Vino e pizza: il sommelier in pizzeria 12| Vincenzo Ciriello

Vincenzo Ciriello
La figura del sommelier in pizzeria è in costante evoluzione, poiché si inizia a comprendere l’importanza di abbinare la pizza ad una scelta accurata di vini. Questa combinazione tra pizza e vino ha portato a valorizzare il ruolo del sommelier come elemento fondamentale nel garantire un’esperienza gastronomica completa nel contesto delle pizzerie.
Ne parliamo con il sommelier Vincenzo Ciriello della Pizzeria Cambia-menti di Caserta.
Classe 1990, casertano con un passato tra campi da calcio e maneggi, Vincenzo Ciriello appartiene a quella rara categoria di persone che scoprono la propria vocazione quasi per caso… e poi non la mollano più, puntando a portare in sala un tocco di eleganza con il calice giusto. Dalla Costiera Amalfitana a Londra, passando per l’Accademia ALMA, ha trasformato un lavoretto da adolescente in una professione in cui accoglienza, curiosità e studio si mescolano come un buon uvaggio. Viaggiatore, lettore instancabile e osservatore attento, oggi mette la sua esperienza al servizio di una sfida affascinante: raccontare il vino in un luogo dove per decenni ha regnato sovrana la birra. Il suo incontro con Ciccio Vitiello e la pizzeria Cambia-menti è stato un colpo di fulmine professionale: entusiasmo, visione e un progetto che va oltre il semplice “servire ai tavoli”. Da allora, Vincenzo accompagna i clienti in un percorso che ribalta abitudini e stereotipi, dimostrando che sì, la pizza ama il vino… e spesso ricambia. Con lui esploriamo un mestiere in trasformazione e una frontiera gastronomica tutta da gustare con una domanda alla volta, un calice alla volta.
Come inizia il tuo percorso di sommelier?
Mi ci avvicino a piccoli passi: da bambino ero l’inconsapevole aiutante di mio padre e mio nonno durante la vendemmia, quando fare il vino era una vera festa di famiglia e la domenica non mancava mai in tavola. Il mio primo corso ufficiale è stato il WSET di livello 2 a Londra. Poi ho conseguito i tre livelli AIS, frequentando contemporaneamente il corso di assistant restaurant manager presso l’Accademia ALMA di Gualtiero Marchesi a Colorno
Come e quando sei arrivato da Cambia-menti?
Il primo incontro con Ciccio e la Pizzeria Cambia-menti è avvenuto nel febbraio 2024. Ci siamo conosciuti per caso durante un servizio extra che ho svolto in occasione della presentazione di un nuovo progetto. La scintilla è scattata subito: il suo entusiasmo e la capacità di coinvolgere sono stati decisivi. Il progetto va oltre la semplice pizzeria e i risultati, oggi, sono visibili a tutti. Farne parte è motivo di orgoglio.
Quali sono, secondo te, le caratteristiche che un buon sommelier deve avere?
Oggi è fondamentale possedere competenze che vadano oltre la mera conoscenza del vino o dell’etichetta. I clienti sono preparati, esigenti e attenti. Il nostro compito è ascoltarli e guidarli, non imporre nulla. Bisogna saper leggere chi si ha di fronte per garantire una buona esperienza all’interno dell’attività in cui operiamo.
Come ritieni sia percepita oggi la figura del sommelier in pizzeria?
È una figura relativamente nuova. Ma se spogliata da certe sovrastrutture ormai superate, può diventare cruciale per la crescita di molte attività. I clienti non la percepiscono come eccessiva: anzi, apprezzano avere professionisti preparati con cui confrontarsi. È un valore aggiunto.
C’è differenza nel proporre vino in pizzeria rispetto al ristorante?
Sì. Il binomio ristorante/vino è scontato e radicato, mentre in pizzeria si fa più fatica: molti sono ancora legati all’idea tradizionale pizza/birra. Serve pazienza, ma le cose stanno cambiando.
Che tipo di clientela sceglie il vino in pizzeria e si lascia guidare?
I giovani. Sono molto più curiosi, propensi all’abbinamento pizza-vino e si lasciano aiutare volentieri, soprattutto se l’offerta al calice è ampia e accessibile.
Che vini si scelgono dalla cantina di Cambia-menti?
C’è molta attenzione all’Alto Casertano e alla Campania, ma non mancano possibilità di scegliere vini da altre regioni o dall’estero.
L’abbinamento che ami di più tra vino e pizza
La “Super cosacca” di Ciccio Vitiello abbinata al Piedirosso Fuocoallegro di Casa Setaro.
Quello più amato dai clienti
“Recensione Negativa” di Ciccio Vitiello con il Pallagrello Bianco “La Volta” di Terre dell’Angelo.
Chi sono i clienti più aperti all’abbinamento pizza-vino?
Direi i ragazzi dai 27 ai 35 anni. Viaggiano di più, sono curiosi, partecipano a degustazioni e sono sempre aperti a nuove scoperte.
L’abbinamento più stravagante che ti sia capitato
Ad oggi non ci sono stati abbinamenti davvero stravaganti. Ho riscontrato invece molta curiosità nel cambiare e provare bevute diverse dal solito.
Un punto di forza della carta dei vini di Cambia-menti
La quasi totalità delle etichette è disponibile al calice.
Come sarà il futuro del vino in pizzeria?
Prospero, se i professionisti del settore sapranno ascoltare le esigenze del cliente e metterle al primo posto. Evitando mode passeggere e concentrandosi sull’esperienza.
Eleonora Rescigno
Mario Ventura
Daniele Mari
Giovanna Urciuoli
Eva Gallo
Antonio Tutino
Giorgia Santuccione
Daniele Righi
Rocco Campana
Chiara Maggi
Antonia Chiodi
Ottima pizza ed abbinamento ai vini eccezionale.
C’è solo un appunto: perché applicare un ricarico fino al 300% ? Si va per la pizza soprattutto…
Non ha molto senso e forse si rischia di allontanare dal fantastico binomio pizza-vino.
Buongiorno Francesco,
non ho mai sentito un ricarico del 300% sui vini, neanche nei ristoranti di fascia “alto spendente”. Intende da Cambiamenti o in generale?
Intendo da Cambiamenti, dove ripeto la pizza e la materia prima sono eccellenti, ma un ricarico così alto allontana e non avvicina. Posso pagare un prosecco 25€ quando costa un terzo? Non mi sembra, personalmente, la scelta migliore per avvicinare vino e pizza.