Michele Laluce, viticoltore di razza ed il suo Aglianico del Vulture Zimberno 2008


Uve: aglianico

Fermentazione e maturazione: 70% acciaio 30% legno.

Fascia di prezzo: 12 euro

“Michele ha le mani grandi”. E’il comune disegno nei racconti di chi lo conosce. Michele Laluce ha le mani grandi davvero e la pazienza di chi lavora tenacemente in vigna. Parla poco, riflette molto e sa sorridere con gli occhi. Il vino di Michele è il suo opposto: parla molto. Ci piacciono i silenzi dell’uno e le note dell’altro. Sulla strada provinciale che collega Ginestra a Venosa, troverete la cantina. Appena entrati, c’imbattiamo nei pannelli fotovoltaici che saranno montati a distanza di ore. L’azienda sarà totalmente autosufficiente e supportata pure da un impianto di mini eolico in un futuro immediato. Tutt’attorno alla cantina ci sono i vigneti. Oggi sono circa 6 ettari e mezzo, interamente a biologico. Cominciò pian piano, nel ’96, a rinnovare i vigneti di famiglia per avviare, nel 2001, questa sua piccola azienda.

I curatissimi vigneti di Michele Laluce (foto di Sara Marte)

Ha sempre fatto tutto da solo, anche se oggi, dalla sua bella famiglia di sole donne avrà un aiuto speciale: quello della figlia Maddalena, presto laureata in enologia.Molto bello il progetto di accoglienza che svolge. La centralità del vino e qualche prodotto del territorio che serva solo da accompagnamento. Non per divagare, ma quant’era buono quel salamino che abbiamo provato! I vini di Michele sono come te li aspetti, senza fronzoli, molto territoriali e terragni e non hanno bisogno di essere infiocchettati. D’altro canto però notiamo un gusto consapevole e moderno nell’uso del legno. Ci piace molto quest’equilibrio fra tradizionale, una buona estrazione, grande tannino, forza e un certo palato elegante. Conservo ancora per qualche tempo l’Aglianico del Vulture “Le Drude” e sacrifico per questa degustazione l’altro Aglianico del Vulture: lo Zimberno 2008.

Aglianico del Vulture Zimberno 2008, Michele Laluce (foto di Sara Marte)

Il 70% fa solo acciaio mentre il rimanente è affinato in legno grande. Un colore vivacissimo e giovanile parla di un vino gagliardo. Ha naso intenso e ricco. Parte subito con sentori ematici e di sottobosco. Segue con le erbette di campo fresche e la foglia di tabacco e poi via di classiche spezie e la ciliegia. Esplode in un palato davvero buono, fatto di grandissima freschezza, sapidità, mineralità, dal tatto ricco e dal tannino levigato ma sicuramente presente. Un irruento con stile: vino preciso, che va dritto come un treno. Oltre ai sentori, che sono veri oggi ma confutabili domani, colpisce la materia, il territorio, la lealtà e la lucidità. Qui ci sono lavoro e sostanza e vini lunghi e longevi. E con due sorsi… ha detto tutto!

Sara Marte

Michele Laluce ha sede in Strada provinciale SP10 Venosa-Ginestra, Ginestra (PZ). Tel 0972646145. Email [email protected] . Ettari vitati: 6,5. Vitigni: aglianico, malvasia, moscato.

8 Commenti

  1. Intelligente l’associazione della green economy ( fotovoltaico ed eolico) con la wine economy, soprattutto in un contesto come quello della cantina “Laluce” in cui si crede fortemente sull’aspetto verde. Se poi pensiamo che i vini sono altamente competitivi e qualitativamente validi, c’é solo da andare in cantina a trovare Michele.

  2. Un grande territorio deve regalare questi viticoltori. Viticoltori che non sfruttano un nome o un vitigno ma che lo accompagnano per mano (e che mano!). Mi piace molto la definizione “un irruento con stile”. Descrive bene questo meraviglioso aglianico. Vino di sostanza, sapore, forza e longevità. Sentir parlare di questi produttori è un vero piacere e onora il mondo del vino e della comunicazione.

  3. beh! a dirla tutta a me piace “che lo accompagnano per mano!” :o)
    Buona giornata e grazie .

  4. Intelligente l’integrazione tra green economy e wine economy soprattutto in un contesto come quello delle cantina Laluce in cui si crede fortemente nel “verde”.
    Se poi pensiamo che i vini sono qualitativamente alti e altamente competitivi, c’è solo da andare in cantina a trovare Michele .

  5. La gioia di trovare un uomo così vero tra le “pagine” dei vini da non perdere è un vero piacere. Le storie di vita, di lavoro, di gioia, di riuscita sono storie che fanno vincere il vino. Il vino di territorio, rappresentativo e sincero e raccolto in quel dualismo fra schiettezza e eleganza. Sono affascinato da qesti vini, da queste storie e da questi bei racconti che riportano alla terra. Viticoltore di razza 100%!
    Buona giornata ,
    Mario

  6. Mi piace la frase ” viticoltore di razza ” suona molto bene. Mi congratulo per l’iniziativa molto semplice ma costuttiva.

  7. L’aglianico del Vulture si è trovato sulle montagne russe negli ultimi anni. Dai grandi fasti che il vitigno aglianico porta con sè fino all’abuso ed ora il ritorno alla terra. Nessuno può meglio rappresentare questo sentimento se non Michele. Dal S’Adatt al le Drude fino allo Zimberno è tutto un crescendo. Grandi storie del vino e di uomini sinceri.

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