Critiche e degustatrici: il vino italiano al femminile 20 | Vania Valentini


Vania Valentini

Vania Valentini

di Chiara Giorleo

Crescono il numero e la fama delle donne assaggiatrici di vino. Esiste per davvero un approccio “femminile” alla critica del vino o al suo racconto e, nel caso, come si distingue?
Come membro dell’Associazione italiana nazionale Le Donne del Vino mi rivolgo alle critiche di vino in Italia per saperne di più. 

Oggi lo chiediamo a Vania Valentini

Master Sommelier ALMA e Degustatrice Ufficiale AIS, è Vice-Curatore per la Guida Grandi Champagne e redattrice del sito www-lemiebollicine.com. Tiene lezioni dedicate alla Champagne all’Università Internazionale delle Scienze Gastronomiche UNISG e scrive di champagne su diverse riviste e diverse testate online. Conduce, infine, numerosi seminari in tutta Italia dedicati alla Champagne e agli Sparkling Wine.

 

Quando e come nasce il tuo amore per il vino?

Il mio amore per il vino nasce a Londra, nel 1998. Arrivai giovane, con mille sogni e nessun progetto, decisi di rimanerci per un po’ e trovai lavoro in un wine bar nella City, nel cuore finanziario della città, per intenderci. Si ordinava Bordeaux e Borgogna al lunch con molta spensieratezza ma, soprattutto, Champagne. Iniziai a conoscere il vino per la prima volta qui, grazie agli inglesi. Ricordo che il primo champagne che assaggiai fu un Dom Pérignon. Rimasi folgorata per l’eleganza, lo ricordo ancora oggi. Ahimè non ricordo il millesimo, al tempo non gli davo valore, poteva essere un 1988! Solo a Londra ho capito quanto potessero essere affascinanti e prestigiosi certi vini. Arrivai giovanissima e, negli anni ’90, di vino in Italia non parlava quasi nessuno. Così, una volta rientrata, nel 2000, cominciai quasi subito a fare i primi corsi di ‘avvicinamento’. Poi è venuta l’‘AIS’, poi il Master in Alma, il Corso di Degustatore Ufficiale a Milano…. da allora non ho mai smesso di studiare, assaggiare, viaggiare e approfondire, in special modo, quello che è diventato poi il mio più grande amore: la Champagne.

 

A tuo avviso, come e quanto credi sia evoluta la critica del vino negli ultimi 20 anni?

Io sono entrata nel mondo del vino solo 12 anni fa, tuttavia, anche in questo breve lasso di tempo, ho visto il mondo della critica del vino cambiare radicalmente. L’avvento dei social da una parte ha aiutato ad accendere i riflettori su una bevanda che, forse, in Italia, era considerata troppo poco, soprattutto dai giovani; dall’altra ha messo in ombra una critica di valore, che ormai si sta perdendo ogni giorno di più. Il vino ha troppo da raccontare, dentro a un calice ci sono stagioni, territori, uomini… non è una bevanda qualunque da una foto, due aforismi e via. Stiamo perdendo di vista questo, credo. Sono tuttavia felice di vedere come i veri esperti e interpreti del vino non si siano piegati a questa tendenza e continuino ad approfondire, studiare e raccontare il vino come sempre. Proprio in questi giorni, leggo del ritorno della rivista Porthos (si, il famoso numero 37). Ecco, questo lascia ben sperare e mi rende ancora più ottimista. A questo punto, auspico anche in un ritorno dell’indimenticabile Enogea!

 

Quali sono i tuoi riferimenti?

Sicuramente Pierluigi Gorgoni per la competenza, la sincerità e la poesia che mette nel raccontare il vino; Francesco Falcone per la sua capacità di incamerare l’anima degli uomini e dei luoghi; Giampiero Pulcini che quando parla di vino lo ascolterei ore; Massimo Castellani, mio docente Alma, colui che mi ha fatto respirare e vivere la Borgogna anche senza andarci; Giampaolo Gravina che non ho mai avuto la possibilità di ascoltare ma che ho letto spesso;  Grignaffini, grande uomo di cultura e vero amico, per come mi ha accompagnato e guidato nei miei primi anni nel mondo del vino e, naturalmente, l’amico Alberto Lupetti con il quale collaboro per quanto riguarda la Champagne. Un’enciclopedia vivente, credo davvero che nessun altro conosca, oggi, questa regione e questo vino quanto lui.

 

Credi che l’approccio alla degustazione cambi tra uomo e donna?

I più grandi degustatori che ho incontrato fino a oggi erano tutti uomini. Uomini di una sensibilità estrema, superiore a quella della donna. Per questo, credo che no, l’approccio non cambi. Si tratta solo di sensibilità e trovo che quando è l’uomo a possederne a dismisura, non ce n’è per nessuno.

 

E come cambia l’approccio ai social e/o al modo in cui il vino si racconta nonché alla formazione di settore?

Come ho detto, non amo vedere immagini di calici e bottiglie sbattute ovunque e in ogni dove. Mi manca il cercarmi da sola le informazioni, l’approfondire un calice che mi è piaciuto andandomi a leggere cosa hanno scritto le persone che quel vino e quella regione la conoscono e la vivono da anni. Non so se accade solo a me, ma trovo fastidioso avere informazioni da pinco pallo, continuamente, senza che io le abbia richieste o desiderate. Spesso, poi, mancano le competenze e si rischia di fare più danno che altro. Vorrei però aggiungere che c’è anche chi apprezzo molto, tra gli wine-influencers; sia per l’impegno che ci sta mettendo, sia per l’umiltà, dote ormai rara.

 

Chi vedi nel futuro della critica enologica?

Ahimè, è una domanda che mi pongo ogni giorno anche io. Più che vedo, io spero in un ritorno della critica seria, e credo molto nella specializzazione. Alberto Lupetti per la Champagne, Armando Castagno per la Borgogna, Matteo Pessina per il Lambrusco… ma sono solo esempi. Se vogliamo invece parlare di donne, ci sono interpreti straordinarie come Alessandra Piubello, Daniela Guiducci, Sara Boriosi e Leila Salimbeni che spero di potere ascoltare e leggere più spesso. Il vino è anche e soprattutto cultura e ha bisogno di essere valorizzato da interpreti, oltre che preparati, realmente ispirati, un po’ come l’arte. Questo è il futuro che vedo e che vorrei, che di uomo o donna si tratti.

Critiche e degustatrici: il vino italiano al femminile 1| Stefania Vinciguerra

Critiche e degustatrici: il vino italiano al femminile 2| Cristiana Lauro

Critiche e degustatrici: il vino italiano al femminile 3| Monica Coluccia

Critiche e degustatrici: il vino italiano al femminile 4| Elena Erlicher

Critiche e degustatrici: il vino italiano al femminile 5 | Chiara Giannotti

Critiche e degustatrici: il vino italiano al femminile 6 | Divina Vitale

Critiche e degustatrici: il vino italiano al femminile 7 | Adele Elisabetta Granieri

Critiche e degustatrici: il vino italiano al femminile 8 | Laura Di Cosimo

Critiche e degustatrici: il vino italiano al femminile 9 | Antonella Amodio

Critiche e degustatrici: il vino italiano al femminile 10 | Valentina Vercelli

Critiche e degustatrici: il vino italiano al femminile 11 | Giovanna Moldenhauer

Critiche e degustatrici: il vino italiano al femminile 12 | Barbara Brandoli

Critiche e degustatrici: il vino italiano al femminile 13 | Laura Franchini

Critiche e degustatrici: il vino italiano al femminile 14 | Adua Villa

Critiche e degustatrici: il vino italiano al femminile 15 | Alma Torretta

Critiche e degustatrici: il vino italiano al femminile 16 | Rosanna Ferraro

Critiche e degustatrici: il vino italiano al femminile 17 | Francesca Ciancio

Critiche e degustatrici: il vino italiano al femminile 18 | Liliana Savioli

 

Critiche e degustatrici: il vino italiano al femminile 19 | Barbara Amoroso

Un commento

  1. Fantastica Vania, preparo e ispirazione sono punti fondamentali per la comunicazione del vino. E tu fai benissimo!

I commenti sono chiusi.