Macarico 2005 Aglianico del Vulture doc


MACARICO
Uva: aglianico
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: legno

Rino Botte

Barile è un crocevia straordinario per la vocazione del terroir all’allevamento della vite, in particolar modo per l’aglianico cosiddetto del Vulture. Ancor più straordinari sono i viticoltori lucani con quella natura contadina che strizza l’occhio alla modernità
In loco c’è un quartetto di amici (Paternoster, Fucci, Cutolo, Botte) che, saggiamente, invece di denigrarsi fanno il tifo l’un per l’altro con il solo scopo di valorizzare la loro produzione. Quattro espressioni talvolta diverse ma talvolta anche legate da un filo che le accomuna. Almeno per l’aglianico c’è una nobiltà in bottiglia che riesce sempre ad emozionarti.
Rino Botte: la classe non è acqua. Un personaggio di altri tempi, patròn della Locanda del Palazzo la cui cuoca è la moglie Lucia. Macarico, dal greco “colui che è beato”, un cru di cinque ettari che Rino conduce con la passione di un gentiluomo e l’amore innato che ha per tutte le cose che fa. Due le etichette aziendali: Macarico, che è il cru e Macarì, il cosiddetto vino base.
Ho bevuto il Macarico 2005 per andare contro tendenza e dimostrarmi che se le cose si fanno per bene non è scritto da nessuna parte che ad agosto non si possa aver compagnia di un rosso di struttura. Infatti ho goduto di un rosso rubino carico, compatto e luminoso. Profumo di frutti rossi e neri maturi con sentori balsamici. Al palato è ricco, avvolgente e persistente, dall’architettura elegante sottolineata da tannini di notevole finezza che lasciano presagire lunga vita. Una dgustazione in crescendo poi, perché il vino man mano che ossigenava acquistava eleganza e complessità lasciando alle note alcoliche solo il compito di accompagnarlo in modo suadente. Questa è una bottiglia che Rino mi omaggiò in occasione di un mio viaggio in Lucania e che da giorni avevo l’idea di poterla affrontare.
Le ho abbinato una pasta al forno con peperoni, melanzane, cacio gentile di bufala e sbriciolata di vascuotto di grano e dopo una tagliata di pancia di maialino nero casertano. Ma chi se ne importa del superenalotto, se ho la fortuna di regalarmi questi momenti di goduria estrema! Sorseggiarlo da solo con la voglia che dalla bottiglia non ne scompaia mai è l’unico mito e “Macari” fossero tutti così i figli di Bacco…

Questa scheda è di Domenico Sarno, sommelier Casa del Nonno 13

Sede a Barile, piazza Caracciolo 1.
Tel. e fax 0972.771051.
www.macaricovini.it
Enologo: Gianpaolo Chiettini.
Ettari: 5 di proprietà.
Bottiglie prodotte: 20.000. Vitigni: aglianico