Dieci vini campani per le fritture in pizzeria, ma non solo


Re Denari, frittura napoletana

Nonostante gli anatemi dei nutrizionisti non abbiamo perso il gusto delle fritture, anzi negli ultimi anni a Napoli c’è stato un vero e proprio rilancio di questa cottura tipica dei paesi caldi quando non c’erano ancora i frigoriferi  regalando gusto e sicurezza. Dalla montanara alla pizza fritta, dai crocché agli arancini, e poi frittatine di pasta, frittate, scagliozzi: un intero mondo dello street food napoletano ha bisogno di bianchi freschi, freschissimi. Da Asprinio e Falanghina soprattutto, ma anche da Greco e Fiano, fermu e spumante.
Una presenza importante in pizzeria dove si inizia sempre con le fritture

 

Asprinio d’Aversa doc, Magliulo
Un grande classico, ci riferiamo al bianco secco, proposto dalla storica azienda casertana che da sempre lega il proprio nome al vitigno amato da Sldati e Veronelli. Servito fresc, è assolutamente efficace nel ripulire la bocca dal grasso della frittura.

Senete Falanghina del Sannio doc, La Guardiense
Questa versione della grande cantina piccola azienda di Guardia Sanframondi seguita da Riccardo Cotarella  è sicuramente molto interessante sa per la freschezza che per la complessità. La sposiamo con piacere ad ogni variante delle frittatine di pasta.

Aorivola Falanghina Campania igt, I Cacciagalli
Un bianco straordinario, energico, ricco di freschezza, di buon corpo e quindi perfetto per affrontare anche fritture importanti, come la frittata di maccheroni ricca di formaggio avendo l’accortezza di sacrificarne i sentori servendolo ad una temperatura un po’ più bassa. Risultato garantito.

Falanghina del Sannio doc, Fontanavecchia
Il bianco base di Libero Rillo nei suoi primi mesi di vita si presenta sempre con una acidità esuberante. Ecco un modo efficace per poterne godere in pieno e senza dover aspettare oltre. Praticamente è come aggiungere il limone alla frittura: fresco, vibrante, straordnario, davvero un ottimo abbinamento.

Falanghina del Sannio doc, La Fortezza
Altra formidabile interpretazione della Falanghina alle falde del Taburno, molto interessante, fresca, ricca di energia, piacevolmente agrumata con una chiusura lunga e amara che riulisce perfettamente il palato dopo aver mangiato  un boccone di frittura. Da provare sugli arancini bianchi e rossi.

La Matta, Casebianche
Bellissimo spumante integrale cilentano con rifermentazione spontanea in bottiglia. Ideale per i piccoli fritti di aperitivo che in genere si usano nei buffet o nelle pizzerie prima delle principali portate. Chiusura piacevole e precisa che lascia il palato completamente ripulito e pronto a ricomincare con gioia.

Gabry Rosato Frizzante, Viticultori Lenza
Stesso procedimento, ma questa volta da aglianico vinificato in rosa. Effetto freschezza abbinato alla mineralità di questo vitigno e alla sua capacità di ripulire il palato come una spremuta di arancio. Da spendere sulle montanare classiche con il pomdoor San Marzno spra.

Spumante Brut Olmo, Tenuta Fontana
Anche lo spumante è decisamente efficace nel combattere la grassezza della frittura. Le bollicine aiutano ancora di più su fritture semplici come gli scagliozzi (pezzi di polenta), i fiori di zucca ripieni di ricotta. I sentori agrumati, cedro e limone, si ritrovano nel palato e risolvono ogni problema con un chiusura spettacolare.

 

Trentapioli, Asprinio Spumante brut, Salvatore Martusciello
Altro Asprinio stesso risultato. Stavolta è quello ottenuto con il metodo Martinotti da Salvatore Martuciello, erede di una grande tradizione familiare che, con la moglie Gilda, ha ripreso la vinificazione di alcuni vitiign storici campani. Risultato? Strepitoso abbinamento!

 

Dubl Greco, Feudi di san Gregorio
Della linea Dubl, per questo abbinamento scegliamo senz’altro il Greco: oltre lle bollicine, si sente pienamente l’energia del vitigno irpino valorizzata dal metodo classico eseguito perfettamente. Da spendere sulle fritture più complesse e impegnative, come frittatine di pasta e pizza fritta tradizionale napoletana con ricotta e cicoli.