Franco Biondi Santi è morto, Vinitaly a lutto


Franco Biondi Santi

Franco Biondi Santi è morto nel primo pomeriggio.
Una di quelle notizie che chiudono d’ufficio un’epoca. La famiglia è indissolubilmente legata al Brunello di Montalcino, l’unico vino italiano che ha nome e cognome del suo creatore, Ferruccio Biondi Santi, nonno di Franco, che alla fine dell’800 selezionò un clone di sangiovese consegnandolo alla Tenuta il Greppo.

A sviluppare questo grande rosso ci ha pensato Tancredi, grandissimo enologo, i cui capolavori ancora oggi i più fortunati possono godere.

Abbiamo incrociato più volte Franco, ma in due occasioni abbiamo avuto la fortuna di stare a lungo insieme a lui. Una volta con un gruppo di amici, ormai dodici anni fa, in una completa visita alla Tenuta con assaggi ripetuti. Quello che mi colpì di quell’arzillo ottantenne era la sua metodicità del raccontare la storia del Brunello, la sua capacità di metterti a tuo agio nonostante fosse una leggenda vivente. Restammo quasi tre ore e lui quasi non aveva fretta, un vero professionista.

Poi ebbi la fortuna di partecipare a una verticale alla Città del Gusto a Roma, erano già passati alcuni anni, e lui di buon piglio gestì in prima battuta quella fantastica cavalcata nel tempo. Una lezione per quanti affidano i loro vini alla bocca degli altri.

Ma l’occasione più intima fu un pranzo ristretto all’Hotel de La Russie, c’era anche Salvioni, dove Nazzareno Menghini cucinò un menu pensato per la presentazione del suo nuovo rosato, uno dei più buoni che ancora circolano in Italia.

E’ il vino che piace a mia moglie, perciò ho deciso di farlo, diceva. Fu lì che rimasi affascinato dalla sua conversazione, da quel dominio del tempo e dei gesti che le generazioni che mi hanno preceduto avevano, hanno, come caratteristica: la misura della parola e del gesto, la misura delle cose.

Durante lo scandalo del Brunello ho pensato spesso a lui, a quanto deve aver sofferto per quello che succedeva. Vero, il successo del Brunello del mondo si deve a Banfi e a Rivella, ma l’anima toscana di questo vino è sempre stato Biondi Santi.

Una completa identificazione tra prodotto e produttore.
Un’epoca si chiude.Io credo che lui sia stato molto contento di averci dato l’arrivederci finale.

5 Commenti

  1. Una di quelle notizie che ti rovinano la domenica e i giorni a seguire .L’ultimo incontro ravvicinato lo abbiamo avuto a fine 2012 all’Hilton di Roma dove l’AIS aveva organizzato una verticale che andava fino al 55.Benchè smagrito oltre misura e visibilmente affaticato condusse con la solita classe la degustazione facendo trasparire tutta la sua passione per l’amato Brunello.FM.

  2. un altro grande se ne andato e noi rimaniamo sempre più orfani della loro saggezza e competenza, rimaniamo privi di modelli genuini e concreti da seguire, in questo mondo triste e privo di sogni. Grazie per tutto quello che hai fatto per il nostro vino e per gl’apprezzamenti che siamo riusciti ad ottenere, in giro per il mondo, grazie alla tua passione.

  3. Ah! Questo ci toccherà noi tutti. Un Uomo come non si vede tanto, mi ricordavo mio nonno a me che lo mancavo, ed adesso non saro più con il sorriso che il suo passo e cortese maniere e saluto ci ha lasciato sempre al cuore. Non pretende di averlo conosciuto più che cortesamente, ma per me era un’aquila che sapeva estendere le suoi ali in modo dolce e cortese ai momenti giusti. Vincenzo l’ho sempre parlato con profondo rispetto per il vero uomo che era, e siamo tutte e due in tristo choc stasera e vorremo tendere un dolce pensiero alla sua famiglia. Anche preparato, non si puo mai prepararsi per quei momenti. Sono grata di aver avuto l’onore e sorriso di averlo rincontrato. Sono lontano da caro Montalcino ma domani cantero un Ave Maria qui per lui ed la famiglia sua. Pace sia.

  4. La tua classe ed eleganza era pari al vino che con passione e amore producevi, rimarrai sempre nel mio cuore e il ricordo della mia prima e unica vendemmia al Greppo rimarrà sempre con me.
    Ci mancherai!

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