Vini d’Abbazia 2025: il vino monastico protagonista a Fossanova

Vini d’Abbazia
di Antonella Amodio
L’Abbazia di Fossanova, a Priverno (LT), ha ospitato la quarta edizione di Vini d’Abbazia, la manifestazione che celebra il millenario legame tra vino, spiritualità e territorio. Un evento unico nel panorama italiano, dove la tradizione enologica dei monasteri si racconta attraverso degustazioni, incontri culturali e masterclass nel cuore del Lazio. Il teatro della kermesse è stato l’Abbazia di Fossanova, capolavoro gotico-cistercense risalente al XII secolo e luogo dove visse gli ultimi giorni San Tommaso d’Aquino. In questo scenario ricco di storia e spiritualità, il vino diventa un’esperienza culturale e sensoriale, collegando il simbolismo e il valore del vino legato alle religioni, dal passato ad oggi, come ad esempio l’eucarestia nel rito cristiano. Il chiostro medievale, al suo interno ha ospitato i banchi d’assaggio, mentre il refettorio e il borgo si sono prestati a masterclass e incontri.

Vini d’Abbazia – Abbazia di Fossanova

Vini d’Abbazia

Vini d’Abbazia
Le cantine partecipanti hanno presentato vini strettamente legati ad abbazie e luoghi di spiritualità, espressione autentica del patrimonio enologico monastico. Dall’Alto Adige alla Sicilia, circa 30 produttori hanno raccontato, attraverso le loro etichette, storie secolari di vino nato in contesti di preghiera, silenzio e contemplazione. Tra gli espositori la rete francese Les Vins d’Abbayes e il Monastero di Alaverdi – Badagoni della regione di Kakheti, a 100 km a nord-est della capitale Tbilisi, nel cuore della Georgia e della cristianità ortodossa, custode di una delle più antiche tradizioni vitivinicole del mondo. Tra gli assaggi più interessanti: il Vermentino 253 della Cantina Sant’Andrea, prodotto tra le dune di Sabaudia e i Monti Ausoni; Harmonia Mundi di Santa Margherita, il primo spumante realizzato a Venezia con uve coltivate nei chiostri di San Francesco della Vigna; Santissima Bellavista, Chardonnay dei vigneti che circondano il convento omonimo sul Monte Orfano, e i vini del barolista Grasso Giuseppe, ottenuti dai vigneti della storica fattoria appartenuta al convento dei benedettini di Mercenasco, condotta per oltre tre secoli dai monaci di San Pietro. Tra i partecipanti l’Abbazia di Novacella, Muri-Gries, l’Abbazia di Praglia, la Fraternità di Bose, Monte Oliveto Maggiore, il monastero di clausura dei Santi Gervasio e Protasio, le suore trappiste di Vitorchiano.

Vini d’Abbazia

Cantina del Monastero – Vini d’Abbazia

Harmonia Mundi Santa Margherita

Vini Grasso Giuseppe

Convento Annunziata Bellavista
Il refettorio ha ospitato le masterclass, curate da Master of Wine, critici e giornalisti, in un dialogo tra cultura, vino e spiritualità. Durante la manifestazione si è parlato anche di enoturismo, con la masterclass “Viaggio”, dedicata alla bellezza dei paesaggi vitati italiani. A condurre l’incontro, Chiara Giorleo, critica enogastronomica e capo panel per l’Italia del concorso World’s Best Vineyards, affiancata da Fabio Sironi, caporedattore della rivista DOVE ed esperto narratore di luoghi. Attraverso otto vini rappresentativi, è stato tracciato un itinerario tra vigne, architetture e spiritualità.

Chiara Giorleo

Vini d’Abbazia
Una delle novità dell’edizione 2025 è stata la possibilità di visitare la cantina Marco Carpineti, simbolo del rinascimento vitivinicolo del Basso Lazio e pioniera del biologico nell’Agro Pontino. L’azienda si estende su circa 70 ettari suddivisi in quattro tenute: Capolemole, San Pietro, Ninfa e Antoniana, ed ospita un progetto unico nel suo genere. Nella Tenuta Antoniana, a 500 metri sul livello del mare, nasce “Limito”, un vigneto-labirinto di tre ettari, il più grande al mondo. Ideato e realizzato dallo Studio di Architettura del Paesaggio Fernando Bernardi, il labirinto si estende su un diametro di 80 metri, con quattro ingressi, due percorsi distinti e due piazzole di sosta circondate da cipressi, punti di riferimento simbolici lungo il cammino. Qui, tra i filari delle varietà autoctone Bellone, Nero Buono, Abbuoto e Greco Nero, la vigna si fa metafora, come percorso fisico e interiore, tra riflessione, smarrimento e riscoperta.

“Limito “Marco Carpineti

“Limito” Marco Carpineti

“Limito” Marco Carpineti

Marco Carpineti
Vini d’Abbazia è un viaggio dentro e fuori dal tempo, tra le radici profonde della viticoltura monastica e le nuove frontiere del vino. Un’esperienza che unisce gusto, cultura e contemplazione, evidenziando la storia millenaria della bevanda citata in tutti i testi religiosi e spirituali.