l’occorrenza si è rivelata imposssssssibilmente salata, e quando dico salata intendo “acqua di mare”.

Come se non bastasse questo nettare si rivela  gassatissimo e, per rimanere in tema, con un perlage grosso come buzzacchiotti*.

l'acqua minerale piu salata al mondo, veramente imbevibile

l’acqua minerale piu salata al mondo, veramente imbevibile

Per qualche giorno rimaniamo a Palanga, città turistica sul mar Baltico che mi viene spacciata per la Rimini italiana, ma che sinceramente si rivela volto più commerciale, poco attraente ed ospitale. Fuori dalla parte prettamente turistica trovo, in realtà, un città ben curata, facile a vivere, dove l’ingegno dell’ uomo é riuscito a riqualificare un paese dal passato non proprio florido e felice.

Recandomi sul mare scopro che la spiaggia a totalmente priva di stabilimenti balneari ed altre strutture fatta eccezione per alcuni grandi “bar”, situati al ridosso delle dune, dove si possono acquistare birra e bevande varie ma che,e che, sorprendentemente ai miei occhi, non forniscono gli indispensabili servizi sanitari che evidentemente trovano la loro locazione nella pinetina posta alle spalle di queste strutture.

Mi bagno i piedi nel mare e scopro che l’acqua é ghiacciata! Mi viene poi confessato che non supera mai i 16 gradi e, dopo un invito ad assaggiarlo scopro, con un po di sorpresa, che si rivela praticamente dolce se paragonata all’acqua minerale acquistata in primo giorno.

La sabbia a tratti si mostra fine come talco poi grossolana come sale grosso, ma la cosa poco piacevole sta nel fatto che essendo quella che noi chiameremmo “spiaggia libera”, nessuno e nemmeno il governo, si occupa della pulizia di quest’ultima, che si rivela mischiata ad ogni tipo di sporcizia  compresi mozziconi di sigaretta, stecchino di ghiaccioli, carta di gelati etc. etc.

L’ultima sera passata in questa piccola città rimango abbastanza basito nel trovare un improbabile folla, radunata intorno al una fontana, che stupita osservava quest’ultima che sembra rapire gli occhi degli avventori, con un tragicomico gioco di luci a led e schizzi d’acqua che poco verosimilmente sembrano essere sincronizzati con una musica, anche questa discutibile, sparata ad alto livello per l’occasione. Con questo vi saluto da Palanga.

Nicola Bartolucci

Nicola Bartolucci