Via del Campo 2011 Falanghina Irpinia doc Quintodecimo


Via del campo 2011 Falanghina Irpinia 2011

Via del campo 2011 Falanghina Irpinia 2011

Via del Campo 2011 Falanghina Irpinia doc Quintodecimo: quanto vive la Falanghina? E come invecchia? Finora di preciso avevamo solo la 2001 di Libero Rillo, appena passata in legno. Adesso abbiamo Via del campo di Quintodecimo, o almeno le bottiglie che si sono salvate dalla sete che ha creato in giro Luigi Moio com la sua azienda.
Diciamo che se il Fiano può firmare il patto con l’eternità la Falanghina è un po’ come il Greco di Tufo, vive la sua stagione migliore tra il terzo e il sesto, settimo anno per essere bevuta. Inutile aspettarsi oltre. E la conferma viene proprio da questo bianco 2001, ottenuto da uve coltivate in proprio nell’azienda di Quintodecimo, annata a doppia faccia, fresca sino al 15-16 agosto, poi terribilmente calda per il mese successivo.
Naturalmente il cambiamento climatico sta favorendo vitigni e zone a vendemmia ritardata perché hanno il tepo di recuperare, salvo disastri tipo grandinate o bombe d’acqua autunnali.
Eravamo curiosi di provare questo bianco a sette anni dalla vendemmia perché concepito in maniera perfetto con un grande tappo, una sosta di parte della massa in legno piccolo, il giusto affinamento in vasca. Tutto perfetto.
Conservata bene in questi anni, il tappo è uscito integro e quasi tutto asciutto ma il vino, appena versato nel bicchiere ha chiesto un time out. Il colore giallo paglierino carico ci ha fatto pensare per un momento ad una stanchezza ossidativa ma poi i sentori di ridotto ci hanno dato fiducia. Sono bastati infatti cinque minuti e il vino ha ripreso tono e vivacità, persino brillantezza al colore.
Il naso è stato appagato da sentori di frutta bianca e gialla matura ben evoluta, note agrumate di cedro e balsamiche, miele d’acacia, zafferano. Ma quello che ci ha convinto di più è stata la beva, ancora fresca e integra, con l’acidità in equilibrio, non scissa, il finale molto preciso e amarognolo. Una bella bottiglia insomma, una delle espressioni più alte della Falanghina che sicuramente, fra i tre moschettieri bianchi campani, è sempre la prima che deve essere consumata, magari anche senza cerimonie. Ma questa versione ha comunque provato che da questo vitigno si può e si dvee ottenere qualcosa in più della gioia, almeno un pizzico di emozione provocata dal tempo e dai sentori.
Che dire, è stata proprio un vigilia di Capodanno! Non saremo fighi con la Falanghina a mezzanotte, ma almeno siamo decisamente snob :-)

Sede a Mirabella Eclano, Via San Leonardo. Tel e fax 0825.449321. www.quintodecimo.it; [email protected]. Enologo: Luigi Moio

Via del Campo 2011 Falanghina Irpinia doc Quintodecimo

 

Un commento

  1. In via del campo c’è una signora ……Falanghina.Parafrasando ancora De Andrè,molto amato dal Professor Moio tanto da prendere ispirazione per i nomi dei vini dalle sue canzoni, potremmo dire:dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fiori ….ovvero tutti i profumi che il nostro riesce a tirar fuori da questo vitigno.PS.Sicuramente molto meglio del pessimo Champagne che mi è stato offerto al confine tra vecchio e nuovo anno.FM.

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