Trebbiano d’Abruzzo 2008 doc Valentini |Voto 90/100


Trebbiano d'Abruzzo 2008 doc Valentini (FotoPigna)


Uva: trebbiano
Fascia di prezzo: sui 40 euro in enoteca
Fermentazione e maturazione: legno

Vista: 5/5. Naso 25/30. Palato: 25/30. Non Omologazione 35/35

Non vi incazzate, tanto se non lo aprivamo noi lo avrebbe fatto qualcun altro. Impossibile resistere: la Costiera Amalfitana non è fatta per i bianchi d’annata, direi che non è fatta per dribblare la enorme domanda di bianchi e aspettare. O arrivano direttamente antichi, o non c’è speranza.
Così, a Lido Azzurro di Amalfi non ci abbiamo pensato due volte: “Vittorio, c’è una Valentini più vecchia del 2008? No? Le hai finite tutte? Vabbé, apri subito questa per favore.”

So che Paolini, Di Cinzio, Bocchetti (er Seneca de noaltri), De Viti e tutta la gang abruzzese a questo punto mi condannerebbe alla lapidazione su una spiaggia adriatica. Pazienza, se non io era un altro è la mia tesi affidata a Daniele Zunica che nomino difensore d’ufficio.
In effetti il fascino di questo bianco straordinario è infinito, una storia vissuta con passione da tutto il mondo del vino che ha goduto nel vedere come Francesco abbia ben raccolto l’eredità di papà Edoardo, compito non facile. Ma sicuramente nei primi anni devi conoscerlo per apprezzarlo, non si impone.
Insomma, per dirla senza puzza sotto il naso, devi essere un esperto per capire che è attoa divenire grande vino.
Il punto è che dal punto di vista della percezione l’acidità parte bassa rispetto ai bianchi irpini e tu non credi sia possibile ritrovarlo dopo dieci, quindici anni. Invece è puntualmente quello che accade, sempre. Questa è la magia delle annate di Valentini, un po’ come il miracolo di San Gennaro. Per fortuna avviene sempre.
Vi dirò allora che il naso di questo 2008 ha un magnifico corredo di fiori di camomilla, ginestra, erbe da campo, menta, note di pesca non matura, un corredo delicato di spezie dolci ma non stucchevoli. Un naso lungo e intenso che si ritrova in bocca dove l’attacco non è dolce, bensì molto equilibrato, la bocca è piena, alcol e acidità si bilanciano molto bene donando una sensazione cremosa ma non grassa alle papille. La chiusura è lunga, lunghissima, molto pulita, assolutamente piacevole.
Un vino di grande equilibrio, in buona forma, che dovremo avere la capacità di attendere per molti anni perché sono sicuro che la 2008 è destinata a regalare molto agli appassionati dei bianchi italiani.
Poi anche un vino da abbinamento: sui fiori da zucca fritti ripieni di ricotta perfetto, un po’ meno nel fronteggiare i crudi dove serve acidità e sapidità in eccesso, armonioso sui secondi di pesce.
A proposito, ma vedete che mi viene in mente: la fantastica costoletta di rombo di Cedroni.

Sede a Loreto Aprutino (PE) – Via del Baio, 2 – Tel. e Fax  085/8291138 – Proprietario, agronomo ed enologo Francesco Paolo Valentini – Ettari di proprietà 182 ettari, di cui 64 vitati. Bottiglie prodotte: varia di anno in anno – Vitigni: montepulciano e trebbiano.

4 Commenti

  1. Hai fatto bene a berlo anche giovane. Il trebbiano di Francesco Paolo vale sempre la pena… Giovane, vecchio o giusto! ;)
    L’altro giorno ho bevuto un 78 da 11 gradi in etichetta che era commovente…
    Io so’ laico, ma perdavvero, so’ all’antica e non lapido mai nessuno per principio… :P
    Ciao A

  2. Caro Luciano,
    presso il Suo difensore d’ufficio, sono inoltre disponibili le annate 09,08,05,98,95,90 ( http://www.hotelzunica.it/vini.pdf )

    (Le più vecchie le terrò al riparo dalle smanie commerciali dello “Zunica ai tempi della crisi” e dai graditissimi attacchi della gang abruzzese).

    Giunge notizia inoltre notizia che fra una decina di giorni alcuni polli lasceranno l’allevamento per tuffarsi nel sale delle nostre cucine, urge quindi riconvocare le parti a Civitella del Tronto, “er Seneca” in primis, per dirimere l’annosa questione.

    Saluti da Civitella del Tronto.

  3. Caro Maurizio, grazie per le preziose notizie
    io sono un pluriprocessato anni ’70/80 (non quanto il nostro premier) ma la mia fedina è immacolata come un agnellino da latte abruzzese.
    Questo perché ho sempre scelto buoni avvocati e non perché sia innocente.
    Avrò dunque modo di passare presso il mio difensore d’ufficio, ma questi polli perché non li facciamo mangiare sino, diciamo, al 10 giugno?

    1. Lucià…affare fatto !
      L’ ingrassiamo fino a giugno…….e poi un meraviglioso ruspante al sale himalaiano e se il tempo è buono…..cena nel dehor in piazza !

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