La pasta, patate e provola ci ha abbuffato la guallera. Ecco l’ho detto!


Pasta e Patate e Provola

Pasta e Patate e Provola

Se, per una strana combinazione astrale, il Vesuvio eruttasse oggi Napoli e la Campania sarebbero sommerse da lava e ceneri di pasta e patate. Ormai non c’è trattoria, ristorante, pizzeria, una nuova apertura che non promette una pasta e patate con provola. Facile da fare, questa gangbang di amidi che spingono la glicemia sulla Luna ormai è la nuova cioccolata: piace a tutti e nessuno ne può fare a meno. Dilagano le frittatine, gli amouse bouche, i conetti di pasta, patate e provola. Praticamente sparite le varianti, quella con le scorze di parmigiano che si faceva nelle case, esempio di cucina di recupero, quella un po’ brodosa delle zone interne, al forno con la crosticina, quella con il peperoncino piccante.
Intendiamoci, io per primo sono un grande appassionato. Ma ormai per andare incontro al gusto di tutti, soprattutto dei turisti, è diventata pasta, formaggio, latticino e un po’ di patate. Quasi un dessert (ecco, già, perchè no?Aspettiamo le pasticcerie). Del resto chi si mette a tagliare le scorze di parmigiano? Quando c’era il senso delle cose le nostre mamme se le facevano conservare dal salumiere e riciclavano. Quale supermercato lo farebbe?
Ma non è solo l’omologazione della ricetta ad abboffare la guallera (si pronuncia uallera perchè spesso la g è muta in napoletano, esempio: guaglio’ si pronuncia uagliò e non si scrive wuagliò).
La cosa grave è che la facilità di preparazione sta azzerando la richezza dei piatti che le trattorie napoletane offrivano sino a qualche anno fa: pasta e fagioli, pasta e piselli, pasta e lenticchie, pasta e zucca, spaghetti del poverello, spaghetti con il soffritto, riso e verza, mezzanelli allardiati, per non parlare della pasta al grattè, il sartù di riso, la siciliana, mentre resistono il ragù e la genovese (che spesso però, soprattutto fuori Napoli, non è altro che pasta e cipolla).
Che dire? Veronelli sosteneva che il successo banalizza prodotti e ricette.
Vero, è il mercato bellezza (cit.) e tu non puoi farci niente.
Vabbè, posso almeno proclamare per me il 2024 pasta e patate free :-)
(ovviamente quella di Nino Di Costanzo a parte)

2 Commenti

  1. Pensiero stupendo!La ricchezza della cucina popolare napoletana avvilita da questa,per nulla tradizionale,ricetta che però imperversa a scapito delle tante pietanze giustamente elencate,e che,ironia della sorte,vengono proposte più dalla Tavole Calde,che non in queste pseudo trattorie,dove spesso la professionalità lascia il campo a l ‘improvvisazione di tipo casalingo.

  2. Come al solito Luciano ha centrato nel segno facendo un’analisi precisa e puntuale della deriva che sta prendendo questo paese partendo dal punto di vista gastronomico e spaziando in tutti i campi del mondo odierno.
    In effetti questa ricetta molto piacevole ora la si ritrova dappertutto, così come il sushi e il prosecco in ogni angolo d’Italia…sic
    Trovarne una fatta bene credo sia molto difficile.
    A me ad esempio piace senza provola, al più una grattata leggera di parmigiano, molto morbida con le patate che si sentono e con qualche petalo di cipolla.
    Purtroppo credo sia impossibile da trovare così pertanto rifiuto l’offerta e vado avanti…
    Carpe Diem

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