Vini azienda Casale del Giglio


Vini Azienda Casale del Giglio

Vini Azienda Casale del Giglio

di Enrico Malgi

L’assaggio di pochi giorni fa del Mater Matuta è stato soltanto un piccolo anticipo della ricca e poliedrica produzione dell’azienda pontina Casale del Giglio di Antonio Santarelli, che ogni anno sforna una ventina di ottime etichette curate dall’enologo trentino Paolo Tiefenthaler, per lo più derivanti da vitigni internazionali, e di cui in questi giorni ne ho testate otto.

Controetichette Vini azienda Casale del Giglio

Controetichette Vini azienda Casale del Giglio

Anthium Bellone Lazio Igt 2021. Soltanto Bellone, antico e storico vitigno laziale a bacca bianca. Uve raccolte a fine settembre. Maturazione in acciaio e vetro. Tasso alcolico di quattordici gradi. Prezzo finale di 12,00 euro. Millesimo premiato con i Tre Bicchieri dal Gambero Rosso.

A discapito della giovinezza del vino, il tratto cromatico esibisce un lucente e vivace colore giallo paglierino tendente al dorato. Spettro aromatico intessuto di ampi e variegati profumi fruttati di pesca, pera, clementina, ananas e papaya, intersecati ad una gradevole florealità vestita di bianco, ad umori vegetali di erbe aromatiche e suadenze speziate. In bocca penetra un sorso tagliante e morbido, sapido e minerale, arrotondato e succoso, fruttato e sospiroso e sostenuto da un’ottima e complessa struttura di base, tanto da conferire al vino un carattere molto incisivo. Buona la serbevolezza. Scatto finale intenso e notevolmente persistente. Da Abbinare ad un bel risotto ai frutti di mare e carne bianca.

Radix Bellone Lazio Igt 2017. Bellone in purezza. Maturazione sulle fecce nobili in tonneaux per due anni e poi il vino transita in anfora per nove mesi. Sei i mesi di affinamento in vetro prima della commercializzazione. Tasso alcolico di quattordici gradi. Prezzo orientativo finale intorno ai 50,00 euro. Vino pluripremiato dalle principali associazioni e riviste settoriali italiane e straniere.

Nel bicchiere risalta un luminoso colore giallo dorato. Dal congruo e solidale caleidoscopio si sprigionano notevoli ed amplissime fragranze di albicocca, mela, nespola, pompelmo, mango, ginestra, sambuco, macchia mediterranea e giocosità speziate di anice, zenzero e vaniglia. Cadenze iodate, empireumatiche e terziarie alimentano ancor di più il costumato piglio aromatico, insieme ad un’affascinante nota fumé. Approccio palatale deliberatamente fresco, rotondo, vigoroso, glicerico, equilibrato e sensitivamente ammandorlato. Sorso che declina in successione poetiche elaborazioni avvolgenti, balsamiche, sapide, resinose e dinamiche, che denotano una traboccante personalità. Ne avrà ancora per molto tempo. Chiusura su toni espressivamente intensi e persistenti. Va bene sulla classica cucina di mare laziale, ma è da provare anche su piatti di terra più strutturati. Davvero un vino eccellente.

Petit Manseng Lazio Igt 2021. Petit Manseng al 100% una varietà francese a bacca bianca originaria dello Jurancon e derivante dall’evoluzione del Gros Manseng, che ha trovato terreno fertile in alcune regioni italiane, soprattutto in Toscana, Sicilia, Alto Adige e Lazio. Maturazione in acciaio per sei mesi e poi affinamento boccia. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale di 12,00 euro. Anche questo vino ha ricevuto molteplici riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale.

Alla vista si appalesa un colore giallo paglierino brillante. Sontuoso il bouquet, il quale si concede ad un naso oltremodo curioso ed esplorativo in maniera molto interessante. In primis si evidenziano all’olfatto caratteristici aromi di un’ottima scorta fruttata di albicocca, mela renetta, susina gialla, melone cantalupo, kiwi, avocado, mango, maracuja, ananas e lime. Subito dopo si materializzano effusioni di fiori bianchi, erbe officinali e spezie orientali. In bocca entra un sorso teso, asciutto, morbido, elegante, sapido, minerale. incisivo, equilibrato e lineare. Piacevolezza gustativa caratteriale, pervasiva, duttile, corroborante, armonica e speziata. Longevità tutta da verificare in futuro. Retroaroma edonistico. Perfetto su un piatto di spaghetti ai frutti di mare e latticini dell’Agro Pontino.

Viognier Bianco Lazio Igt 2021. Solo Viognier, specie mutuata dalla Valle del Rodano, vendemmiato in due riprese. Maturazione in acciaio e successiva elevazione in vetro. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale di 10,00 euro. Anche qui le gratificazioni si sprecano.

Veste cromatica segnata da un solare colore giallo paglierino. Piglio aromatico depositario di un affastellato crogiolo, che racchiude in sé giocosi e promiscui profumi di albicocca, mandarino, pesca bianca, mandorla, violetta, ginestra, caprifoglio, timo, salvia, lavanda e languidi sospiri speziati. Sorso secco, tonico, fresco, arrotondato, cremoso, speziato, aromatico e leggermente piccante. Gusto morbido, sapido, minerale, affascinante, fine, raffinato, cremoso e gradevolmente intenso. Può durare integro ancora per molti anni. Allungo finale decisamente appagante. Perfetto su un piatto di vermicelli a vongole ed un tagliere di salumi.

Sauvignon Lazio Igt 2021. Sauvignon in purezza affinato in acciaio e vetro. Alcolicità di tredici gradi. Prezzo finale di 10,00 euro.

Nel bicchiere traspare un lucido e sontuoso colore giallo paglierino. Impronta olfattiva dirompente ed intensamente profumata, che in primis trasmette percezioni di tanta buona frutta come la mela cotogna, gli agrumi, il frutto della passione, il pompelmo ed il mango, intrecciate a compositi svolazzi di ginestra, magnolia, gelsomino, acacia, spezie e, soprattutto, agganciati ai tipici effluvi varietali di bosso e di pipì di gatto in misura moderata. Attacco in bocca bello morbido ed affusolato, gentile e fresco, sensuale e goliardico, aggraziato e setoso. Un vino che ammalia per la purezza di un frutto giovane e saporito e per la grande armonia del gusto. Sviluppo palatale sensuale, delicato, suadente e fascinoso, che sfocia poi in un finale sicuramente epicureo. Buona la capacità di resistere al tempo ancora per alcuni anni. Darà il meglio di sé sui piatti di mare.

Matidia Cesanese Igt Lazio 2020. Soltanto Cesanese vendemmiato ad inizio ottobre. Maturazione per un anno, con una parte della massa in acciaio ed un’altra in tonneaux. Tasso alcolico di quattordici gradi. Prezzo finale di 12,00 euro. Molteplici i premi conseguiti.

Bicchiere tinto da uno sfavillante colore rosso rubino carico. Estasiante il bouquet che si approccia al naso per essere scansionato nelle sue pluralistiche fragranze. L’incipit è appannaggio di sensitive credenziali di frutta della pianta e del sottobosco: amarena, susina nera, cassis, mirtilli, more e mandorle leggermente tostate. Plastiche le successive rilevazioni olfattive che deliziano il naso con note floreali di viola, rosa e peonia e gentilizie di macchia mediterranea, unitamente a valenze profumate di pepe nero, noce moscata, chiodi di garofano, cioccolato fondente, liquirizia, balsamo e goudron. Sorso etereo, profondo, infiltrante, avvolgente, avviluppante, tagliente, immediato, succoso, arrotondato, morbido, sapido, elegante e fine. Trama tannica bene impostata. Longevità tutta da esplorare. Retroaroma persistentemente piacevole. Su un piatto di pasta al forno e grigliata di carne.

Madreselva Rosso Lazio Igt 2017. Classico taglio bordolese assemblato in parti uguali con Merlot, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot le cui uve sono state raccolte in momenti diversi. Affinamento in barriques per venti mesi e poi elevazione in boccia per circa un anno. Tenore alcolico di quattordici gradi. Prezzo finale di 17,00 euro.

Vino rosso Madreselva azienda Casale del Giglio

Vino rosso Madreselva azienda Casale del Giglio

Nel bicchiere si scorge un fulgido e coreografico colore rosso rubino giovane e pimpante. Irresistibile il profilo olfattivo, il quale è portatore di voluttuosi e pluralistici afflati fruttati di ciliegia, prugna e piccole bacche del sottobosco, gradevoli note di fiori rossi ed intensi umori varietali di peperone verde, foglia di pomodoro, eucalipto e menta piperita. In appresso il naso aspira anche elargizioni speziate di noce moscata e zenzero ed accattivanti proposizioni terziarie, in modo particolare emerge la classica nota di caffè torrefatto. In bocca entra un sorso palpitante e ficcante e sublimato da percezioni tattili asciutte, materiche, strutturate, corpose, toniche, solide, balsamiche, complesse, opulenti, gliceriche, raffinate e sapide. La spalla acida alimenta poi una beva giustamente fresca e morbida, mentre la trama tannica è ottimamente cesellata e trova il suo giusto equilibrio, affermandosi in modo del tutto armonioso. Allure aristocratica, sensuale e dinamica, che anticipa una chiusura perfettamente godibile e persistente. Longevità a lunga scadenza. Compagno ideale di un piatto di brasato di carne e formaggi stagionati laziali.

Aphrodisium Passito Lazio Igt 2020. Complesso e paritario blend franco-campano di Petit Manseng, Viognier, Greco e Fiano. Uve raccolte surmature dopo l’appassimento sulla pianta in epoche diverse. Maturazione in acciaio. Gradazione alcolica di dieci gradi e mezzo. Prezzo finale di 22,00 euro la bottiglia di 500 ml.

Cromatismo segnato da un solare e luccicante colore giallo oro. Naso subito allertato da una vasta gamma di profumi, che di primo acchito esasperano valide fragranze di frutta secca come l’albicocca, i fichi, le castagne, i datteri, le mandorle e le nocciole, insieme a prelibate costumanze di agrumi, fiori di arancia, fresche erbe aromatiche e miele di acacia, In bocca fa il suo ingresso un nettare che si rivela così leggero, pulito, avvolgente, ammaliante, carezzevole, morbido, dolce quanto basta ma non stucchevole, appassionato, di grande freschezza e rifinito poi da sontuose note minerali. Incedere elegante. La contenuta alcolicità contribuisce ad alimentare vieppiù la beva. Tratto gustativo vellutato, sensuale e raffinato. Finale epicureo.  Da preferire su una crostata di frutta, cioccolato fondente e formaggi erborinati.

Che dire, sono rimasto letteralmente affascinato da questa nutrita e singolare batteria di eccellenti vini. I prezzi poi sono davvero favorevoli.

 

Sede a Le Ferriere di Aprilia (Lt) – Strada Cisterna-Nettuno

Tel. 06 92902530 – Fax 06 92900212

[email protected] – www.casaledelgiglio.it

Enologo: Paolo Tiefenthaler

Ettari vitati: 160 – Bottiglie prodotte: 1.200.000

Vitigni: Biancolella, Bellone, Greco, Fiano, Trebbiano, Chardonnay, Sauvignon blanc, Petit Manseng, Viognier, Cesanese, Syrah, Petit Verdot, Merlot, Cabernet Sauvignon e Tempranillo.

 

13 aprile 2022

Vini Casale del Giglio

Vini Casale del Giglio

di Enrico Malgi

Con moltissime aziende vinicole nazionali nel corso degli anni ho instaurato un ottimo rapporto professionale per cui il mio compito di seriale assaggiatore di vini diventa molto facilitato. In aggiunta poi posso contare su fidati amici con i quali spesso ci scambiamo le bottiglie, che a volte, se incontrano il mio favore, diventano oggetto di una recensione.

In questi giorni ho ricevuto proprio da un mio caro amico due bottiglie di una famosa azienda laziale che mi hanno particolarmente colpito. L’azienda in questione è quella di Casale del Giglio di Le Ferriere, una frazione di Aprilia, ed i vini degustati sono un bianco ed un rosso di origine francese.

Controetichette vini Casale del Giglio

Controetichette vini Casale del Giglio

Viognier Bianco Lazio Igt 2020. Soltanto Viognier, lavorato in acciaio. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Il Viognier è un vitigno raro e minimalista proveniente dalla Valle del Rodano settentrionale a ridosso della città di Vienne e che ha nella denominazione Condrieu e soprattutto in quella minuscola di Chateau Grillet la sua massima espressione. Il Viognier viene anche coltivato in minima parte nel Languedoc-Roussillon.

Cromatismo affastellato da un colore giallo paglierino carico e brillante. Il marker varietale si identifica con il classico profumo di albicocca, che si inserisce in un perfetto quadro di fragranze fruttate di pesca, pera, nocciola, mango, papaya, ananas e banana. Non mancano poi all’appello sintomatiche effusioni floreali di violetta, tiglio, acacia, ginestra, lavanda, mughetto, narciso e gardenia. Sbuffi vegetali di erbe aromatiche e minuzie speziate completano l’ottimo timbro olfattivo. In bocca penetra un sorso tonico e fresco, equilibrato ed armonico, elegante e fascinoso. Palato rotondo, fine, raffinato, sapido e setoso. Allungo finale decisamente appagante e solidale. Da provare sulla tipica cucina di mare laziale ed anche su carne bianca.

Shiraz Rosso Lazio Igt 2019. Shiraz o Syrah al 100%. Maturazione in barriques per circa un anno e poi elevazione in vetro per sei mesi. Tasso alcolico di tredici gradi. Anche il Syrah è originario della Valle del Rodano in generale, ma esprime il meglio di sé sopra la linea di demarcazione di Montélimar che divide orizzontalmente il sud dal nord.

Alla vista si presenta un coreografico colore rosso rubino attraversato da lampi violacei. Bouquet irresistibile e molto intenso, che emana dal suo caratteristico crogiolo sontuosi profumi di tanta buona frutta fresca della pianta e del sottobosco: ciliegia, prugna, ribes, mirtilli e more. Subito dopo si afferma in modo dominante il varietale sentore di pepe nero, insieme ad altre variazioni di matrice speziata. Sottofondo fumé. Sintomi floreali ed umori vegetali anticipano di poco le costumanze terziarie di liquirizia, tabacco, cacao e china. In bocca esordisce un sorso avvolgente, materico, strutturato, complesso sensuale e dinamico. Gusto teso, fine, aristocratico, rotondo, glicerico, profondo e sapido. Tannini perfettamente cesellati. Longevità tutta ancora da scoprire. Chiosa finale decisamente piccantina, persistente ed edonistica. Da abbinare ad un piatto di pasta al ragù e formaggi pecorini laziali.

 

Sede a Le Ferriere di Aprilia (Lt) – Strada Cisterna-Nettuno

Tel. 06 92902530 – Fax 06 92900212

[email protected]www.casaledelgiglio.it

Marzo 2022

Cantina Casale del Giglio

Cantina Casale del Giglio

di Antonella Amodio

Di storia ne ha tanta da raccontare Casale del Giglio, l’azienda vinicola con sede a Ferriere, nel Comune di Aprilia (provincia di Latina) circa 50 km a sud di Roma.

Correva l’anno 1967 quando Dino Santarelli, in quell’area così poco esplorata per la viticoltura, decise di produrre vini.

Paolo Tiefenthaler e Antonio Santarelli - Casale del Giglio

Paolo Tiefenthaler e Antonio Santarelli – Casale del Giglio

E bisogna fare un salto ancora più indietro nel tempo per conoscere da dove ha origine una delle cantine più belle d’Italia. Nel 1914 viene costituita da Emidio, Isidoro e Antonio, ad Amatrice, la “Berardino Santarelli & Figli”, che si occupa del commercio di vini e olii.

Col tempo, la famiglia si trasferisce a Roma e rileva l’attività della famiglia Grifoni, risalente all’800 e dedita alla vendita di vino nel locale storico, ancora oggi della famiglia Santarelli, che ha sede nel Palazzo Capranica, costruito nel 1451.

Casale del Giglio nasce proprio da lì, dalla volontà di produrre vini personali, affiancando le produzioni italiane e internazionali in vendita nella storica Enoteca.

Nel 1985 Dino, con il figlio Antonio, ha dato vita a un progetto di ricerca e sperimentazione che poneva a dimora sui propri terreni ben 57 diversi vitigni sperimentali, sia italiani che internazionali. Un progetto al quale hanno collaborato ampelografi e ricercatori universitari, dei quali diviene interprete e figura chiave l’enologo dell’azienda Paolo Tiefenthaler, creatore, fin dall’inizio, di tutti i vini aziendali.

Uno studio importante, che ancora oggi è in corso, che dimostra come solo alcune varietà siano idonee per i terreni e il clima dell’ Agro Pontino.

L’attenzione anche alla tipicità dei vitigni autoctoni del Lazio ha portato alla riscoperta di varietà che erano quasi scomparse, come il Bellone di Anzio, la Biancolella di Ponza, il Cesanese di Affile e di Olevano Romano e il Pecorino di Amatrice/Accumoli in provincia di Rieti.

Oggi, la cantina conta 180 ettari e i suoi vini rappresentano il Lazio nel mondo, coprendo mercati importanti dove le sue bottiglie sono presenti nelle carte dei vini dei più rinomati ristoranti.

Vini affascinanti per varietà e tipicità, dove il valore aggiunto è dato dalla storia della famiglia Santarelli, che ci ha creduto fin dall’inizio e i cui vini da decenni sono premiati dalla critica enologica mondiale.

Una gamma di vini e varietà che conta 21 referenze, tutte di altissimo spessore. Personalmente ne segnalo tre, che ritengo in questo momento rappresentare la massima qualità di ciò che Casale del Giglio produce. Tre vini che guardano lontano, al futuro, dove il tempo è il maggiore alleato per fare esaltare il territorio ed il vitigno.

Satrico, Mater Matuta, Radix Bellona - Casale del Giglio

Satrico, Mater Matuta, Radix Bellona – Casale del Giglio

Radix Bellone Lazio Bianco IGT 2016

Macerazione delle uve in tonneaux e passaggio in anfora per questo vino ottenuto dalla varietà antica di uve bellona. Dal colore giallo paglierino luminoso e dai profumi floreali incorniciati in nuance di macchia mediterranea. Fresco e salino all’assaggio, molto verticale e con ottima chiusura. Gran bel vino.

Vigneto sperimentale - Casale del Giglio

Vigneto sperimentale – Casale del Giglio

Mater Matuta Lazio Rosso IGT 2010

Syrah 85% e Petit Verdot 15%. Le uve fermentano separatamente. Dal colore rubino con unghia granata, compatto. Ampio spettro aromatico giocato su note scure come il caffè, la prugna, il tabacco e la carruba. Sorso avvolgente e di grande equilibrio, con tannini integrati e con lunga persistenza. L’annata in corso, la 2015, mostra gioventù e palesa lunga vita davanti.

 

Satrico Bianco Lazio IGT 2021

40% Chardonnay, 40% Sauvignon e 20% Trebbiano Giallo. Luminoso nella tonalità giallo paglierino. Profumi di pesca ed albicocca lasciano spazio in seconda battuta alla buccia di mandarino e alla felce. All’assaggio emerge freschezza, salinità e verticalità. Chiusura lunga e appagante. Un vino dall’ottimo rapporto prezzo/qualità.

 

2 Commenti

  1. Amo su tutti l’introvabile Faro della guardia che nasce e “muore”a Ponza (pare che lo stesso Antonio deve andare a prenderlo personalmente sull’isola per un uso privato)da uve Biancolella presenti dal tempo dei Borboni quando gli ischitani la colonizzarono ma in sua assenza mi “accontento” volentieri dell’ottimo Bellone nella magistrale interpretazione che ritroviamo in Anthium ed infine stappo il loro freschissimo Viognier per un desinare informale che grazie a questo vino non sarà mai banale.FRANCESCO

  2. Vini davvero eccellenti quelli di Casale del Giglio caro Francesco. Oltretutto il territorio pontino non offre moltissimo sul piano ampelografico indigeno e così Antonio Santarelli ha dovuto “arrangiarsi” con vitigni internazionali, che si sono bene acclimatati e che hanno contribuito al grande successo aziendale.

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