Taurasi, gennaio 2011: con Antonio Caggiano e Salvatore Molettieri


Tra Antonio Caggiano e Salvatore Molettieri (foto Monica Piscitelli)

Una gran bella serata tra gli amici di sempre nel Castello di Taurasi. Stavolta per la presentazione della Guida Slow Wine abbiamo messo insieme due formidabili vigneron irpini che hanno dato un senso al Taurasi: Antonio Caggiano a quota 320 e Salvatore Molettieri a quota 550/600.
Per capire quanto sia diverso il vino di uno stesso territorio a 17 chilometri in auto e a soli dieci in linea d’aria. Per rivivere tre millesimi, 2004, 2005 e 2006 che noi amiamo molto.


La foto ricordo finale con Molettieri, Caggiano, Oto Tortorella e Monica Piscitelli

Questi grandi vini li abbiamo accompagnati con il prosciutto di cinghiale e un caciocavallo di Montella di Mario Carrabs e due soffritti irpini, quello di Ariano Irpino e quello di Taurasi. Di fronte a questi cibi di territorio l’Aglianico ha ritrovato subito la sua funzione, dimostrando la sua estrema capacità di affrontare le situazione più impossibili.

Mario Carrabs

Perfetta l’organizzazione curata dalla Condotta Slow Food Colline dell’Ufita e Taurasi che ha saputo coniugare vino, comunità del cibo e territorio con una straordinario lavoro volontario motivato dalla passione e dalla cultura dei soci.

La degustazione (foto Lello Tornatore)

Il nostro racconto del vino è appena iniziato.
Già, perché il segreto per andare avanti e migliorare è non pensare mai di essere arrivati.

4 Commenti

  1. Antonio Caggiano e Salvatore Molettieri, come dire…la storia del Taurasi degli anni ’90 . Bella manifestazione, ma soprattutto bellissimo il laboratorio seguente la presentazione della guida : sono venuti fuori incontrovertibilmente, e con nettezza, i caratteri distintivi dei due diversi stili di produzione, l’eleganza del taurasino e la potenza del montemaranese. Quello che mi è piaciuto di più? Sicuramente Molettieri 2006, anche se per questo e per tutti gli altri vini del laboratorio, siamo indagati per infanticidio…ah, per quanto il buon Carrabs si sia dato da fare, non siamo riusciti a godere di un abbinamento riuscito. Troppo forte la personalità del Taurasi, rispetto alle due versioni del “soffritto” che in massima parte era composto da pezzetti di carne e non da interiora, come si usa nella bassa Irpinia…

    1. lello concordo con quasi tutto sulla manifestazione, tranne che sulle considerazioni finali sui vini .
      lo stile di caggiano a volte piu’elegante piu’ equilibrato lo preferisco a molettieri sicuramente piu’ ricco concentrato ma al momento un po’ meno pronto .
      sicuramente fra 2-3 anni potrebbe essere l’inverso ma oggi mi sento di preferire caggiano 2006 a molettieri 2006,
      mentre per le annate preferisco come si è capito il 2006 in primis poi il 2005 ed infine il 2004

  2. bella serata. mi sono divertita a vedere antonio e salvatore confrontarsi, a volte battibbeccare, su dettagli di gestione della vigna. ma con amabilità. questione serie la vigna, eh! con tutta la fatica che ci mettono. montemarano e taurasi, due storie. uomini e vigne si incastonano in questa storia e la fanno.@ lello: hai ragione. i prodotti proposti non volevano essere un vero abbinamento. solo un ragionamento e il piacer edi godere della selezione di un grande artigiano.
    ehi: non dimentichiamo la disfida del soffritto il 5 e 6 marzo. 15 tipi di soffritto (diverso da quello napoletano, si è detto). carne, frattaglie, peperoni, patate, finocchietto. tutto questo composto inmaniera diversa a secodna del paese. appuntamento ad ariano irpino.

  3. Io adoro Caggiano 2004, mi piace più di Molettieri. E i due giocano a parti invertite: non dovrebbe essere Molettieri, più alto, il più elegante?

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