Jo Salento Negramaro Igt 2022 – Gianfranco Fino
di Enrico Malgi
Gianfranco Fino è un esperto ed abile enologo e viticoltore di Manduria in provincia di Taranto, dove ha iniziato la sua missione nel 2004 con l’acquisto di un piccolo vigneto di Primitivo coltivato ad alberello. Nel corso di questi vent’anni e più è diventato molto famoso grazie soprattutto ad una sua personale e pluripremiata “creatura” enologica, che ha riscosso, e per fortuna riscuote ancora, un incessante successo planetario: Es Primitivo Salento Igt.
In azienda sono soltanto cinque le etichette attualmente in commercio: tre di Primitivo e due di Negroamaro, di cui una di spumante rosato metodo tradizionale.
In questi giorni ho avuto l’occasione di assaggiare una bottiglia di Jo Salento Negramaro Igt 2022. Ovviamente si tratta di Negroamaro in purezza vendemmiato a metà settembre. Maturazione in legno per nove mesi ed affinamento in vetro per un anno prima di essere messo in commercio. Tasso alcolico di quattordici gradi. Prezzo finale di circa 60,00 euro.
Come da prassi nel calice si appalesa uno scintillante e scenografico colore rosso rubino scuro quasi impenetrabile, appena scalfito ai bordi da giovani ed abbaglianti lampi purpurei. Questo perché il Negroamaro, e così pure il Primitivo, possiede un alto contenuto di sostanze coloranti e polifenoliche. L’ampio ed esplosivo bouquet si approccia senza indugio al naso per essere sottoposto a verifica. In prima istanza elargisce impressionanti e gioiosi profumi di una variegata complessità, con in testa sospirosi aromi fruttati di ciliegia ferrovia, prugna, fichi fioroni, scorza d’arancia, mandorla, uva passa, ribes, mirtilli e more. Di concerto risaltano poi calibrate fragranze floreali di violetta e di rosa appassita, costumanze vegetali di timo e di salvia e pervicaci afflati speziati di noce moscata, chiodi di garofano e zenzero. Tutto il puzzle olfattivo si perfeziona poi attraverso un’incidenza terziaria di ottimo livello, che esibisce fascinosi umori di liquirizia, tabacco, cioccolato fondente, caffè torrefatto e balsamo. In bocca penetra un sorso che subito coniuga voluminosità ed avvolgenza, nel senso che va ad occupare tutto lo spazio disponibile del cavo orale e rinserrandolo in un cerchio magico. In tal modo la percezione tattile diventa opulenta, espansiva, polposa, infiltrante, sfaccettata, sontuosa, fibrosa, aristocratica, rotonda, solida, tagliente di freschezza, minerale, affascinante, sublime e perfino elegante e connotata poi da un ritmo decisamente arioso. A sostegno di tutto questo concorrono poi anche un’elevata carica di morbidezza ed una trama tannica perfettamente affusolata, tanto da deliziare le gengive. Legno ben dosato certamente. Potenzialità di serbevolezza a lunga scadenza. Affondo finale molto persistente e leggermente amarognolo. A questo vino ho abbinato un piatto di pasta al ragù e tagliata di carne arrosto. Perfetto! Come perfetta è stata sicuramente questa grande bottiglia di Negramaro, che non sfigura affatto a confronto con l’etichetta Es Primitivo Salento Igt.
Gianfranco Fino Viticoltore
Manduria (Ta) – Contrada Reni
Tel. e Fax 099 7773970 – Cell. 348 8838639
[email protected] – www.gianfrancofino.it
Enologo: Gianfranco Fino
Ettari vitati: 23 – Bottiglie prodotte: 25.000
Vitigni: Primitivo e Negroamaro
Altro che di Fino.Gentile dottor Malgi lei c’è andato alla grande non fosse altro che per ammissione dello stesso Gianfranco il Negramaro fermo è il vino che più lo soddisfa.PS Sarebbe interessante una verticale di questa etichetta giusto per bilanciare il grande peso dei tanti premi che porta a casa il primitivo. FRANCESCO
Bravo Francesco, vuol dire che giro la proposta e Gianfranco e nel caso positivo ritieniti invitato.