Roma, Trattoria Monti


Trattoria Monti. Enrico Camerucci con la mamma Sandra

Difficile dire qualcosa su questa trattoria che non sia già stato detto. Ed infatti non ci provo neppure.
A dispetto del nome, più un ristorante che una trattoria. Siamo all’Esquilino, vicino a Piazza Vittorio. Fuori, insegna e ingresso stile anni Settanta, un po’ come una rughetta in più a ricordare che gli anni sono quaranta. Dentro, un restyling semplice, asciutto, con gusto e senza fronzoli. A ricordare che anche senza silicone si può.
Il menu e il fuori menu (la domenica altrettanto ricco) girano intorno ad alcuni ingredienti chiave e ad una decina di “classici” che, insieme alla gestione familiare e al servizio cordiale, pronto e collaudato, ne fanno un vero e proprio luogo rifugio. A maggior ragione in un quartiere dove la concorrenza più o meno seria si gioca tra le centinaia di locali etnici sorti come funghi.


Dall’antipasto in poi l’esecuzione corretta di una carta in un solido equilibrio tra la cucina popolare romanesca con l’arzilla, i broccoletti, le puntarelle, l’abbacchio, i carciofi e le ricette povere di una volta delle Marche, regione di provenienza della famiglia Camerucci. Due figli in sala, la mamma sovrintende ai fornelli e dalla cucina a vista tiene anche d’occhio i circa quaranta coperti.

 

Trattoria Monti. L'antipasto con i fritti e il ciauscolo

Abbiamo chiesto di cominciare come da tradizione, con i fritti (crema anconetana, olive ascolane e verdure in pastella) e il ciauscolo, salame fresco marchigiano che ben si accompagna al pane con poco sale (molto buono, 2 euro a persona, in pratica è il coperto che troverete nel conto). La qualità è buona, il fritto delicato. Tra i primi impossibile rinunciare alla specialità della cucina: il tortello gigante con ripieno al rosso d’uovo.

Trattoria Monti. Il must: Tortello al rosso d'uovo

Ci è toccata la versione con pomodoro e basilico, quindi il rosso d’uovo alla vista faceva meno effetto, ma al gusto rimane una ricetta riuscita. Più che rodati gli altri due primi piatti: le mezze maniche con salsiccia, pecorino di fossa e tanto pepe nero, ben condite e saporite e buoni gli gnocchi con il sugo d’agnello, buoni soprattutto per gli amanti del genere: con la carne ben cotta ma il sapore non addomesticato.

Trattoria Monti. Mezzemaniche con salsiccia, pecorino e pepe nero

Trattoria Monti. Gnocchi al ragù di agnello

Tra i tavoli intanto girano gli altri hit della cucina: tagliolini con alici, pecorino e uva sultanina, tagliatelle con il ragù marchigiano (che prevede le rigaglie di pollo) oppure con fiori di zucca, zucchine e carciofi e tante porzioni di vincisgrassi, la lasagna delle Marche di origine settecentesca, vero piatto delle feste.
Tra i secondi abbiamo provato il coniglio ripieno arrosto tartufato, tenero e umido e un piccione arrosto un po’ troppo arrostito, con la carne eccessivamente asciugata dalla cottura.

 

Trattoria Monti. Coniglio tartufato arrosto con patate

In compenso le patate al forno, come spesso succede, dallo stare in compagnia con carni saporite e ben aromatizzate guadagnano in sapore e sapidità, farinose il giusto e non bruciate.

 

Trattoria Monti. Il piccione arrosto con patate

Il menu giornaliero prevede sempre almeno tre o quattro secondi vegetariani, come i tortini di verdure, ortaggi e formaggi in diverse varianti e non manca mai una discreta scelta di ricette fedeli alla filosofia del quinto quarto, con il recupero di tutte le frattaglie, come il cervello di abbacchio fritto con i carciofi. Il baccalà è proposto mantecato per il ripieno dei fiori di zucca o dei ravioli, oppure in carpaccio con cipolla rossa e, infine, al tegame con pomodoro e patate.
Per chiudere in dolcezza un tortino di mele con zabaglione, un semifreddo agli amaretti e torroncino o una tarte tatin di pere caramellate con salsa inglese.

 

Trattoria Monti. La tarte tatin con pere caramellate e salsa inglese


La carta dei vini è interessante, senza ricarichi eccessivi, con bollicine italiane o francesi per cominciare e le regioni centrali molto più esplorate, Marche in testa, col verdicchio di Jesi proposto anche in caraffa e alla mescita.

 

Trattoria Monti. La sala con, in fondo, la cucina a vista

Nel complesso una impressione di solidità e serietà, nel servizio come nella cucina. Conto sui 40 euro. Indispensabile prenotare.
Virginia Di Falco

Trattoria Monti
Via di San Vito 13/a
Tel. 06.4466573
Aperto a pranzo e a cena
Chiuso domenica sera e lunedi

14 Commenti

  1. che bella Virginia, insomma qui possiamo preparare un wikipedia delle trattorie d’Italia :)!

  2. ci sono stato domenica a pranzo ed ho ripreso a sorridere dopo la grande delusione del sabato sera precedente da Glass hosteria ( una stella michelin!). Cordiali, ottima cucina, e menzione speciale per la lista dei vini, superiore a tanti stellati , sono riuscito a bere un introvabile timorasso 2006 vigna sterpi, ed una notevole barbera di aldo conterno….. Da consigliare agli amici

      1. A me piace molto la Trattoria Monti. Ma considerarla superiore a Glass, beh, no comment

      2. Da Glass eravamo in 8, e nessuno, dico nessuno ha apprezzato…Non sono paragonabili i sue posti, ma da Glass mi aspetterei qualcosa di molto diverso, con più idee, e soprattuto più ricercato.Abbiamo provato 2 menu degustazione, uno da 65,00 e l’altro da 90,00 euro, ed entrambi erano così così…. Gusto personale, per me la Locanda di Bu a Nusco sta avanti di un bel po, e pure Sud…Perdonate la franchezza, poi come si dice, de gustibus……

        1. In realtà prorpio la creatività è ciò che a mio parere è mancata…comunque de gustibus… :-)

    1. più che altro direi che sono imparagonabili. che è successo da glass? tutti i sensori lo danno in piena stabilità se non in ulteriore crescita. sarebbe gradita una spiegazione approfondita, trevisan.

      1. Non è successo niente a Glass, è sempre ottimo da ogni punto di vista: ambiente, cucina, cantina e servizio. Anzi, appunto, è in crescita.

        1. il sig. trevisan ha avuto il l’intelligenza di citare due luoghi che fanno una cucina ben distante dalla tua lello.

          bisognerebbe capire meglio quante volte mangia da te e quante da sud, per comprendere se il suo palato ha subito danni irreparabili o meno :-))))))

          naturalmente con tutto il rispetto per Flavia, che fa piatti onesti e corretti, naturalmente.

          1. Premesso che il sottoscritto è notoriamente responsabile solo e solamente delle foto dei piatti, altri nemmeno di quelle ;-)), ci terrei a rimarcare che la “distanza” tra le diverse cucine non si misura in termini assoluti, bensì in relazione soprattutto alle diverse tipologie di ambientazione, di presentazione e di servizio, e questo è stato appena dimostrato nel post dedicato ad Antonella Iandolo. Nello specifico, vorrei dire al caro amico Umberto, della cui integrità di palato sono sicuro, che anche gli chef sono uomini ( e donne), e come tali, magari anche per loro ci può stare una giornata no, nella quale non tutto fila alla perfezione ed il risultato prodotto non è il massimo che solitamente si riesce a dare…

            P.S. Si accettano richieste per risarcimento danni irreparabili al palato, compreso il tuo, Giancarlo… ;-))

  3. prima o poi ci vado!……curioso delle vecchie ricette….di trastevere di mia nonna! grazie virginia un saluto

  4. Grandissima la trattoria Monti! Ottimo equilibrio tra l’esecuzione formale e la “vita” nel piatto appunto in stile trattoria, per giunta la cucina marchigiana a Roma è semi sconosciuta…Aggiungo una cosa: conviene sempre prenotare…ogni volta che ci vado c’è la processione di gente che entra, chiede e se ne va!

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