Cappello del Prete 2005 Salento igt Candido


Cappello del Prete 2005

Cappello del Prete 2005

Cappello del Prete 2005 di Candido. Voglia di far provare un grande rosso a Lady Gava e ai suoi genitori in Grand Tour tra Napoli e la Penisola Sorrentina. Forza la mia proverbiale tirchieria sullo stappo dei vini in cantina e porto con me questa Magnum al Don Alfonso per l’ultima sera prima del ritorno.
E’ un gesto altamente simbolico, perché questo vino che ha fatto la storia nasce dall’incontro fra un grandissimo enologo, Severino Garofano, colui che ha fatto grande il Negramaro in una serie di grandi interpretazioni negli anni ’90 e un’azienda storica, importante, riferimento da sempre per la viticultura di qualità.
Non poteva deludere e non ha deluso. Credo sia perfettamente inutile soffermarsi sulla tenuta del vino, tecnicamente ineccepibile, primo Negroamaro passato in botte piccola. Il colore è rosso granato vino, il naso è ricco di frutta matura, spunti di macchi mediterranea come il mirto, la carruba, l’agrumato e con un preciso rimando fumè appena accennato che fa da esaltatore. Un naso complesso e cangiante di un’annata ancora gestita da Severino, sostanzialmente fresca e regolare anche nel Salento.

Cappello del Prete 2005 Candido

Cappello del Prete 2005 Candido

Al palato il vino è perfettamente fresco, tonico, vivo, con i tannini ben risolti. Quello che mi colpisce di questa bevuta è la perfetta integrazione dei sentori del legno con la frutta, sicchè tutte le vecchie polemiche contro le barrique che omologano il gusto possono andare a farsi benedire. Come sempre, la discussione fra stolti e principianti si concentra sul mezzo e non sul risultato. Un po’ come con il Mes di questi giorni :-)
Il vino è scattante e piacevole, Severino ha sempre lavorato sulla perfetta maturazione delle uve, spingendo l’asticella appena appena dopo in direzione della surmaturazione ma senza esagerare. Questa visione restituisce dei vini perfetti soprattutto in annate non eccessivamente calde.
Il tirchio che è in me su queste vecchie annate mi spinge a pensare che sì, sicuramente avremmo potuto aprirlo con faciltà vent’anni e non solo quindici dopo la vendemmia. Ma questo pensiero è cancellato dall’averlo condiviso con le persone giusti nel posto giusto e alla fine è questo quello che conta fare quando si stappa una bottiglia. Perché il fine ultimo del vino è regalare gioia.

Sede a San Donaci (BR), via Diaz, 46. Tel. 0831 635674. www.candidowines.it. Ettari: 160à di proprietà. Bottiglie: 2.000.000.

Vino rosso Cappello del Prete Candido