Aruca 2010 rosato Salento igt


Da sinistra Carlo Martin e suo padre Vincenzo Vallone, con P.Giorgio Sammartino (adetto stampa) e l’enologo Giuseppe Pizzolante Leuzzi

SANTI DIMITRI

Uva: negroamaro
Fascia di prezzo:
da 1 a 5 euro
Fermentazione e maturazione:
acciaio

Da diversi anni, il bere italiano estivo si è avvicinato con grande entusiasmo ai vini rosati, categoria spesso sottovalutata, vuoi, per mancanza d’informazioni, o, per preconcetti di gusto personali, spesso non accompagnati da prove. Il rosato è il giusto compromesso quando, dovendo scegliere il vino, ci si trova tra esperti che, magari, storcono il naso, e semplici bevitori che guardano alla piacevolezza ed alla bevibilità.  Per dire “non mi piace o, invece sì, mi piace!”, bisogna provare… beh, per me, niente di meglio, in una calda e afosa domenica di fine luglio, che stappare un rosato salentino da negroamaro. Bello, fresco, da aperitivo e a tutto pasto. Di che parlo? Di Arùca, il rosato dell’azienda agricola Santi Dimitri a Galatina.

200 ettari per diverse colture. Nomen omen. Santi Dimitri è una contrada di Galatina, nel cuore del Salento. Qui nel 1996, nasce, per mano di Vincenzo Vallone, l’omonima azienda, costola moderna dell’antica attività di famiglia che risale al XXVII sec. Santi Dimitri si trova su una piccola altura, offrendo quasi la sensazione di trovarsi tra colline toscane. La struttura centrale, e’ stata riadattata con grande perizia e trasformata quasi in una masseria del luogo, con guizzo moderno e tanto di caratteristico pergolato per degustare al fresco. Veniamo al vino, l’enologo, Giuseppe Pizzolante Leuzzi, consulente di diverse prestigiose cantine in Puglia, mi racconta di terreni sabbiosi, a 60 – 70 mt. s.l.m. di vendemmie realizzata a maturazione non del tutto completa, al fine di preservare l’acidità onde sostenere l’equilibrio con la struttura (13% alcool), di macerazione sulle bucce per circa 10 – 12 ore, a 6 – 7 gradi, per ottenere un colore cerasuolo intenso, quasi tendente al rubino e di buona consistenza in roteazione.

Al naso Aruca regala una discreta intensità con profumi di frutta fresca ben matura: ciliegia, fragole, amarene e mora selvatica. Il palato è pieno, trattiene a fatica i decisi ed eleganti tannini del negroamaro, capaci di produrre vini di carattere e struttura. Si avverte in pieno la caratteristica varietale della vena amarognola (niuru – maru= nero e amaro ) per nulla spiacevole. Questa caratteristica fa sì che questo vino debba esser consumato presto, circa entro dodici mesi dalla vendemmia. La vicinanza al mare gli conferisce la sapidità necessaria che, giocando con freschezza e corpo, conferisce al vino quella piacevolezza di beva, requisito primario dei vini rosati.
Aruca, ed i rosati in genere, segnano veramente l’inizio della piena estate.  E’ un vino jolly da mandar giù, rigorosamente in bicchiere di vetro, (al peggio dalla bottigliaJ, ancora bagnati sulla scaletta della barca. Gli abbinamenti in cucina sono infiniti: con i saporiti piatti di mare della Puglia e del Sud.

Questa scheda è di Giulia Cannada Bartoli

Sede a Galatina. Via Guidano, contrada Santi Dimitri. Tel.0836.565866. Fax 39.0836.565867. www.santidimitri.it. Enologo: Giuseppe Pizzolante Leuzzi. Ettari: 200 di cui 60 vitati, 40 ad oliveto, 90 seminativo e 10 di bosco Bottiglie prodotte:250.000 Vitigni: negroamaro, primitivo, aleatico, cabernet sauvignon, merlot, syrah,fiano,
pinot bianco, chardonnay, sauvignon.

Un commento

  1. abito in Lombardia ma sono perfettamente d’accordo sul discorso dei rosati pugliesi (e non solo) che nella stagione estiva offrono una grande piacevolezza di gusto oltre a una grande bevibiltà su molti piatti estivi; peccato che siano spesso considerati vini di una serie “minore”; io vengo dalla terra del Chiaretto bresciano e posso assicurare che se ben abbinato è un bel prodotto.

I commenti sono chiusi.