Vigna Contrada del Duca 2004 Galluccio rosso riserva doc


PORTO DI MOLA

Uva: aglianico
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno

Un rosso per il pranzo di Pasqua? Eccovi accontentati con questa bella sorpresa beccata al Vinitaly. L’azienda, intendiamoci, è da me già seguita sin dalla fondazione con molto interesse non solo perchè l’enologo è Maurizio De Simone, ma anche per la splendida Falanghina Acquamara che ho inserito tra i vini dell’Arca nella mia guida della Campania. Come ho già avut modo di scrivere, il buon enologo serve davvero a poco se alle spalle non ci sono persone impegnate con serietà nei campi e in cantina a seguire la produzione quotidie. Antimo fa proprio questo nella sua proprietà a Rocca d’Evandro, siamo ai confini tra Lazio e Campania nella zona dove i Romani costruirono un importante porto sul Garigliano di cui retsano le vestigia. L’azienda è un latifondo, 300 ettari, un decimo vitati, è ha dunque enormi potenzialità che inizia ad esprimere attraverso la qualità dei prodotti vendemmia dopo vendemmia, a fare il paio con le altre punte di eccellenza della doc Galluccio, cioé Telaro e Prattico. Il rosso 2004 conferma una annata life style, cioé non esuberante ma elegante, dai sentori avvolgenti di frutta rossa ben evoluta in una cornice delicata di spezie e note balsamiche. In bocca lo standard capace di conquistarmi: ingresso non facile ma piacevole, abbastanza morbido, bella freschezza che consente alla beva di essere sostenuta senza stancarsi dall’inizio sino alla  fine, tannini risolti ma ancora in evoluzione, la promessa di un racconto capace di durare molti anni. Così questa riserva ruspante e ben congegnata è stata una delle piacevoli scoperte fatte a Verona, e conferma la serietà di Antimo Esposito impegnato nella azienda di famiglia proseguendo una tradizione iniziata dal nonno Nicola. Ho parlato di pranzo di Pasqua perché il Vigna Contrada del Duca ha la capacità di essere ben abbinabile a tutti i piatti della tradizione napoletana e contadina, sino al pecorino. Una conferma dell’Aglianico, una conferma di un areale misterioso popolato da streghe nascoste tra i boschi di castagno del vulcano spento di Roccamonfina, là dove sono custodite le ceneri del mio amico Roberto Selvaggi.

Sede a Rocca d’Evandro. Strada Statale 430, km.16,200. Tel. 0823.925907 www.portodimola.it  Enologo: Maurizio De Simone. Ettari: 300 di cui 30 vitati. Bottiglie prodotte: 40.000. Vitigni: falanghina, greco, aglianico.