Press tour enoturismo: l’Irpinia


Ferrante di Somma

Ferrante di Somma

di Alberto Nigro

La seconda giornata del press tour promosso dalla Regione Campania in occasione dell’approvazione della legge regionale sull’enoturismo ha interessato la provincia di Avellino. Prima tappa nel comune di Pietradefusi, nella media Valle del Calore, per fare la conoscenza dell’azienda agricola Nardone Nardone. Si tratta di una realtà sorta nel 2005 grazie all’impegno e alla tenacia di Domenico (detto Mimmo) e di suo padre, Vincenzo, ma che porta con sé una sapienza antica. La coltivazione delle uve e la vinificazione, infatti, rappresentano tradizioni di famiglia che risalgono ai primi anni del ‘900. In quel periodo il bisnonno materno di Mimmo, Achille, tornato da Boston, dove era emigrato nella seconda metà dell’800 in cerca di fortuna, decise di acquistare 60 ettari di terreno in zona Torre Le Nocelle da lasciare in dote ai suoi 12 figli. Di quel lascito Mimmo ha ricevuto 2 ettari di terra che grazie a successive acquisizioni sono diventati gli attuali 10, di cui 7 vitati.

Cantina Nardone

Cantina Nardone

Ad accoglierci in un moderno e dinamico punto vendita con sala degustazione ci sono Mimmo e la sua vulcanica collaboratrice Marilisa Mazzarella. Entrambi sono grandi appassionati di vino e ne parlano con entusiasmo e competenza, ma sono anche convinti della necessità di puntare sull’enoturismo per far crescere l’azienda e il territorio. D’altro canto, il vicino casello autostradale di Benevento ha reso Pietradefusi una tappa comoda per quanti percorrono la Napoli – Bari e questo enorme flusso di persone va necessariamente intercettato.

In sede, dunque, è possibile non solo degustare vini, ma anche organizzare light lunch o veri e propri pranzi. I prodotti alimentari offerti sono tutti rigorosamente irpini e provenienti da alcune delle più apprezzate realtà del territorio (tra le altre, Ciarcia per i salumi). I turisti più esigenti, inoltre, possono acquistare pacchetti che prevedono visite nei vigneti e vere e proprie lezioni sull’arte della vinificazione. Nel corso della visita, abbiamo avuto modo di assaggiare diversi vini. Parliamo di una qualità media estremamente elevata sia per i rossi a base Aglianico che per le diverse sfumature di bianco: dalla Falanghina al Fiano di Avellino passando per il Greco di Tufo.

Da Pietradefusi a Luogosano, comune di mille anime nella Valle del Calore, dove sorge un’altra realtà che eccelle sul fronte dell’accoglienza: Tenuta Cavalier Pepe. Con una storia agricola che, come spesso capita in Irpinia, si perde nei secoli, si è strutturata come azienda nel ‘900 grazie all’intuizione di Angelo Pepe (nominato cavaliere nel 1998) ed è oggi una delle realtà di punta della provincia di Avellino con 70 ettari di vigneti e 12 di oliveti, un elegante ristorante con terrazza panoramica (La Veduta) e diversi mini appartamenti. Un vero e proprio sistema aziendale che ha portato Tenuta Cavalier Pepe per tre anni consecutivi (dal 2022 al 2024) nella lista delle cento migliori cantine al mondo per accoglienza enoturistica stilata da World’s Best Vineyards.

Milena Pepe

Milena Pepe

A guidarci durante il tour, la titolare Milena Pepe, figlia del Cavaliere, che dopo aver vissuto a lungo in Belgio (la madre è belga) ed essersi laureata in Viticoltura ed Enologia in Francia, ha deciso, a partire dal 2005, di prendere in mano e redini aziendali. Tantissime le attività enoturistiche che si organizzano durante tutto l’anno: dalle classiche visite guidate con degustazione alle giornate dedicate ai presidi slow food e alla lavanda, passando per la raccolta delle olive.

Tenuta Cavalier Pepe

Tenuta Cavalier Pepe

La chiusura della giornata ha rappresentato un vero e proprio tuffo nella storia. Tappa a Tufo, nella Valle del Sabato, per visitare le Cantine di Marzo. Si tratta di una realtà risalente al ‘600, probabilmente la più antica della regione Campania, a cui si deve l’arrivo delle uve Greco a Tufo. Stando alla leggenda, sarebbe stato Scipione di Marzo a piantare le prime barbatelle portandole con sé nel 1647 da San Paolo Belsito, paese nei pressi di Nola, da dove fuggì a causa di una epidemia di peste.

Dal 2009 le Cantine di Marzo sono gestite da Ferrante di Somma che negli anni ha dovuto investire tantissimo tempo e denaro per acquistare le quote societarie che erano nelle mani di altri eredi. A partire dal 2016, poi, grazie anche alla collaborazione con l’enologo Vincenzo Mercurio, ha dato il via ad un progetto di zonazione del Greco di Tufo che ha portato l’anno successivo alla nascita di tre Cru.

Cantina Di Marzio

Cantina Di Marzio

Al di là dei vini, però, a colpire quanti visitano la struttura sono gli elementi storici che affiorano ad ogni angolo di ogni sala. D’altro canto, la famiglia di Marzo ha gestito fino alla metà degli anni ’80 anche una miniera di zolfo e ovunque ci sono fotografie, targhe e macchinari a ricordarlo.

Il padrone di casa, dopo la visita, ci ha proposto una cena a base di prodotti campani in un piccolo giardino interno durante la quale abbiamo avuto la possibilità di assaggiare tutti i nettari aziendali: dallo spumante metodo classico «1930» al Taurasi passando per i cru di Greco. Papille gustative in estasi.

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