Chassagne Montrachet Morgeot 2007, Domaine Ramonet


Chassagne Montrachet 2007

Chassagne Montrachet 2007

di Teresa Mincione

Il momento giusto per aprire una bottiglia Made in Burgundy? Sempre! L’occasione si tinge di specialità se a far da cornice è una serata di fine estate al Kresios, dove il piacere della cucina di Iannotti stuzzica l’assaggio. Uno CHASSAGNE MONTRACHET, 1er Cru MORGEOT 2007 DOMAINE RAMONET, Chardonnay in purezza dall’anima tutta da scoprire.

Mentre il sorso inizia ad avvolgere il palato, d’istinto gli occhi si chiudono nella ricerca virtuale di quei vigneti a sud della Côte de Beaune. Un calice della Francia orientale, figlio del village di Chassagne, comune della Côte d’Or in Borgogna. Un terroir che dal 1879 è noto al mondo come Chassagne – Montrachet, anno in cui si aggiunse al suo nome quello del climat di punta: Montrachet.

Al confine tra la Cote d’Or e la Saona – Loira departements, questo piccolo angolo borgognone, è tagliato fuori dal resto della Côte de Beaune dalla RN6. Diversi Gran Cru da annoverare, e un folto numero di vigneti Premier Cru, che ininterrotti, attraversano l’intero scheletro del comune, dal confine meridionale con Santenay al confine settentrionale con Puligny-Montrachet.

Qui, l’azienda Ramonet alleva i suoi grappoli di Chardonnay sin dagli anni ’20, ormaiè un secolo. 17 gli ettari con una proprietà di  7 Chassagne Premier Cru (Ruchottes, Morgeots, Caillerets, Clos de la Boudriotte, Clos Saint Jean , Chaumèes e Vergers). A dirigere i lavori in vigna e in cantina, è la terza generazione: Jean Claude e Noel Ramonet.

Sviluppare l’identità del domaine su basse rese e sull’innalzamento dell’età delle vigne, il segreto per camminare nella storia vitivinicola di borgogna. Ecco l’enigma: la maggior parte dei suoli di Chassagne – Montrachet sono vocati per i vini rossi (fino a 50 anni fa rappresentavano i 2/3 della produzione) eppure il village è meglio conosciuto per i suoi bianchi, nonostante solo una parte minoritaria dei terreni dell’appelation sia adatta alla loro coltivazione. Attualmente, oltre l’80% delle uve provenienti dai climats di Chassagne classificati in premier Cru, è a bacca bianca. Borgogna è terra di eccezioni, si sa, e la sia ama anche per questo.

Il mio calice è pronto ad uno scambio. Si è aperto. Dopo otto anni di vita in bottiglia ha voluto il suo tempo per distendersi. Lo stile d’oltralpe si avverte già a distanza. Intenso e brillante nel suo color oro, vivo nel suo roteare. Una moltitudine di aromi si offre al naso: note fumè e zenzero appena tagliato. Leggera nuance agrumata e corteccia di quercia. Pungente nei refoli minerali, calcarei (tipici del terroir). I delicati sentori fruttati che richiamano la cromatura del sole, si mostrano silenziati, timidi rispetto alle mascoline note di nocciola, pino selvatico e salvia. Lenti refoli di fiori d’altura, noce moscata. La bocca scorre in un gustoso e lungo assaggio, con interessanti riecheggi minerali ad aumentare la percezione di freschezza. Di media struttura, si lascia assaporare senza ritrosie. Buona acidità.

Eppure, dopo tante premesse, attendevo una sana sferzata d’energia. Bisognerà attendere. Disegnato per l’invecchiamento. Un bianco dall’innegabile appeal, che troverà nel tempo il giusto riconoscimento a quanto custodito in bottiglia. Un mirabile corredo olfattivo che non trova, al gusto, piena corrispondenza a causa di una timida contrazione. Figlio di un millesimo dalla primavera calda ed anticipata, estate piovosa ed umida. Che dire? Un calice intellettuale che chiama ad un continuo confronto chi degusta, affascinando, sorprendendo e facendosi aspettare.

Domaine Ramonet
4 Place des Noyers, 21190 Chassagne-Montrache
Tel. 33 3 80 21 30 88