Intervista a Gino Sorbillo: ecco perché mi hanno messo la bomba carta alla pizzeria di via Tribunali


Gino Sorbillo

Gino Sorbillo e la bomba a via Tribunali. Ecco il testo della lunga intervista che abbiamo pubblicato sul Mattino

“Quando il cellulare ha squillato mentre dormivo ho subito pensato ad un guaio. Mi hanno avvisato dei danni alla pizzeria storica di via dei Tribunali. Mi sono vestito subito e sono sceso da casa mia al centro. Le strade erano deserte e mi è tornato un incubo di tanti anni fa”

Che incubo?
“Io piccolo vicino a mio padre che aveva appena riavviato l’attività. I bulli che entrano, ordinano da mangiare e vanno via senza pagare. Allora via Tribunali non è come oggi, un luogo per turisti ricco di attività. I vicoli erano bui e le staffette dei motorini andavano su e giù per controllare il territorio. A me e mio padre ci tolleravano perché eravamo del quartiere, non ci hanno mai chiesto il pizzo, ma spesso entravano, facevano gli sbruffoni per dimostrare chi comandava davvero, chi aveva il controllo del territorio”.

Cosa è successo quando sei arrivato?

“Il vigilante che era dentro i locali mi ha raccontato di aver sentito una forte esplosione intorno all’1,30. Per fortuna non era vicino alla porta e non si è fatto niente. Anche i danni sono pochi, stavamo facendo piccoli lavori di aggiustamento dei locali e avremmo riaperto lunedì prossimo”.
Che spiegazione ti dai?
“In questi casi si pensano mille cose. Un balordo, un invidioso, qualcuno a cui do fastidio, magari senza saperlo. La gente di questi tempi è strana, c’è tanta rabbia verso chi è conosciuto, chi ha successo. Non voglio pensare ad una ritorsione”.
Per cosa?
“Non è un mistero per nessuno che sono in prima linea da sempre per la legalità e contro la camorra. Alla fine la partita che si sta giocando a Napoli è questa. Da tre anni la città scoppia di turisti, le attività ristorative vanno bene e la pizza sta volando. Per la prima volta da quando sono nato i ragazzi vengono tolti dalla strada per far fare loro un lavoro vero che gli regala tanta dignità e tanto entusiasmo. Noi siamo stai il primo faro che si è acceso a via Tribunali, dopo di noi tanti hanno preso coraggio e, anche grazie ai social, la realtà è completamente cambiata. Adesso oltre agli studenti qui ci sono davvero tanti turisti e a nessuno succede mai niente”.

Quindi tu ti senti di escludere una richiesta di pizzo?

“Non credo sia questa la zona, noi non solo non abbiamo mai pagato nessuno ma soprattutto non abbiamo mai avuto richieste. Questa è la vecchia camorra che ormai è sparita, i veri soldi si fanno con la droga. Forse qualche sbandato, qualche tossico, ci può provare ma non fanno paura a nessuno”.

In questi anni tu sei diventato un imprenditore con numerose aperture a Napoli, Milano, New York e tra poco anche a Roma. Questa tua crescita non può aver ingenerato qualche appetito in chi ti conosce?
“Io credo che si tratti di un attacco a un simbolo, non tanto a me personalmente. Con la mia attività ho dimostrato che a Napoli si può vivere tranquillamente come in qualsiasi altra città italiana. Abbiamo contribuito con la mia e le altre attività alla rinascita stessa del centro storico dove prima c’era il coprifuoco, Il segnale potrebbe essere: lo abbiamo fatto a Sorbillo, può succedere a tutti voi che non siete così famosi. Io a tutti dico: la migliore cosa è denunciare subito. Si tratta di guappi che ci provano e non bisogna averne paura. Essere fermi di fronte alle provocazioni, non cadere nella trappola della rissa, non rivolgersi ad altri che non siano le forze dell’ordine”.

Del resto non è la prima volta che ti succede qualcosa. Cinque anni fa ti incendiarono la porta proprio mentre c’erano altri lavori in corso.
“Si, abbiamo reagito ricostruendola ed aprendola. Così faremo anche adesso, continueremo a lavorare perché siamo fortunati a farlo in una città bella e viva come Napoli”.

Non pensi che ci possano essere contraccolpi di immagine dopo questa bomba?
“Assolutamente no se si reagisce fermamente. Fuori da Napoli si deve capire che la Napoli legale, quella che lavora, si alza presto la mattina e che torna tardi la sera, sta crescendo ed è sempre più forte, un esempio per tutti i giovani che cercano scorciatoie per poi ritrovarsi in un vicolo cieco e senza speranza”.

Cosa dicono gli inquirenti?
“Stanno analizzando i video di una dozzina di telecamere piazzate nella zona. E’ stato visto un individuo passare due o tre volte davanti alla pizzeria per poi avvicinarsi improvvisamente e far esplodere la bomba. Io credo che alla fine sarà individuato e allora sapremo se si tratta solo di un pazzo o se è stato andato da qualcuno.”

Tu sei stato un modello per tanti giovani che si sono avvicinati al mondo della pizza. Ma negli ultimi tempi ci sono polemiche eccessivi, fermenti non positivi. Qual è a tua valutazione?
“Il movimento della pizza è stato fondamentale per togliere tanti giovani dalla strada. Ancora oggi c’è richiesta di lavoro, un lavoro che oggi fa viaggiare, fa guadagnare e che riesce a dare soddisfazione. Vedo però, soprattutto tra i giovanissimi, troppa fretta, troppa ansia di successo, tanta gente che si chiamare maestro senza aver alcun titolo. Insomma, bisogna tornare un po’ tutti con i piedi per terra. E questo episodio ce lo conferma”.

Ora sei a Milano con i tuoi genitori

“Pensa, avevamo in programma questo viaggio da tempo profittando della chiusura perché mio pare e mia madre non vedevano Milano da decenni. E devo dire la verità, non ci ho voluto rinunciare anche se sono pronto a rientrare in qualsiasi momento se me lo dovessero chiedere gli inquirenti. E comunque sabato sono qui a Napoli. Certo a qualcuno è sembrato strano che sono andato via, ma non c’è relazione.”.

Sempre determinato a restare o questa bomba ti ha scosso?
“Mi ha innervosito, ma io sono testa dura, quando mi metto un obiettivo davanti non ci rinuncio. Amo Napoli, non potrei mai vivere altrove e ai tanti che mi hanno chiamato da tutta l’Italia ho detto: venite, non c’è nessun rischio. Non più di quelli di una qualsiasi grande città italiana almeno”.

Bomba a Gino Sorbillo