Don Rosario Calabria 2010 Igt Rosso | Voto 89/100


Don Rosario Calabria Igt Rosso 2010 Masseria Falvo

Masseria Falvo 1727

Uve: Lacrima del Pollino e Greco Nero
Fascia di prezzo: 20,00 in enoteca
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno

Vista 5/5 – Naso 26/30 – Palato 26/30 – Non omologazione 32/35

 

La Calabria non finisce più di stupire, recuperando il tempo perduto e sfruttando finalmente le sue infinite risorse e potenzialità con i suoi eccellenti vitigni autoctoni. In aggiunta, poi, insistono sul territorio regionale alcune vecchie aziende che, come locomotive, riescono a trainare tutto il comparto vitivinicol o storiche proprietà che, dopo un lungo periodo di riflessione, hanno ripreso a marciare in modo spedito.

Un esempio emblematico in tal senso ci viene dalla Masseria Falvo 1727, il cui anno di fondazione risale proprio al 1727 come azienda agricola, ma che soltanto da pochi anni è tornata agli antichi splendori grazie all’impegno dei fratelli Giorgio ed Ermanno Falvo, che hanno avviato lo sviluppo della viticoltura locale su base commerciale.

La proprietà familiare si estende su oltre 100 ettari tra vigneti, agrumeti ed uliveti nella piana di Sibari in provincia di Cosenza. I vigneti, circa 26 ettari e coltivati in regime di agricoltura biologica, sorgono nel comune di Saracena alla quota collinare di circa 500 metri alle falde del Pollino e quasi equidistanti dai due mari Jonio e Tirreno, su un terreno ricco di argilla, sabbia e calcare.

Ho accennato prima ai vitigni autoctoni: una riprova di questa rinascita trova riscontro proprio qui dove si usanoi il Magliocco Dolce, localmente chiamato Lacrima del Pollino, il Moscatello di Saracena, la Guarnaccia e la Malvasia, oltre a sperimentare piccole quantità di specie varietali più nordiche, come il Riesling ed il Traminer. Grazie a Vincenzo Mercurio, la produzione vinicola ha raggiunto in poco tempo ottimi risultati.

Il cru è rappresentato dal Don Rosario, confezionato con 87% di Lacrima del Pollino e saldo di Greco Nero, di cui ho scelto per la mia degustazione il millesimo 2010. Dopo la vendemmia ritardata tra fine ottobre ed inizio di novembre, il vino ha fermentato in contenitori di acciaio per 30 giorni, è stato affinato in tonneaux di rovere per 15 mesi ed è stato elevato poi in bottiglia per 3 mesi. La gradazione alcolica è arrivata a toccare i 13 gradi.

Una versione di Magliocco questa dei Falvo che ho trovato un tantino diversa rispetto alle precedenti ed analoghe degustazioni, connotata da sfaccettature certamente più complesse e variegate. Il colore è sempre quello varietale: rubinoal centro, ma che mantiene ancora luminosi riflessi violacei di prolungata giovinezza ai bordi. In parte anche l’aspetto olfattivo evidenzia persistenti aromi di piccoli frutti rossi del sottobosco e di amarene, seguiti da intriganti ed avvolgenti speziature dai tratti orientali di cannella, vaniglia e noce moscata e poi da sentori di mandorla e di china e da tocchi vegetali di erbe mediterranee, in modo particolare coriandolo, timo e rosmarino.

 E’ in bocca, tuttavia, che il vino si differenzia subito con un impatto aglianicantemente tannico, ricco e rigoglioso, con un frutto scaldato dalla sostenuta alcolicità, seppur stemperato da percettibili sensazioni gliceriche e morbide e da una buona freschezza.

Vino interessante e sicuramente dalle infinite risorse di longevità, da conservare a lungo, da abbinare a piatti sostanziosi della ricca cucina calabrese di terra.

 

Questa scheda è di Enrico Malgi

 

Sede a Saracena (CS) – S.P. Piana località Garga

0981 27968 – Cell. 340 5138480

[email protected]

Enologo: Vincenzo Mercurio

Ettari di proprietà: 100, di cui 26 vitati

Vitigni: Lacrima del Pollino, Greco Nero, Moscatello di Saracena, Guarnaccia, Malvasia, Traminer e Riesling.

3 Commenti

  1. Molto interessante Enrico,tanto che se ti è rimasta una bottiglia da far assaggiare agli amici un invito a tavola non ti è di certo assicurato.A presto Francesco .

  2. Caro Francesco, mi pare che in catina una bottiglia di Don Rosario mi sia rimasta.

    Cercherò di ricordarmi di conservartela per la prossima volta che ci incontriamo.
    Abbracci.

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