2008, ripasso di un anno. Frizzi e lazzi dell’enogastronomia


Il 2008 non è stato simpatico ai più. A me sì, molto: è stato l’anno in cui gli Stati Uniti hanno eletto un presidente nero. Cambiare è possibile, sempre.

Barack Obama

Forse nessun anno è simpatico alla fine. Certo si è rotto un incanto iniziato negli anni ’80: la crisi rispolvera la funzione salvifica del welfare dalla cui demolizione dipendeva secondo il liberismo sfrenato (ricordate “liberi dalle tasse”?), la possibilità di diventare tutti più ricchi. Ma non facciamola pesante, tanto si sa come è andata a finire: gli epigoni del reaganismo hanno dovuto garantire con i soldi dello Stato il fallimento dei privati per evitare, si spera, un crac ancora peggiore.
E per il mondo dell’enogastronomia italiana? Tutto sommato un anno di rimessaggio: nessun vino evento, ma questo accade già da alcune vendemmie, nessun nuovo astro nascente ai fornelli, gli chef italiani sempre ammaliati dagli spagnoli che altrove non se li fila nessuno. Con un dato comunque confortante: la filiera dell’agroalimentare, cioé della trasformazione dei prodotti in cui noi italiani siamo maestri, continua a tirare, con più fatica, certo: nonostante la crisi gli investimenti proseguono, in certi ambienti si balla ancora sul Titanic, in altri ci si riposiziona rapidamente all’insegna dell’austerity. Le docce fredde non sono mancate, chiudendo l’era di una certa comunicazione un po’ mondana un po’ cocotte, fatta di belle storie sempre più da copiare e incollare. Ecco, forse, pensandoci proprio bene, il 2008 ha costretto i comunicatori e i giornalisti a riprendere le misure su questi temi, magari agganciandosi di più alla vita reale del quotidiano personale dei lettori consumatori e all’agricoltura dei produttori.

Consorzio della Mozzarella di Bufala Campana

Docce fredde? Per la verità tra febbraio e marzo una vera e propria alluvione di latte alla diossina investe il Consorzio della Mozzarella di Bufala Campana, reduce da venti anni di ascesa in beato autismo comunicativo con il resto del mondo, e magari con briglie a volte inutilmente troppo sciolte. Persino la patria delle patacche, la Cina, si prende lo sfizio di dichiarare il blocco del prodotto pur non importando neanche un bocconcino. La Regione Campania, e tutti gli amministratori pubblici, hanno lasciato sviluppare il tumore, mi riferisco alla munnezza, ma su questo tema l’intervento dell’Assessorato all’Agricoltura è stato davvero energico: controlli a tappeto e immediati svolti da enti terzi, la verifica che la diossina era una bufala, scusate la battuta infantile ma sintetica, e alla fine il prodotto si salva ma il danno di immagine è comunque pesante.
L’anno difficile per la Campania è confermato anche da un’altra debacle amministrativa: BianchIrpinia, l’anteprima di maggio delle uniche due docg bianche del Sud, Fiano di Avellino e Greco di Tufo, salta. Anteprima Taurasi slitta. Come se in Toscana saltasse la settimana di Chianti, Nobile e Brunello. Qui chi ha voglia di approfondire.

Chiodo scaccia chiodo, guaio mangia guaio. Ci pensa il Brunello di Montalcino a cavare d’impaccio la Campania arrivata a testa bassa a Verona. Il primo articolo a porre domande sull’inchiesta è di Franco Ziliani (nella foto), scritto sul suo blog il 21 marzo, poi la cosa viene ripresa dall’Ansa di Firenze e da giornali locali e, lento pede, esplode il bubbone.

l’Espresso

Lo schiaffone, violento e fermo, è la copertina dell’Espresso in edicola il giorno in cui apre Vinitaly. Anzi, VelenItaly. Riprendendo il canovaccio di una trasmissione di Report, il servizio mette insieme un po’ di inchieste sul mondo del vino. L’incipit sembra scolpito nella biopsia di ciascuno di noi: Di vino ne contengono poco: un terzo al massimo, spesso di meno. Il resto è un miscuglio micidiale: una pozione di acqua, sostanze chimiche, concimi, fertilizzanti e persino una spruzzata di acido muriatico. Veleni a effetto lento: all’inizio non fanno male e ingannano i controlli, poi nell’organismo con il tempo si trasformano in killer cancerogeni. Alla faccia del babà: chi avrebbe mai il coraggio di bere ancora un sorso dopo questo quadro? A puttane tutti gli articoli sul rosso salvacuore e sul bianco pure <anche se un po’ meno>.
La sollevazione del mondo del vino è unanime, l’indignazione corale. L’Ente Fiera preannuncia cause per danno all’immagine, Paolo De Castro celebra così il suo ultimo Vinitaly da ministro. Sul blog di Giampiero Nadali, Aristide, le interviste e un bel riassunto finale con un Luigi Castelletti furibondo.

Ma. Ma. Ma l’articolo ha anche una conseguenza interna al gruppo: dall’oggi al domani viene cancellato il blog di Enzo Vizzari, il responsabile delle Guide Espresso, che aveva dichiarato senza mezzi termini: <Mi vergogno della copertina dell’Espresso>. In puro China Style, la direttrice Daniela Hamaui chiede e ottiene la chiusura dello spazio virtuale aperto da pochi mesi e interrompe la storica collaborazione di Vizzari sul settimanale. Un harakiri incredibile, quasi quanto la decisione di pubblicare una inchiesta sul cibo e sul vino senza neanche sentire il parere dei propri esperti, Vizzari, Gentili e Rizzari, tra i più ascoltati e rinomati in Italia.
L’ennesimo esempio di impazzimento di un sistema mediatico ormai impegnato a divorare se stesso, incapace di fare inchieste di spessore e occupato solo ad inseguire i titoli ad effetto del bravo ufficio stampa della Coldiretti il sabato sulla domenica. Il pifferaio magico sa bene come incantare i serpenti.
Nessuna spiegazione per i lettori dell’Espresso. Un po’ come quando tolsero la vedova di Mao, Jiang Qinq, dalla foto ufficiale della commemorazione funebre. Spazio bianco, chi sa, sa. E chi non sa, saprà.

CQ

Immagine dal blog di Paolo Marchi con cui Mucca ha avuto un duro scazzo in rete alla fine di settembre

Il web assume una importanza sempre maggiore nella comunicazione enogastronomica. Eppure uno dei pionieri, il geniale ed estroso Pietro Pompili, alias Il gastronomo Riluttante, alias Muccapazza, già notato per la sua assenza a BlogCafé di San Patrignano alla fine di giugno dove aveva tenuto banco nella precedente a settembre, chiude il suo spazio virtuale con un titolo apocalittico ma efficace: <La fine di un’era>. Era la mia lettura preferita quotidiana.
Stanchezza? Crisi di identità? Speranze deluse? Un po’ l’effetto a catena: la crisi deprime il mondo enogastronomico che deprime l’entusiasmo sul web Non sono pochi i blog e i siti che non riaprono dopo le ferie estive. Cito per tutti Alice e il Vino: Maybe tomorrow… è il suo mesto congedo

Stefano Bonilli

Uno, invece, viene oscurato improvvisamente. E’ Papero Giallo di Stefano Bonilli, fondatore del Gambero Rosso e licenziato ex abrupto il 12 settembre. Daniele Cernilli prende il suo posto. Un fulmine annunciato da molti tuoni ma a cui nessuno credeva. Così due tra i più auterevoli critici gastronomici italiani subiscono lo stesso destino a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro: cancellati in rete dai loro editori. Con mezzi di fortuna e l’aiuto di qualche amico il Papero salva i contenuti e riprende le pubblicazioni dopo poche ore. Prima con qualche difficoltà, poi normalmente.

Enzo Rivella

Ma la consacrazione dell’importanza della rete è il dibattitto tra Franco Ziliani ed Enzo Rivella: già perché il giornalista lumbard dalla testa dura non ha mai mollato la presa, in questi mesi ha seguito l’inchiesta su Montalcino, spesso in solitario, vista come il contrappasso ad un fare troppo disinvolto e commerciale della stragrande maggioranza dei produttori. Così il padre di quasi tutte le doc italiane decide di affrontarlo de visu il 3 ottobre. Sulla homepage (prima pagina) del suo sito il lungo confronto.
Qui alcune mie considerazioni.

Angelo Gaja

Non a caso Angelo Gaja usa proprio la rete per inviare saltuariamente le sue opinioni. Il produttore piemontese, sempre in questo settembre caldo, porta a segno un altro colpo intervendo direttamente nel dibattito che lo riguarda invitando alcuni lettori di blog (non i giornalisti, non i blogger) nella sua azienda.

Bene. Che altro dire?

Franco Frattini

Ricordare lo stupefacente intervento, ben 20 minuti, di Franco Frattini al Salone del Gusto di Torino che ha messo a disagio non pochi delegati. Frattini chi? Il nostro super ministro degli Esteri capace di seguire dalle Maldive la guerra tra Russia e Georgia di agosto. Ma ‘ste guerre sempre durante le vacanze?

La “vendetta” della Michelin che ha escluso Marchesi dalla guida italiana dopo le sue dichiarazioni estive con le quali ha occupato i giornali gongolanti nell’apprendere il suo rifiuto ad essere giudicato. Grande marketing. Vendetta fredda? Calda? Per i miei gusti un po’ fast food, preferisco di gran lunga quelle portate a termine quando il cattivello in questione manco si ricorda più i motivi per cui viene eliminato dalla sua vittima…
Brutto soli uomini. Vero ?

La brava Elisa Isoardi è protagonista di una svolta nella storia tv italiana di questi ultimi anni: prende il posto di Antonella Clerici, in dolce attesa, alla Prova del Cuoco, la trasmissione di cucina più popolare e seguita, dal format collaudato, su Rai 1. E quanto sia popolare può confermarlo il mio cellulare dopo ogni mia comparsata come giurato.
E infine… è l’anno di Facebook. In questi mesi non si parla d’altro in Italia. Ma mi fermo qui altrimenti la cosa diventerebbe molto lunga. Certo, io lo uso per commentare quel che scrivo qui sul sito e mi piace. Di fatto sta prosciugando i commenti ai blog e sostituendo anche la normale posta elettronica: al momento è utile, ti fa ritrovare amici e restare in contatto con tutti, poi perché non sei invaso da spam, proprio come i blog lo sono da vigliacchetti anonimi. Dunque, se volete, fatevi sentire qui.