Vino e pizza: il sommelier in pizzeria 13| Antonella Mauriello


Antonella Mauriello

di Antonella Amodio

La figura del sommelier in pizzeria è in costante evoluzione, poiché si inizia a comprendere l’importanza di abbinare la pizza ad una scelta accurata di vini. Questa combinazione tra pizza e vino ha portato a valorizzare il ruolo del sommelier come elemento fondamentale nel garantire un’esperienza gastronomica completa nel contesto delle pizzerie.

Ne parliamo con la sommelier Antonella Mauriello della Pizzeria La Pineta, Telese Terme (BN).

Cresciuta in un intreccio di radici, famiglia e lavoro, Antonella, con il tempo ha trovato la sua collocazione più autentica nel mondo della ristorazione e del vino. Fino ai 15 anni ho vissuto a Gioia del Colle, la patria del primitivo, dove il vino sembra scorrere più veloce del traffico, per poi tornare nel ’91 ad Amorosi, nel paese d’origine dei sui genitori, quando suo padre ha finalmente coronato il sogno di aprire un ristorante-pizzeria . Nonostante la felicità del cambiamento, dentro ha sempre immaginato un futuro diverso. E invece, passo dopo passo, ha imparato ad amare questo lavoro che gli ha regalato incontri straordinari e rapporti che durano da una vita. Oggi, da sommelier nella pizzeria sua e di suo fratello Umberto: La Pineta, appena può scappa in qualche cantina e tra le passioni c’è la lettura, la sua vera boccata d’aria, quella che gli permette di staccare davvero.

Come inizia il tuo percorso da sommelier?

Il mio percorso da sommelier inizia per necessità. Mio fratello Umberto, pizzaiolo e membro dell’Associazione Verace Pizza Napoletana, si rende conto che il vino sta diventando importante anche nel suo ambiente e capisce il valore della presenza di un sommelier in sala. Mi sprona a iniziare il percorso e io, molto scettica sul fatto che potesse piacermi, accetto e inizio il primo livello a Benevento nel settembre 2018. Sin dalla prima lezione scocca la scintilla: scopro un mondo meraviglioso che prima, per me, era fatto solo di un bicchiere di Brachetto nei giorni di festa.
Il vino, da sempre presente sulla nostra tavola, iniziava finalmente ad avere un senso.

Raccontac della tua storia professionale

Con la mia famiglia abbiamo aperto un ristorante-pizzeria a Castelvenere nel 1992, soprattutto per desiderio di mio padre che, nonostante nella vita avesse fatto scelte diverse, portava dentro di sé questo sogno. Non avevamo alcuna esperienza e il nostro approccio è stato fin da subito familiare, sia in sala che in cucina. E, sorprendentemente si è rivelato l’atteggiamento vincente.

Quali sono le caratteristiche che un buon sommelier deve avere?

Credo che un sommelier debba porsi con umiltà nei confronti del cliente, soprattutto con chi ammette di non saper nulla di vino. E deve avere empatia: capirlo, individuare i possibili gusti e proporre, mai imporre.

Come viene percepita oggi la figura del sommelier in pizzeria?

Oggi la figura del sommelier è vista come parte integrante della pizzeria, a differenza di qualche anno fa quando sembrava quasi un alieno in mezzo alle pizze. La curiosità crescente verso il mondo del vino rende il nostro lavoro molto più semplice.

C’è differenza nel proporre il vino in pizzeria rispetto al ristorante?

Sicuramente sì. Di fronte a un piatto di pasta o a un bell’agnello alla brace, la scelta del vino viene naturale: fa parte della nostra cultura. In pizzeria la sfida è sdoganare il dogma della birra a tutti i costi. Ma quando riesci a incuriosire il cliente… è quasi fatta.

Che tipo di clientela sceglie il vino in pizzeria? Si fanno guidare?

I giovani (25-35 anni) sono i più propensi a scegliere il vino, con una buona fetta che predilige le bollicine. Altri sfogliano la carta per curiosità, alla ricerca di cantine amiche o di etichette particolari e magari poco conosciute.

Che vini si scelgono dalla cantina del tuo locale?

I vini che rappresentano il territorio: piccole cantine portate avanti da generazioni, ma anche realtà giovani con nuove leve che hanno davvero molto da dare e da dire.

L’abbinamento che ami di più tra vino e pizza

Sicuramente quello che non ti aspetti. Come può essere… un passito! Sì, lo so, sembra un colpo di testa, ma funziona.

L’abbinamento più amato dai clienti

In linea di massima le bollicine, oppure la Falanghina. Classici intramontabili che non deludono mai.

Chi sono i clienti più aperti all’abbinamento pizza-vino?

I giovani, senza dubbio: sono i più curiosi e i più propensi a sperimentare.

Un punto di forza della carta dei vini del locale

La scelta di puntare sul territorio. Il Sannio offre una varietà di vini che pochi possono vantare: dall’Aglianico e dalla Falanghina, pilastri portanti, ai vitigni minori ma preziosi come la Camaiola, lo Sciascinoso, il Moscato, il Susumarello. Senza contare i diversi approcci produttivi che rendono ogni vino unico: biodinamici, biologici, naturali.

Come sarà il futuro del vino in pizzeria?

Credo che diventerà sempre più un’alternativa concreta, ma c’è ancora un po’ da lavorare. Però la direzione è decisamente quella giusta.

 

Eleonora Rescigno

Mario Ventura

Daniele Mari

Giovanna Urciuoli

Eva Gallo

Antonio Tutino

Giorgia Santuccione

Daniele Righi

Rocco Campana

Chiara Maggi

Antonia Chiodi

Vincenzo Ciriello

 

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