Viareggio, un aperitivo di mare al Ristorante Romano


La sala di Romano

Via Mazzini 122
Tel.0584.31382
www.romanoristorante.it
Sempre aperto. Chiuso lunedì, in estate anche il martedì a pranzo.
Ferie a gennaio

Ci sono ristoranti caldi e rassicuranti come la chiesa in cui avete fatto la Prima Comunione. Quello della famiglia Romano a Viareggio è uno di questi.  Tra quattro anni, pensate, sarà mezzo secolo che è aperto. Una vita di lavoro, lui, Romano, in sala e lei, Franca, in cucina. Fortunati a crescere il figlio Roberto appassionato e competente sommelier. Una delle innumerevoli monadi familiari che tengono in piedi questo paese zigzagando tra mode, norme, tributi, periodi di crisi e momenti aurei.

 

Il pane e i grissini

Nella gastronomia, come in tutti i mestieri artigianali, il tempo è importante: perché riesce a dare la misura delle cose a chi è impegnato, offre un modo di vedere diverso da chi è nuovo del mestiere o da chi investe venendo da altri settori. Quest’atmosfera la cogli subito, la cerchi, ed è facile per i clienti e gli appassionati riconoscersi nello stile.

Il fritto

Ecco perché quando giro in Versilia chiedo sempre a Maffi di portarmici. Anzi, per essere più preciso, è lui a chiedermi: “Vuoi andare da Romano”?
L’ultimo siparietto di qualche giorno fa è stato divertente:
“Sai – faccio io – sto poche ore, vogliamo andare dai Franceschini?”
“Ho già prenotato” è stata la risposta.

Tra Gemelli le parole spesso vengono molto, ma molto, dopo l’intuizione:-)

Crudo di gamberi e carpaccio

“Ovvio – rispondo – altrimenti è come se non fossi venuto”.
E così questo rito rassicurante lo abbiamo ripetuto, per un semplice aperitivo dalla famiglia Franceschini e uno champagnino per digerire.

crudi al cucchiaio

Il pesce, che ve lo dico a fare, è di prima qualità. La crisi morde, ma la spesa Romano la sa fare, conosce cosa prendere per soddisfare il cliente ed avere il suo giusto margine. E’ proprio la certezza di questa qualità che spinge tutti a venire qui.

fagioli, gamberi e scampi

Non vi presenterò il repertorio, che troverete nella recensione di un paio di anni fa linkata (oddio, anche io uso questo termine) in basso.
Voglio solo dirvi che siamo stati bene, era una visita fugace, fatta per “devozione” come si dice dalle mie parti e lasciarvi con questa massima che parafrasa quella un po’ più famosa iscritta sulla tomba di Tamerlano
“Non potete dire di essere stati in Versilia se non avete mai mangiato da Romano”

Lo Champagne e il polsino di Giancarlo Maffi

Ristorante Romano, la recensione di Maffi

4 Commenti

  1. L’Egly-Ouriet declassato a “champagnino” (oddio, il rosé lascia sempre margini di discrezionalità) grida vendetta al cielo quasi quanto il gemello viareggino del Maffi, perchè mi sembra diverso da quello del Forte, e ancora altro rispetto a quello adatto alla riviera adriatica. Ma forse è complice l’atmosfera rilassata che si respira dai Franceschini, dei quali resta impresso il sorriso e la facilità comunicativa venata di timidezza che ti fa dire, che fa dire a tutti, che ha fatto dire anche a me “sono stato bene”, nel senso più ampio e più amigdalico del termine.

  2. Io mi diverto, dai Franceschini. Una simpatica bega continua: non mettere il sale, romano. E lui ti guarda come s’e fossi malato. Non mettere troppo olio, Romano! E lui ti compatisce e si stizzisce. La pasta al chiodo, romano. E Lui ti guarda con aria di sopportazione. Poi arriva con l’aggeggio del pepe e Roberto lo trascinavia prima che gli tiri dietro un pezzo di pane. Teatro puro. Passione pura. Adorabili.. Averne.

  3. Ci devo tornare assolutamente. E’ più di un anno che manco. Si va sul sicuro!! E Romano ha una gentilezza-comunicativa-familiare che per un personaggio sulla breccia da anni come lui è una lezione di stile (e di vita) per tanti ristoratori versiliesi che se la tirano solo perché hanno il bel locale e i prezzi alle stelle, ma non la qualità di Romano.

    Cmq l’ultima volta (ahimé) era un sabato: locale pieno e servizio lento ma niente da eccepire sul cibo. Romano si scusò più volte e mi fece lo sconto. Un signore in tutti i sensi.

    Avenne, come si dice in Lucchesia

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