Fiano di Avellino 2012 docg Ciro Picariello


Fiano di Avellino 2012 Ciro Picariello (Foto Lello Tornatore)

Il sapere di internet è diffuso ma dura circa 24 ore, ogni mattina all’alba si ricostruisce, o si prova a farlo una memoria. Ecco perché alcune banalità finiscono per rientrare nel reptita iuvant, come quella per esempio che quando si è una piccola azienda è importante esprimere carattere ma anche affidabilità.

Che l’affidabilità non significa che tutti glia anni i vini devono essere uguali, ma che il livello raggiunto deve essere all’altezza delle aspettative. E che poi il momento più delicato, soprattutto in Italia, è il passaggio di testimone generazionale.

La forza di Ciro Picariello è proprio questa: presentarsi sul mercato con uno stile identificabile a prescindere dal fatto se uno poi preferisca il Fiano di Avellino 2004 ottenuto solo dalle uve di Summonte o la straordinaria 2006, perfetto equilibrio di potenza e agilità.

Rispetto al Ciro 906, il cru di Summonte che entra in commercio alla fine dell’anno e che è già praticamente tutto assegnato, il Fiano di Avellino 2012 sembra quasi un passo in avanti, effetto del bilanciamento delle uve di due zone diverse.

Il naso, agrumato, di macchia mediterranea, note balsamiche, menta, è intenso e persistente come sempre, ma con una cifra maggiore rispetto alla 2011. Più simile alla 2010 e alla 2008 per capirci.

Il Fiano all’inizio è una meraviglia al palato prima ancora che al naso, poi con il passare degli anni il rapporto si rovescia ed è proprio al naso che acquisisce complessità e profondità. A differenza del Greco che invece esprime il meglio sempre al palato anche con il passare degli anni.

In queste prime battute, anche se siamo quasi a due anni dopo il nostro ultimo assaggio di qualche giorno fa, al palato l’attacco è imponente: assenza di dolcezza e tanta salivazione per l’acidità sono le prime due cose che vengono a mente. Poi il corpo del bicchiere recupera terreno sulla freschezza quasi la raggiunge a metà beva prima del rimbalzo finale favorita dalla nota amara che chiude lunga e precisa.

C’è sensazione agrumata di cedro, quasi pompelmo, più che pera. Un Fiano che ha già comunque leggeri cenni di fumé e di cenere, a volte di tostato quando si riscalda.

La forza del Fiano di Ciro Picariello è proprio nella frutta che esprime complessità nonostante la semplicità del protocollo di vinificazione. La conferma di come siamo davvero in una zona dove il vitigno e il territorio hanno trovato il loro equilibrio in una delle massime espressioni possibili.

Si tratta di un vino lungo, che ci potrà far divertire ed emozionare a lungo. Un Fiano da bere assoluto anche se le possibilità di abbinamento sono infinite.

Sede a Summonte. Località Acqua della Foresta,via Marroni Tel.0825.702516 www.ciropicariello.comEttari: 7 di proprietà. Bottiglie prodotte: 50.000. Vitigno: fiano. Prezzo: 8,5  franco cantina