Donne produttrici: il vino italiano al femminile 29| Pia Donata Berlucchi


Pia Donata Berlucchi

Pia Donata Berlucchi

di Chiara Giorleo

Dopo una lunga serie sulle critiche di vino, il focus si sposta sulla produzione al femminile. Zone di ispirazione, stili produttivi e prospettive: ecco qual è l’approccio delle produttrici italiane.
Come membro dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino mi rivolgo alle produttrici di diverse regioni d’Italia per saperne di più.

Oggi lo chiediamo a…Pia Donata Berlucchi

Punto di riferimento di una famiglia storica, appassionata donna del vino e interprete ideale della cultura della sua Franciacorta, Pia Donata Berlucchi è un’imprenditrice di successo che ha dalla sua parte anni di esperienza, l’amore per la famiglia, la passione per il lavoro, la grinta e il polso di una “lady di ferro” che si accompagnano con il savoir faire di una vera nobildonna. Tutte caratteristiche che compongono il profilo sfaccettato ed estremamente affascinante di una delle donne di maggiore rilievo del panorama imprenditoriale italiano.

Presidente di Fratelli Berlucchi dal 2015, dopo 40 anni come Amministratore Delegato, mantiene costante e professionale la gestione delle pubbliche relazioni della cantina, simbolo storico di Franciacorta e realtà imprenditoriale dalle tradizioni radicate nella produzione di un vino che la contraddistingue nel mondo. E Pia Donata fa di questo nome, altisonante quanto lo sono quelli delle grandi famiglie, un vero punto d’onore, sempre con l’umiltà e la semplicità che tutti le riconoscono da sempre.

Amatissima past President (dal 2003 al 2009) dell’Associazione Nazionale Donne Del Vino, alla quale ha dato una profonda impronta basata sulla Cultura e sull’Educazione, e past vicepresidente nazionale, per un quadriennio, dell’ONAV, apportando iniziative importanti con l’entusiasmo che la contraddistingue da sempre. Oggi, dimissionaria, ha però accettato con piacere dal Presidente Vito Intini riconfermato, la posizione di Responsabile delle Politiche della Cultura, del Sociale, degli Enti Formativi. L’obiettivo è quello di diffondere una nuova cultura del vino, non lontana dagli schemi di mercato, ma che diffonda a partire dalla scuola il valore culturale infinito del Vino, uno dei prodotti nazionali ancora capaci di sostenere la nostra economia e la nostra immagine nel mondo.
E proprio su questo tema Pia Donata ha studiato e portato avanti un progetto assolutamente diverso dagli altri, che propone ai giovani lo studio del Vino, non nella sua essenza chimica ed organolettica, ma nei valori incommensurabili della sua Storia, Filosofia, Arte, Politica ed Economia: “Il Bere Consapevole attraverso la Storia e la Cultura”.

Tra i suoi progetti anche i Corsi Speciali per Assaggiatori Vino, tenuti dall’ONAV stesso dove l’aggettivo “speciale” si riferisce a Ciechi e Ipovedenti dell’UIC (Unione Italiana Ciechi), ai Sordi ed ipoudenti dell’ENS (Ente Nazionale Sordi).
Dal 2003 ricopre la carica di Consigliera di Banca d’Italia, a Brescia.

Pia è un’amante della vita, una donna che la respira a pieni polmoni, che ama la famiglia, il lavoro, la musica, la montagna, la lettura, il teatro, l’arte, la terra, il mare, la cucina, la sua casa, i suoi fiori e sa trarre, da queste passioni, la linfa che la porta a essere un punto di riferimento per chi le è accanto.

 

Quando e come hai iniziato a fare vino?

Ai primi anni ’70 quando in Italia, essendo decaduta la gestione a “mezzadria” negli anni ‘60, il titolare dei terreni aveva due scelte: o vendere i terreni…o creare la gestione di tipo imprenditoriale con dipendenti a stipendio e relativi contributi, macchinari sempre più moderni e meno pesanti e pericolosi, il tutto con bilancio annuale e relative regole istituzionali da seguire.  Per un po’, della nostra Azienda Agricola Fratelli Berlucchi, se ne occuparono i miei fratelli maschi che avevano intrapreso altre strade professionali, due ingegneri – come il papà morto prematuramente – e uno avvocato, mentre io, allora adoravo, a parte la Cultura Classica su cui nostra madre ci aveva “martellato” insieme alla Musica, la Medicina in tutte le sue varie espressioni. A Brescia, non c’era ancora un’Università, e quindi non era da pensare che una ragazza da sola vivesse a Milano! Scelsi allora tutto ciò che Brescia offriva nel campo paramedico: un corso di Croce Rossa molto avanzato, una laurea breve in Tecnica di laboratorio chimico clinico, uno di puericoltura neonatale etc. Come da prevedersi…sposai un Medico nel 1965 e mi dedicai ai due bimbi, fino a che mi venne buttata sulle spalle senza possibilità di “contraddittorio”, il peso, immane per me, di un’azienda agricola, fra terra, operai, macchinari.

 

Quali sono i tuoi riferimenti o le tue zone di ispirazione in Italia ed all’estero?

Quando non si sa nulla e si è convinti di non sapere nulla su una cosa molto varia e importante, io ritengo si debba partire dal basso, dalle istruzioni basilari per poi salire…quindi, eccomi a chiedere all’enologo le prime nozioni su cos’è esattamente il vino, perché, a chi va rivolto; così come alla Banca per come si gestisce un’azienda agricola fra gli obblighi istituzionali ed i lavoratori che danno il loro fondamentale contributo ed avanti così per cominciare con grande umiltà davanti a tutto e a tutti…Tutto ciò…prima di pensare a chi ispirarmi, rendendomi cosciente della palla di fuoco che mi era stata lanciata!

 

Credi che lo stile produttivo possa cambiare tra uomo e donna?

Personalmente, non ho mai pensato né creduto che esista in nessun tipo di lavoro umano, dall’amata medicina al salto nel buio della produzione vinicola, uno stile diverso dipendente dal sesso: i talenti che Dio ha profuso ad entrambi ci sono ben evidenti e sta a noi, uomo o donna, capirli e metterli in pratica. Il Valore è Valore…il Valore non ha genere, è Valore …ed è maschile solo nell’articolo!

 

Qual è la tua firma stilistica?

Che domanda imbarazzante: ma ce l’avrò poi io una firma stilistica? E se non ce l’avessi? Forse, pensandoci bene, potrebbe essere – per chi mi conosce da sempre – il porre l’Uomo veramente al centro dell’Universo.
L’Uomo nell’Arte in tutte le sue espressioni di cui il Vino ne è espressione dailontanissimi tempi della scrittura cuneiforme e così attraverso i secoli fino ad oggi; l’Uomo nella tradizione e nella Storia vinicola, mai messa da parte e portata fino ad oggi
nell’attualità, affiancata lungo i secoli dalla scienza. Rispetto ed amore della terra e legame di anima e di cuore con chi e fra chi la lavora con fatica da anni.

 

Quali sono le maggiori difficoltà nel fare il vino in Italia oggi? E quali i vantaggi?

Vantaggi nel possedere una storia vinicola mediterranea da 4000 anni prima di Cristo, quindi pilastro di una attuale produzione, e con questo e da questo, storie a non finire di validissimi produttori, piccoli e grandi a cui ispirarsi. Svantaggi: non diversi da tutto il mondo vinicolo mondiale, concorrenza leale, e ciò giova, sleale che non giova a nessuno! Leggi e leggine italiane a volte inspiegabili e, soprattutto inutili, registrazioni ripetute su vari registri con perdite di tempo. Purtroppo burocrazie all’ “italiana” di vecchia data e conoscenza
in vari campi.

 

In che direzione sta andando il vino italiano secondo te?

La cosa positiva è che il livello di conoscenza del pianeta Vino, oggi, in Italia, è molto elevato: a parte il fatto che tutti si sentono i depositari della verità vinicola e quindi varrebbe sempre di più l’amico Socrate con il suo “io so di non sapere e chi più sa meno sa”, comunque, trovare un interlocutore che non ti aspetti e che ti dice cose semplici ma corrette, appassionato per essersi informato, senza albagia alcuna, è davvero un grande piacere. Devo dire che io ho spesso questa fortuna che mi rallegra il cuore e lo spirito, quindi, essendo io un’ottimista e credendo nel rapporto ancestrale fra Terra e
Uomo, mi sento di dire: un futuro di successo per quella che gli antichi greci chiamavano “la bevanda degli Dei”, il Vino…appunto.

 

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 1| Manuela Piancastelli

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 2| Donatella Cinelli Colombini

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 3| Angela Velenosi

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 4 | Chiara Boschis

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 5| Elena Fucci

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 6 | Graziana Grassini

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 7 | Marianna Cardone

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 8| Annalisa Zorzettig

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 9| Miriam Lee Masciarelli

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 10| José Rallo

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 11| Marilisa Allegrini

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 12| Chiara Soldati

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 13| Elisabetta Pala

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 14| Elena Walch

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 15| Barbara Galassi

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 16 | Chiara Lungarotti

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 17 | Pina Terenzi

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 18| Lucia Barzanò

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 19| Vincenza Folgheretti

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 20| Eleonora Charrère

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 21| Daniela Mastroberardino

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 22| Carla e Laura Pacelli

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 23| Valentina Abbona

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 24| Camilla Lunelli

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 25| Carolin Martino

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 26| Marzia Varvaglione

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 27| Antonella Cantarutti

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 28 | Marta Trevia

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