Dominique Laurent, le Negociant Haute Couture


Negociant haute couture, questa la definizione più appropriata e più aderente al personaggio eclettico che è Dominique Laurent. Proprio perché Laurent rappresenta la rivalutazione massima della categoria dei “non vignerons” . I senza terra che spesso si accontentano di quello che trovano presso viticultori o proprietari di terreni secondari e che poi  imbottigliano sotto il proprio nome o marchio . No, Dominique Laurent non si accontenta di quello che si trova dietro l’angolo.

Il mestiere di affinatore , (eleveur)  portato invece alla massima espressione del termine, andando acquistare il vino prodotto da talentuosi vignaioli nelle denominazioni più prestigiose di Borgogna e poi affinandolo personalmente nei suoi famosi Magic Casque, come vengono a volte definite le sue barrique, o pièces, che ormai produce personalmente presso la propria Tonnellerie. Anche questo passaggio è fondamentale per la cura e l’evoluzione del prodotto, non accontentandosi neanche più di acquistare i legni da altre tonnellerie , sia pure le migliori in assoluto.

La ricerca della perfezione haut couture si rialza ulteriormente con l’abbigliamento che Laurent sceglie per le sue bottiglie, a partire dalla classicità elegante delle etichette, a volte molto diverse, quasi a sottolineare alcune eccellenze e volendole così diversificare, arrivando poi alle raffinate carte colorate che infine avvolgono il prezioso flacone. Nulla di superficiale, massima cura di ogni dettaglio per rivalutare sotto tutti gli aspetti il vino acquistato.

Tuttavia non è tutto oro quello che luccica, perché volendo coprire quasi tutte le denominazioni e volendo individuare diverse fasce di qualità e di prezzo, diventa piuttosto complicato individuare le vere eccellenze, salvo quelle evidenziate dal negociant a priori. In una decina di anni la produzione che stava attorno alle 150.000 bottiglie è più che raddoppiata, così facendo , e imbottigliando in certi casi anche pièces per pièces diventa a volte difficile avere la certezza di aver acquistato un grande vino targato Laurent, proprio perché l’unico limite della produzione dell’homme de negoce di Nuits St.Georges è una moderata irregolarità.

C’è anche da dire che il prezzo è spesso/sempre rivelatorio nel suo caso, perché certi termini come vieilles vignes indicati su alcune etichette indicano già una buona selezione fatta a monte. Se poi si tratta anche di grand cru come Clos de Béze piuttosto di Bonnes Mares o Grands Echezeaux allora possiamo stare molto rilassati, perché dentro a quelle bottiglie ci saranno alcune tra le massime espressioni di quei terroir. I prezzi delle denominazioni più interessanti saranno quindi collocati approssimativamente tra i 50 e i 200 euro, a seconda se si tratti di premier cru o di grand cru, vecchie vigne, o altra definizione identificativa di qualità superiore.

Sylvie Esmonin , Gevrey Chambertin

Non accontentandosi del successo in proprio, Dominique Laurent è noto anche per aver contribuito al successo di altri pinot noir anche fuori dalla Borgogna, anzi, forse il migliore in assoluto, quello di Ambonnay (Champagne) , collaborando con la maison Egly-Ouriet. Oltre a ciò anche Domaine di prestigio della Cote de Nuits come Silvye Esmonin devono a Laurent qualche quota del loro brillante successo di mercato e di critica, rien à vendre chez madame Esmonin, merci a Dominique, ma in quel caso è anche una questione di cuore..

Non bastasse tutto ciò possiamo anche citare il Domaine creato nella metà degli anni 90 con l’uomo dei terroir del sud, Michel Tardieu, ed ecco quindi nascere il Domaine Tardieu Laurent, modernissimo complesso costruito a Lourmarin, nel Luberon, che riprende il medesimo tema borgognone e lo replica sui vini più nobili del Rodano, da Cote Rotie attraverso Hermitage e Cornas per scendere su Chateauneuf du Pape.

Michel Tardieu, Lourmarin

Anche sui vini del sud la mano e il legno raffinato lasciano un segno tangibile del savoir faire en cave, anche se in gioventù questi vini rivelano inevitabilmente il passaggio in legno più o meno nuovo, coprendo parzialmente il carattere spontaneo e un tantino rustico dei vini del Rodano.

Tuttavia la capacità di invecchiamento delle selezioni più riuscite è tale che con una buona dose di pazienza il tutto si fonderà armonicamente.

Certo, per chi ha sviluppato una alta sensibilità alle sensazioni legnose, per quanto nobili, qui rimarrà comunque in imbarazzo perché il legno che usa Laurent è così buono da sembrare una gourmandise.

In conclusione il rischio vale sempre la candela e spesso un vino del Rodano o uno della Cote de Nuits targato Laurent potrebbe anche far sobbalzare fino ad esclamare: 100/100mi.

Domaine Tardieu Laurent, Lourmarin (Luberon)

Diverso l’atteggiamento per chi volesse far un salto dentro ai due Domaine di riferimento di Laurent, perché a Lourmarin basta suonare, e se l’ospitalissimo Michel Tardieu è da quelle parti non negherà una improvvisata degustazione all’ospite inatteso, a Nuits St.Georges  invece, a leggere le note di qualche guida specializzata le cosa è assai più complicata  se è vero che le visite sono ammesse solo ai “ vecchi clienti del Domaine.

GDF

3 Commenti

  1. da un po’ non bevo i suoi vini ed anche quelli di Esmonin, l’ultimo fu da Roellinger.
    dovrò rimediare

  2. azz chisto è chiù sciupato ‘e me!!!!!!!! :-)))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))

  3. Questa attività, sinceramente, non l’ho mai capita! E poi, come mai un uomo dalla spiccata sensibilità sui “legni”, a tal punto da sentire l’esigenza di mettere in piedi una propria tonnellerie, non sente anche l’esigenza di acquistare propri vigneti? Dovrò necessariamente provarli i suoi vini, per toccare con mano che Laurent sia capace di capire potenzialità di alcuni vini che chi li ha fatti non è riuscito ad individuare, perchè altrimenti li avrebbe messi lui in botte e poi in bottiglia, o no?

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