Allegrio a Roma e Confine a Milano aprono la nuova era alla storia delle pizzerie


Pizzeria Confine a MIlano

Francesco Capece e Mario Ventura

Sarà l’età, o la nostalgia canaglia, o l’amore incondizionato (come tutti i veri amori) per Napoli, ma se devo pensare a una pizza sogno sempre ‘a rota ‘e carretta Da Michele, Sorbillo o Ciro Salvo, giusto per citare tre foto di una evoluzione che comunque è in atto anche se impercettibile.
Ognuno di noi ha gusti personali, la differenza fra dilettanti e professionisti è che mentre i primi diventano tifosi, i secondi relegano nel privato le proprie preferenze e si dedicano a raccontare tutto il settore di cui si occupanosenza pregiudizi e con equilibrio. E il mondo della pizza è in continua evoluzione, oltre ogni previsione. Ne sono la testimonianza due nuove aperture che la guida 50 Top Pizza ha potuto registrare grazie al fatto di essere elastica vivendo su internet, natìa digitale. Protagonisti tutti campani, precisamente Ivano Veccia da Ischia a Francesco Capece da un paesino vicino Salerno, San Cipriano Picentino a Milano.
Francesco Capece e Mario Ventura erano compagni all’ultimo banco, ora stanno in cattedra perché hanno fondato a Milano la prima cantina con pizza in cui lo spirito avveniristico meneghino accoglie e si rilassa con i grandi vini del mondo e i grandi sapori del Sud. Una innovazione assoluta, che ha qualche precedente come Meunier Champagne e Pizza a Corciano o Sant’Isidoro Pizza e Bolle a Roma. Precedente di bollicine, appunto, ma mai di vino con una carta di 600 referenze che contiene grandi francesi, grandi champagne e grandi vini del Sud. Un progetto che riunisce i due ragazzi, 66 anni in due come la famosa Route del sogno americano.
Il Confine è quello tracciato dall’incontro di Mario Ventura, imprenditore e gestore del Bar Emanuel a Salerno, grandissimo appassionato oltre che competente di vino, con Francesco Capece e la sua pizza, attenta ai valori della stagionalità e della territorialità ma senza ideologismi da chilometro zero.
Entrambi sono pignoli rifinitori del proprio campo, non amano lasciare nulla al caso, vogliono il massimo e danno il massimo alla loro clientela. Il locale è in una zona di uffici e di buona borghesia milanese, tutto è stato fatto per evitare ogni problema rifacendo lo spazio interamente e recuperando la cantina dove riposano le bottiglie più importanti di Italia e Francia.

Allegrìo Roma, Ivano Veccia e Sabrina Corbo

Allegrìo Roma, Ivano Veccia e Sabrina Corbo

A Roma le pizze di Ivano Veccia e il cuore oltre l’ostacolo di Sabrina Corbo. Da Qvinto a Via Veneto il passo è stato brevissimo ed il risultato è strabiliante: il locale ridisegna in modo assoluto lo stesso concetto di pizzeria sin qui maturato nel nostro paese.
Allegrìo vuole essere, nella sintesi, l’espressione della capacità degli italiani di reagire alle situazioni più nere e difficili. Ha fatto molta invidia agli inglesi la nostra reazione al lockdown con le musiche sui balconi, la socializzazione da un palazzo all’altro ed è questa forza che ha il nostro Paese, non certo il medioevo dei No Vax, che Sabrina Corbo, metà italiana e metà inglese, ha voluto esprimere in questo locale dove ogni sala ha un tema, con differente arredamento e differente menu: Joyful, Lucky, Intrepid e Love Un posto onirico e carico di significati simboleggiati dal sole asessuato che sorride i cui raggi rappresentano la scaramanzia, la voglia di viaggio, la passione, il coraggio di esplorare.
Siamo a via Veneto, proprio di fronte a Crazy Pizza, e non c’è nulla di più emblematico di come la ricchezza e la disponibilità economica possa trasmettere messaggi opposti, senza voler entra nel merito per non sparare anche noi sulla Croce Rossa, possiamo sintetizzare in un ossimoro tra la mera esibizione esteriore e la capacità di esprimere il proprio patrimonio interiore, che è poi la differenza fra sfarzo e lusso, modaiolo ed elegante, di sabbia o di scoglio.
Le pizze di Ivano, ricordiamo la capricciosa pizza dell’anno per 50 Top Pizza 2022, sono moderne dalle radici antiche, scioglievoli con il cornicione appena un po’ più pronunciato. L’uso delle materie prime è acor di più migliorato se possibile, con la ricerca di produttori e fornitori biologici e biodinamici, tenendo conto della salute di chi produce, di chi trasforma e di chi consuma.
Allegrìo, con i suoi magnifici parati i cui oggetti ritroviamo nella tavola, le opere di Lello Esposito, la forza della scaramanzia (non ci credo ma ignorarla è pericoloso, cit.) è una pizzeria di lusso che non perde però la radice popolare che deve avere.

Un commento

  1. Cosa centri poi la pizza con la banale accezione con cui si riferisce sempre al medioevo vallo a capire ma dando per scontato che si tratti di un secolo “buio”credo che sia da associare più al pensiero unico che non al diritto di critica che è sempre segno di democrazia.FRANCESCO

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