Guglielmo Vuolo lancia la sua pizza alla genovese e la prova uno a caso: Enzo Vizzari


Enzo Vizzari e Gugliemo Vuolo

di Tommaso Esposito

Proprio così, galeotta fu la Genovesa che Gugliemo Vuolo ha pensato di mettere sulla pizza.
Una soffiata e l’occasione è stata colta al volo.
Enzo Vizzari direttore della Guida I Ristoranti d’Italia de L’espresso non se l’è fatto dire più di una volta e, complici Luciano e chi scrive,  via di corsa nella Pizzeria Vuolo di Casalnuovo di Napoli per assaggiarla.
Prima una splendida parmigiana di melanzane.

La Parmigiana di Melanzane

Saporita, piaciona e coccolona come sa essere quando è confezionata così:  fresca per il pomodoro, saporita per la mozzarella, delicata nella doratura e frittura della melanzana.
Succulenta e da mangiare all’infinito.
Poi  i due punti di forza di Gugliemo.
La Pizza Marinara come soltanto lui la sa fare.

La Pizza Marinara di Gugliemo Vuolo

Leggera nell’impasto, elastica al tatto, intensamente profumata di aglio, origano, basilico e di oliva per l’olio.
Semplicemente perfetta.
E la Pizza Margherita.

La Pizza Margherita di Gugliemo Vuolo

Elegante come al solito.
Golosa si è dimostrata la Pizza con la Genovesa.

La Pizza con la Genovesa di Gugliemo Vuolo

Una salsa sontuosa, dove la cipolla con la mozzarella e gli straccetti di carne si esalta e tripudia.
Da non lasciarne traccia.
E infine la Pizza Fritta.

La Pizza Fritta di Gugliemo Vuolo

Quella vera: rotonda, ripiena soltanto di ricotta, fiordilatte, salame, cicoli e pepe.

La Pizza Fritta di Gugliemo Vuolo

Tanto buona e corretta che per  Enzo Vizzari,  d’ora in poi, sarà, così ha esclamato, l’Archetipo.
Una mattinata ricca e piena di interesse.

Gugliemo Vuolo e Enzo Vizzari

La piccola lezione di Gugliemo sulla sapienza del Pizzaiuolo: dalla scelta della farina, all’impasto, alla lievitazione, alla maturazione dei panetti, alla ricerca delle materie prime e, soprattutto, alla cottura.
Una pizza, a seconda della maturità della pasta, richiede ogni volta un fuoco diverso.
Non è bravo soltanto chi impasta, ma soprattutto chi inforna.
E tutti ad ascoltare.
Poi i saluti finali e la partenza da Napoli. La presentazione della Guida de L’espresso a Firenze si avvicina.

Luciano, Gugliemo Vuolo, Enzo Vizzari, Tommaso Esposito, Valerio Vuolo

16 Commenti

  1. Ragazzi stiamo debordando. Fuori dal coro credo che i bravi pizzaioli debbano fare la pizza tradizionale riconosciuta dall’UNI e dall’ Stg. della UE.
    A loro volta gli chef devono onorare la cucina. Per quanto mi riguarda, con il beneplacito di tutti i Vizzari dello strambo pianeta gastronomico ,la deliziosa genovese sposa mezzemaniche di Gragnano. La commistione con il disco della pizza costituisce un imbarbarimento!
    Il bravo Vuolo continui a sfornare e a friggere ottime pizze ma non incoraggiamone lo snaturamento modaiolo.
    P.S. Se la successione delle portate è quella descritta nel pezzo dubito si possa avere ancora palato per dare giudizi attendibili.
    Perdonatemi l’impertinenza. Raffaele B.

    1. Beh, noi abbiamo fatto una improvvisata perché Vizzari aveva un aereo e voleva mangiare una buona pizza al termine del suo soggiorno campano. Vuolo è una buona soluzione che ti consiglio ogni volta che hai ospiti: una delle migliori pizze napoletane a dieci minuti da Capodichino.
      Guglielmo poi aveva letto un mio post su Fb a proposito di cipolle e genovese e si è diverto a farcela provare. Tutto qui. Del resto la prima che ho provato risale a un anno fa e la lanciò Acunzo al Vomero

      https://www.lucianopignataro.it/a/annunciazione-annunciazione-da-acunzo-al-vomero-e-nata-la-pizza-alla-genovese/31427/

      Le quantità erano una pizza per tipo diviso tre, quindi alla fine ne abbiamo mangiata una e un quarto a testa e ti assicuro che c’era ancora spazio vista la grande lievitazione partita in nottata.
      Quanto al purismo, non ho difficoltà a scavalcarti a sinistra come si diceva un tempo: come ho già scritto stamane su Fn, per me la vera pizza napoletana è la marinara, la margherita è fusion:-))
      Ma ogni tanto un po’ di divertimento ci vuole. Altrimenti come facciamo ad abbinare tutti i nostri cru?
      Bacioni

  2. Tutte le scuse sono buone per andare in Campania. Dopo Biella – Parigi tanto vale aprire anche la linea aerea Biella- Napoli e, per fare 31, anche Biella- Salerno.

  3. @ Raffaele b.
    Carissimo l’impertinenza di un amico non soltanto si scusa, ma si apprezza giacché, come nel caso nostro, diverte.
    Dunque le banalissime domande mie:
    dove sta scritto che la deliziosa genovesa sposa mezzemaniche di Gragnano?
    quali sarebbero queste mezzemaniche nella variegata tipologia delle trafile storiche gragnanesi?
    hai mai assaggiato un po’ di genovesa su una fetta di buon pane per vedere come è venuta?
    e in questo caso non ti è parsa altrettanto deliziosa?
    Allora, Raffaele, ma stavi scherzando?

    1. A volte viene proprio voglia di replicare ma ..siete così simpatici. Tommà ma come puoi tirare in ballo una ” fetta dei buon pane per assaggiare la genovese.Se non gradisci mezzemaniche prova con candele spezzate a mano.
      Sai io credo che la ricerca dell’originalità a tutti i costi farà pure spettacolo ma conduce…alla frutta.

  4. Spero tutte queste belle e sicuramente saporite pizze siano state accompagnate da ottimo Gragnano……soprattutto quella fritta!

  5. Non avevo il coraggio di scriverlo ma Tommaso Esposito ha rotto i miei freni inibitori..=-D A me La Genovese mi piace più con il pane ( non pane qualsiasi quello che prendo a San Sebastiano al Vesuvio cotto nel forno a legna con le fascine ) ben cotto croccante e bruciacchiato ! che insieme alla Genovese diventa una leccornia !!

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